DAGOREPORT - QUANDO LA MELONI DICE "NON SONO RICATTABILE", DICE UNA CAZZATA: LA SCARCERAZIONE DEL…
Michela Allegri e Valentina Errante per “il Messaggero”
Il rischio era che una delle pellicole più attese al Festival di Cannes venisse sequestrata, ma la Procura di Roma non ha accolto la richiesta della madre di Giancarlo Ricci, il pugile dilettante seviziato e ucciso nel 1988 dal Canaro, Pietro De Negri. Dogman, il film di Matteo Garrone in corsa per la Palma d' oro - verrà proiettato al Festival mercoledì prossimo - e in uscita nelle sale italiane il 17 maggio, ispirato al delitto che alla fine degli anni Ottanta sconvolse la Capitale, costa al regista un' inchiesta per diffamazione.
Il pm Sergio Colaiocco lo ha iscritto sul registro degli indagati dopo la denuncia sporta da Vincenza Carnicella, assistita dall' avvocato Maurizio Riccardi, che accusa Garrone di aver offeso la reputazione del figlio defunto. Questo perché, a dire della donna, nella pellicola Ricci sarebbe stato descritto come un criminale e un violento, nonostante fosse incensurato. La Procura acquisirà una copia del film per stabilire se, effettivamente, ci siano gli estremi per contestare la diffamazione.
DOGMAN
Il primo trailer di Dogman è stato diffuso il 12 aprile scorso. Sono state proprio quelle immagini, accompagnate in sottofondo dalla voce di Mina che canta Il cielo in una stanza, a sconvolgere la madre di Ricci. La Carnicella sostiene che nel film venga rappresentata una realtà distorta e che lei abbia subito in queste settimane - e continuerà a subire - un notevole danno morale.
«Giancarlo non era un violento, non era uno spacciatore o un rapinatore, il racconto che fece il Canaro era pieno di bugie, il film non può descrivere mio figlio come un delinquente, perché non è giusto», ha detto la donna in una recente intervista rilasciata a Il Messaggero.
All' epoca dei fatti, Roma e l' Italia furono sconvolte dalle atroci sofferenze che il Canaro inflisse alla vittima, che venne torturata e mutilata. «Mi sembra che lo stiano uccidendo per la seconda volta», ha aggiunto Vincenza.
In attesa della proiezione, Garrone, tramite i suoi difensori, Michele Gentiloni Silveri e Alessio Lazzareschi, si dice «certo che il film, opera di fantasia solo lontanamente ispirata da fatti di cronaca, non abbia offeso la reputazione di nessuno, e rimane a disposizione delle Autorità per ogni collaborazione alle indagini».
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