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“MI PRENDO UN ANNO SABBATICO PER VIVERE” - MANUEL AGNELLI PARLA COME SE SGOBBASSE IN MINIERA O SVOLGESSE UN LAVORO USURANTE: “VOGLIO GODERMI CIÒ CHE HO: VIAGGIARE E NON PER UN TOUR, LEGGERE, STARE CON MIA FIGLIA E DIVENTARE UN MOSTRO A PING PONG” – “X FACTOR”? MI HANNO PAGATO UN SACCO PER ESSERE LO STRONZO CHE SONO…” (E TE LAMENTI PURE, NEANCHE ANDASSI A SCARICARE SACCHE DI CEMENTO...)
(di Gioia Giudici) (ANSA) - Manuel Agnelli ha scelto di concedersi "un anno sabbatico per vivere, me lo sono guadagnato e voglio godermi ciò che ho: viaggiare e non per un tour, leggere, stare con mia figlia e diventare un mostro a ping pong" ha scherzato il cantautore milanese presentando nel suo locale Germi il libro "Afterhours, Ballate per piccole iene 2025" (Rizzoli), con le foto di Mathias Marchioni e Henry Ruggeri e il racconto in prima persona del tour della reunion della formazione che incise il disco del 2005.
"Voglio usare le cose che ho e non essere condizionato da occasioni irrinunciabili", ha spiegato il 59enne artista, aggiungendo che "negli ultimi anni ho avuto una crescita professionale pazzesca, sono un privilegiato, ho fatto ciò che volevo ma non voglio diventare schiavo di me stesso o della mia figura, la rinuncia a X Factor è stata una prova notevole, che ho fatto per godermi il teatro e il tour. Ho detto no a una cosa molto grande, ma è stato un atto di lucidità e determinazione".
A X Factor, il fondatore degli Afterhours riconosce il merito di averlo messo "in mezzo alla gente ed è stato bellissimo. Il palco mi ha permesso di essere me stesso, mi hanno pagato un sacco per essere lo stronzo che sono, la mia identità è stata accettata anche da un pubblico generico, sono riuscito a stare in mezzo alla gente rimanendo me stesso fin in fondo". Una scelta che ai puristi magari ha fatto storcere il naso ma "la musica va portata dappertutto perché per farla ci vogliono i mezzi che sono necessari. La scena alternativa è morta perché si è ghettizzata".
Gli Afterhours, che non suonavano da sette anni insieme, si sono ritrovati questa estate per la ripubblicazione dell'album e il tour: "Volevo fosse l'occasione per riallacciare i rapporti, con alcuni non suonavo da 20 anni. Quando l'ho proposto, ho visto la voglia di avere la possibilità artistica e umana di risolvere alcune cose mai risolte completamente".
"Quando abbiamo provato per la prima volta abbiamo affittato la sala nel posto che avevamo lasciato e che ci ha visti crescere negli anni 90, è stato magico tornare al Jungle Sound.
Di lì poi l'idea di farne anche un libro fotografico: è un libro per i fan e per chi vuole capire cos'è un concerto rock e non uno spettacolo con ballerine, autotune e fuochi artificiali". Per questo, a fine concerto, "nessun inchino perché non abbiamo mai recitato, ma un abbraccio come momento di grande complicità" prima di ringraziare un pubblico che non è quello degli anni Novanta, "perché non c'è più solo la nostra generazione, ma tre diverse".
giudici xfactor manuel agnelli achille lauro jake la furia e paola iezzi
"A Milano sono salito sul palco come sul patibolo, ero senza voce davanti a 10mila persone e al secondo pezzo l'ho detto: per togliermi di qui mi dovete sparare. Il concerto non è una performance, è una comunione di energia quando funziona e, se non c'è, il rock'n'roll sono tre accordi del cazzo.
Le persone contano: questa band non è di virtuosi ma molto dritta e sa bene qual è la sua identità, è una band dove suoniamo tutti per la band e sono le canzoni che devono suonare come noi perché abbiamo un nostro stile preciso e fondamentale perché molti non ce l'hanno".
Per questo, Manuel non esclude che gli Afterhours torneranno a esibirsi dal vivo insieme, mentre non vede facile un nuovo disco sul quale ci sarebbero - ha spiegato - troppe aspettative. Il prossimo tour non sarà comunque "tra tre mesi". Prima c'è l'anno sabbatico, tra viaggi e ping pong.
manuel agnelli al bsmt
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