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SI PUO’ METTERE SOTTO ACCUSA LA MUSICA? - MOLENDINI: “LE CANZONI DI SFERA EBBASTA POSSONO NON PIACERE E I SUOI PEZZI NON SONO CAPOLAVORI MA, A MENO CHE NON SI VOGLIA ISTITUIRE IL REATO DI BRUTTA CANZONE, ACCUSARLO DI ESSERE RESPONSABILE DI INDUZIONE ALLO SPACCIO DI DROGA E’ PARADOSSALE” - PAOLO GIORDANO: “SE NELL'ULTIMO MEZZO SECOLO AVESSERO DENUNCIATO OGNI CANZONE SULLE DROGHE, I TRIBUNALI SAREBBERO PIENI DI CANTANTI, DAI ROLLING STONES AI BEATLES…”

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1 - LA SCELTA PARADOSSALE DEI MAGISTRATI NON ESISTE IL REATO DI BRUTTA CANZONE

Marco Molendini per “il Messaggero”

 

SFERA EBBASTA

Le canzoni di Sfera Ebbasta possono non piacere, anche se i ragazzi le consumano a tutto streaming. I suoi versi possono urtare quando inneggia a ecstasy, cocaina, Makatussin, lo sciroppo viola che sballa. È un linguaggio negativo e fatto di cliché, come lo è il suo look da tribuno della notte coi denti d'oro, i tatuaggi da rapper uscito dai ghetti neri americani.

 

Si può dire tutto e pensarlo, anche che i suoi pezzi non sono capolavori. Ma, a meno che non si voglia istituire il reato di brutta canzone, accusarlo di essere responsabile di induzione allo spaccio di droga (al di là del desiderio di approfittare della sua popolarità) apre un capitolo paradossale. Coinvolge la storia della musica popolare, il suo essere perennemente animata da spirito ribelle, pronta a raccontare le stagioni dei nostri comportamenti.

 

SFERA EBBASTA

La maledizione è sempre stata un' innesco formidabile per la creatività sotto ogni forma. Ci sono capolavori come Heroin dei Velvet underground, di Sister morphine e Brown sugar dei Rolling Stones, di Cocaine di J.J.Cale, di Lucy in the sky with diamonds dei Beatles (nella foto). La questione è irrisolvibile, perché dovrebbe distinguere fra testimonianza e istigazione.

 

E, mentre la seconda ipotesi non appartiene alla sfera artistica (come non ne fa parte il ruolo di educatori), la prima è la condizione essenziale per fare quel mestiere: raccontare, annusare, afferrare al volo i codici dei comportamenti generazionali, anche quelli nichilisti, le cui ragioni sono nei meccanismi e nelle distorsioni della società, non nelle canzoni che, al massimo, possono raccontarle con parole più o meno riuscite.

 

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2 - LA TRASGRESSIVITÀ SI È NORMALIZZATA

Paolo Giordano per www.ilgiornale.it

 

A dirla tutta, se nell'ultimo mezzo secolo avessero denunciato ogni canzone sulle droghe, i tribunali sarebbero pieni di cantanti. Lou Reed nei Velvet Underground cantava «eroina sii la mia morte» (Heroin, 1967). In Brown sugar (sinonimo di eroina) e Sister morphine i Rolling Stones hanno fatto chiari riferimenti, anche se mai spiegati del tutto. E in Cocaine di J.J. Cale (portata al successo da Eric Clapton), ci sono versi come «se hai avuto cattive notizie e vuoi cacciar via la tristezza, cocaina».

 

E poi Beatles, Dylan, Ramones e, in Italia, Fabrizio De André (Il cantico dei drogati) e Articolo 31 (Ohi Maria) tanto per fare solo qualche esempio. Insomma, non è una novità ed è difficile capire quanto questi brani siano stati motore della tossicodipendenza o semplici specchi della realtà.

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Ma oggi l'indagine su Sfera Ebbasta per istigazione all'uso di sostanze stupefacenti arriva in un contesto clamorosamente diverso, e non soltanto perché in Italia negli anni 60 o 70 i testi in inglese non erano così chiaramente percepiti come oggi. Intanto l'età del pubblico, che è molto inferiore a quella di chi ascoltava gli Stones o i Jefferson Airplane: ai concerti di Sfera Ebbasta e di tantissimi altri rapper/trapper ci sono anche bambini di otto o dieci anni. E ci vanno accompagnati dai genitori.

 

Per quattro decenni, la famiglia e la scuola sono stati generalmente un filtro, hanno provato a spiegare (spesso male) la differenza tra una provocatoria espressione artistica e una consigliabile ricetta di vita. Ai concerti «proibiti» si andava spesso di nascosto o contro la volontà di papà e mamma. Ora questi ammortizzatori paiono scarichi e i messaggi trasgressivi delle canzoni assumono i tratti della normalità.

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E se una denuncia sembra esagerata (senza far paragoni, è come denunciare Quentin Tarantino per istigazione a delinquere ai sensi dell'art 414 codice penale), può servire da stimolo ad arginare la gratuità estetica di certi riferimenti riservati a un pubblico che non ne sa percepire la reale portata.