LA MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA SI FA IL SUO CINECLUB – DA OZU A BRUSATI, CLASSICI E SUPERCLASSICI RESTAURATI MOSTRATI AL LIDO COME RETROSPETTIVA

Vai all'articolo precedente Vai all'articolo precedente
guarda la fotogallery

Marco Giusti per Dagospia

A qualcuno piace classico. Anche se nulla trapela ancora dei film in concorso alla 70ma Mostra del Cinema di Venezia, ci arriva un bell'elencone di classici e superclassici restaurati che verranno mostrati al Lido come retrospettiva. Non vi aspettate nessuna stravaganza, non dico un Sartana o i tagli di "Viva la foca", ma nemmeno uno 007 all'italiana, una commediuccia, un horror, un Maciste. Nulla di nulla. Solo classici. Più o meno stravisti da noi vecchi critici, molto meno dai ragazzi.

Tutti restaurati dalle varie cineteche italiane e non. Cosi' si va da "Vaghe stelle dell'orsa" di Luchino Visconti con Claudia Cardinale, che sara' anche madrina della sezione, al capolavoro di William Friedkin, "The Sorcerers", remake fuori di testa de "Il salario della paura" di Henri Clouzot invedibile da anni. Abbiamo poi megaclassici come " Le mani sulla città" di Francesco Rosi, "Paisà" di Roberto Rossellini, il più raro "Pane e cioccolata" di Franco Brusati, la versione integrale di "Quien sabe?"di Damiano Damiani, grande tortilla western, un film odiato dai critici militanti del tempo come "La proprietà non è più un furto" di Elio Petri.

Dalla Francia ci arrivano "La bête humaine" (L'angelo del male) di Jean Renoir e il geniale "Providence" di Alain Resnais, dal Belgio due mediometraggi di Chantal Akerman, "Hotel Monterey" e "Le 15 d'Août". Dalla Svizzera "Il bacio di Tosca" di Daniel Schmid, dall'Inghilterra "White Rock" di Tony Maylam. Supervisto, ma e' sempre un piacere rivederlo il capolavoro di Nagisa Oshima con David Bowie "Furyo" (Merry Christmas Mr. Lawrence''), sperando che siano stati restaurati i colori originali.

Di Emir Kusturica si rivedra' "Ti ricordi di Dolly Bell?", il film che lo lancio' internazionalmente. Avremo poi "Il mio amico Ivan Lapshin" di Aleksey Guerman Sr., due megaclassici indiani di Satyajit Ray del 1965, "Mahapurush" e "Kapurus". Poi "Nidhanaya" di Lester James Peries, "Yangguang canlan de rizi" del cinese Jiang Wen, "Tian mi mi" dell'hongkonghese Peter Ho-sun, "Dogfar nai mae marn" dell'impronunciabile maestro tailandese Apichatpong Weerasethakul. Dal Giappone un fin troppo classico "Higanbana" (Fiori d'equinozio) di Yasujiro Ozu, a colori, e il capolavoro del cinema di fantasmi "Yoru no henrin" (1964) di Noboru Nakamura, maestro di Oshima.

Poi il bel documentario di Bruce Weber su Chet Baker "Let's Get Lost" (1988) di Bruce Weber e il manifesto del realismo americano anni 60 "Little Fugitive" (Il piccolo fuggitivo) di Ray Ashley, Morris Engel, Ruth Orkin. Qualche fanatico di John Ford non si perdera' "My Darling Clementine" (Sfida infernale). Più' curioso "The Adventures of Hajji Baba" di Don Weis e imperdibile "The Most Dangerous Game" (La pericolosa partita) di Irving Pichel, Ernest B. Schoedsack, cultone horror anni 30. Insomma un buon cineclub.

 

Ti ricordi di Dolly Bell paisa di roberto rossellini celli leonia claudia cardinale in vaghe stelle dell orsa by luchino visconti the sorcerer di friedkin