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Testo di Zygmunt Bauman pubblicato da “la Stampa”
I tatuaggi, come tutte le modalità emulative di manipolazione dell' aspetto pubblico del proprio corpo - votate a un destino effimero benché mirino a «catturare l' eternità in un attimo fuggente», per dirla con Baudelaire - nascono dalla rielaborazione moderna dell'identità sociale, che non è non più un dato di fatto ma un compito. Compito che oggi ci si aspetta sia svolto dal suo portatore individuale, con l'impiego di modelli e materiali grezzi socialmente forniti, in una complessa operazione di «riproduzione creativa» che va sotto il nome di «moda».
Come ha suggerito quello che è stato probabilmente il maggiore storico del secolo scorso, Eric Hobsbawm, da quando il concetto di «comunità» iniziò a essere relegato ai margini del pensiero e della prassi sociale (e ne fu addirittura profetizzata l'estinzione da parte del sociologo Ferdinand Tönnies e dei suoi numerosi seguaci) comparvero il concetto di «identità» e la prassi dell'«identificazione del sé», a colmare il vuoto che la sua preconizzata scomparsa avrebbe aperto nelle vigenti routine di collocazione e classificazione sociale.
tatuaggio sottopelle in etiopia
COMUNITÀ E IDENTITÀ
La differenza tra comunità e identità è formidabile. In linea di principio, la prima è categorica e coercitiva, in quanto determina e definisce previamente il casting sociale dell'individuo, l' altra si presume sia «liberamente scelta», una sorta di «fai da te». Questo ricollocamento concettuale, tuttavia, non elimina tanto la comunità dai processi di collocazione sociale e sua relativa espressione, quanto mira a riconciliare le (dovremmo dire inconciliabili?) sfide dell'«appartenenza» con l' autodefinizione abbinata all' autoaffermazione.
È da qui che derivano l' inclinazione insanabilmente generatrice di conflitti, le complesse dialettiche e le sorprendenti dinamiche, la capacità creativa e l' irreparabile fragilità del fenomeno moda; ed è da questo che esse sono sostenute e alimentate. A mio avviso, nessuno ci ha fornito una più dettagliata e sorprendentemente ancor sempre attuale vivisezione della moda come prodotto (per sua natura sollecitato a un incessante rinnovamento) di quella dialettica di appartenenza e individualità, di Georg Simmel, che scrisse e pubblicò a cavallo tra '800 e '900, cioè nella fatidica era del passaggio da una società di produttori a una di consumatori: quella da noi ancor oggi riprodotta mentre a nostra volta ne siamo riprodotti, forgiati e affinati.
E che dire del corpo come luogo sempre più prediletto su cui collocare i segni di speranze e aspettative, così che l’irrisolvibile dilemma di coniugare appartenenza e autoaffermazione, permanenza e flessibilità dell' identità trovi soluzione, o perlomeno si avvicini il più possibile a una soluzione?
L'abbigliamento segnala la propria capacità e disponibilità a rinunciare ai simboli dell' identità attuale a favore di altri, e all' istante; consente e dimostra addirittura la capacità di incarnare parallelamente una serie di identità diverse.
STABILITÀ E LIBERTÀ
I simboli di decisioni identitarie incisi sul proprio corpo suggeriscono, al contrario, che l'identità che essi implicano è - per il soggetto portatore - un impegno più serio e duraturo, e non solo un capriccio momentaneo. Il tatuaggio, miracolo dei miracoli, segnala al contempo l' intenzionale stabilità (forse anche l' irreversibilità) dell' impegno e la libertà di scelta che contraddistingue l' idea di diritto all' autodefinizione e al suo esercizio.
Non a caso negli ultimi decenni, il dibattito intorno alla dialettica della moda è stato condotto, nelle scienze sociali e in psicologia, in stretta connessione con la cosiddetta «svolta dell' embodiment».
E in effetti, dove l' intreccio tra appartenenza e individualità, permanenza e transitorietà - le due contraddizioni formative che stanno alla base del fenomeno moda - trova manifestazione più piena e al tempo stesso più intrusivamente visibile che nel nostro continuo lavorìo sulla rappresentazione dei nostri corpi, o perlomeno nella quantità di pensiero ed energie che tendiamo a investirvi?
la rosa la portano le detenute piu giovani in russia
cammy stewart
david allen
tatuaggio mamma
david allen 4
aima indigo
mostra sul tatuaggio (9)
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