DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ…
Estratto dell'articolo di Paola Italiano per “La Stampa”
«Io mi ritengo fortunato perché ho la musica. Posso anche essere triste, ma comunque mi senta ho sempre una musica da ascoltare, è la cosa che più mi ha riempito la vita. Anche perché è stata un veicolo per entrare in altri mondi: Bowie dipingeva e mi ha fatto interessare all'arte, Peter Gabriel era appassionato di tecnologia e lo sono diventato anch'io, se segui Battiato finisce che ti interessi di esoterismo. Mi ha portato in angoli insospettabili».
Carlo Massarini ha visto il primo concerto nel 1968, era Jimi Hendrix, e vedrà il prossimo l'8 dicembre, sarà Calcutta. La distanza temporale tra i due eventi e i due artisti è abissale solo se non si tiene conto che nella vita di Massarini tutta la musica è legata insieme da un collante fondamentale: è musica. E lui la ascolta ancora oggi con la curiosità di un ragazzo.
Vivo dal Vivo è un diario di 120 concerti tra il 2010 e il 2023, con la generosissima prefazione di sua Maestà Vasco Rossi. […] Ed eccoli, 13 anni di concerti messi in fila, da Elvis Costello agli U2, da Peter Gabriel a Jovanotti, da Gotan Project ai Kraftwerk, dai beach Boys a Bombino, da Giulio Casale a Jackson Browne, da Anna Calvi a Travis Scott.
«Musica senza confini» scrive Massarini, ed è davvero un manifesto perché […] è […] raro trovare uno che dopo aver attraversato come lui oltre mezzo secolo di canzoni sia ancora alla ricerca di qualcosa di nuovo, aperto ad accogliere nuova bellezza-. […] «La musica mi piace tutta – scrive nell'introduzione – sono affascinato dai suoni che non conosco». […]
È la passione senza pregiudizi. «Io trovo che sia importante raccontare il passato non per nostalgia, ma anche per capire quello che sta succedendo. L'esempio perfetto sono i Maneskin: c'è chi dice che non sono rock e chi li acclama come la più grande band del mondo. Non è vera nessuna delle due, ma se conosci il passato, sai quanto è difficile fare quello che hanno fatto loro».
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Anche perché, sostiene Massarini, esiste in realtà un ponte tra gli Anni 60 e oggi: «Ci sono molte similitudini tra allora e oggi. Ad esempio il fatto che oggi vadano molto i singoli, più degli album, L'altra cosa molto importante è che allora come adesso ci sono due generazioni in cui la i genitori e figli non ascoltano più la stessa musica. Io non ascoltavo la musica di mio padre, mio padre non ascoltava la mia. Questa frattura si era un po' ricomposta, ora sta tornando». Vero, ma solo se non ti chiami Carlo Massarini, che i consigli musicali li accetta con entusiasmo anche dal figliuolo […]
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