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LE PAROLE SONO IMPORTANTI? - IL MONOLOGO DI PIO E AMEDEO CONTRO IL POLITICAMENTE CORRETTO SCATENA LA PRESIDENTE DELLA COMUNITÀ EBRAICA DI ROMA RUTH DUREGHELLO: “LE PAROLE SONO IL PRELUDIO DELLA VIOLENZA. SDOGANARE L'AGGETTIVO EBREO CON IL SIGNIFICATO DI TIRCHIO, PER ESEMPIO, PUÒ SEMBRARE RIVOLUZIONARIO SOLO AGLI IGNORANTI CHE NON CONOSCONO LE COSE”
Roberto Pavanello per "la Stampa"
Quella di Pio e Amedeo, venerdì, non è stata una Felicissima sera, come invece recita il titolo del loro programma su Canale 5. Benché premiati dall'audience, sono finiti al centro di dure polemiche per il loro monologo a due voci sul politicamente corretto. Volevano essere divertenti, ma lo sono stati ben poco per una buona fetta dell'opinione pubblica. Il loro pensiero, in estrema sintesi, è che non contano le parole ma l'intenzione con cui le dici.
E che, in buona sostanza, basta una risata per disarmare chi vuole offendere: «L'ignorante si ciba del vostro risentimento». Quindi per gli ex "emigratis" che della cafonaggine hanno fatto il veicolo per raggiungere il successo, «negro» o «ricchione» non sono di per sé offensive. Anzi, hanno detto rivolgendosi ai gay: «Se vi dicono frocio, voi ridetegli in faccia». Evidentemente la lezione di Nanni Moretti che in Palombella rossa urlava furente che «le parole sono importanti» non è stata fatta loro. Il regista e attore romano diceva «le parole» e non «le intenzioni».
E dire che eravamo nel 1989. Venerdì sera le repliche, tra l'incredulo e l'indignato, non hanno tardato ad arrivare. Subito su Twitter è stato un profluvio di interventi, in particolare della comunità rainbow, molti dei quali citavano episodi in cui erano stati oggetto di derisione e di violenza, altro che risate per demolire l'odiatore. Ai comici pugliesi ha risposto anche Michele Bravi, dal palco del Concertone.
Era ormai quasi mezzanotte quando il cantante, senza alzare la voce ma con fermezza, ha ricordato che «le parole sono importanti tanto quanto le intenzioni, le parole scrivono la storia, anche quelle più leggere possono avere un peso da sostenere enorme». Bravi ha portato alla loro attenzione la sua esperienza personale: «Io ci ho messo tanti anni a trovare le parole giuste per raccontare il mio amore per un ragazzo - ha detto con un sorriso appena accennato ma gli occhi scintillanti -, e per me è un onore essere su questo palco per continuare a dare il giusto peso alle parole».
Al coro di chi non ha apprezzato il "duetto" di Pio e Amedeo si è unita la voce di Ruth Dureghello, presidente Comunità Ebraica di Roma: «Le parole sono il preludio della violenza - ha scritto su Facebook -. Questa è la difesa della libertà di tutti, non razzismo al contrario o difesa di alcune minoranze. Anche quella di un bambino del Sud che si trasferisce al Nord e non deve accettare gli insulti contro i meridionali solo perché così lo hanno deciso Pio e Amedeo». «Si può scherzare su tutto? - è la riflessione di Dureghello -. Certo, lo hanno fatto comici veri e di livello, consapevoli dell'importanza della parola e degli effetti che ha prodotto nella storia». Ma attenzione: «Sdoganare l'aggettivo ebreo con il significato di tirchio, per esempio, può sembrare rivoluzionario solo agli ignoranti che non conoscono le cose».
felicissima sera pio e amedeo
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pio e amedeo
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