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Marco Giusti per Dagospia
The Guard - Un poliziotto da happy hour di John Michael McDonagh.
Non fatevi ingannare dal brutto titolo italiano, che traduce come se fosse una commedia poliziesca americana volgarotta, di quelle col poliziotto bianco e quello nero, un complesso, divertente, fin troppo ricercato noir irlandese che offre al grosso Brendan Gleeson, di solito caratterista nei film americani, forse il ruolo della vita. Quello del sergente Gerry Boyle, rozzo, solitario, puttaniere, forse un po' stupido, ma di gran cuore. Una specie di Victor McLaglen nei film di John Ford, insomma.
Chi ha visto "In Bruges", piccolo capolavoro di scrittura e regia di Martin McDonagh interpretato da Colin Farrell e dallo stesso Brendan Gleeson come killer in fuga, ritroverà in "The Guard" lo stesso spirito e la stessa intelligenza. Infatti lo ha scritto e diretto, alla sua opera prima, John Michael McDonagh, fratello di Martin, che è qui solo produttore. Se "In Bruges", che aveva forse uno dei migliori copioni degli ultimi tempi, era costruito con più precisione, "The Guard" è meno drammatico e più divertente.
C'è però lo stesso tipo di umanità strampalata, dove il più rozzo è il più umano e i cattivi sono raffinati intellettuali, qui citano Nietzsche e Dostojevski, e uccidono ascoltando Chet Baker. Invece di spostare gli irlandesi a Bruges, John Michael McDonagh sposta solo un elegante poliziotto nero americano upperclass, Wendell Everett, cioè il grande Don Cheadle, sulla costa irlandese, tra Galway e il Connemara, alla ricerca di un gruppo di pericolosi narcotrafficanti irlandesi, interpretati da tre notevoli attori che faranno impazzire il pubblico più attento, Liam Cunningham, Mark Strong e David Wilmot.
Everett si ritrova in un'Irlanda ostile e degradata come il Mississippi di "La calda notte dell'Ispettore Tibbs", tra poliziotti corrotti, trafficanti d'armi per l'Ira, dove l'unico appiglio umano si rivelerà proprio quello apparentemente più ottuso e razzista, il sergente Boyle, che passa i suoi giorni con le mignotte e le sue serate guardando in tv vecchi film (grande citazione di "The Shout" di Jerzy Skolimowski).
Il film vive interamente sulle grandi battute politicamente scorrette ("Esistono narcotrafficanti irlandesi?" - "Mai saputo che i neri sciassero") e sull'interpretazione dei suoi protagonisti, capitanati da un Brendan Gleeson in piena forma che trova nell'eleganza di Don Cheadle la giusta risposta. Film di maschi, molto legato al western, del resto il regista nasce come sceneggiatore del recente "Ned Kelly" con Heath Ledger, con tanto di megasparatoria finale sulle musiche dei Calexico che rifanno Morricone. Da non perdere.
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