VERRO DOPO IL TG - IL CONSIGLIERE RAI IN QUOTA PDL DIFENDE MACCARI MA GIÀ LO LICENZIA: “MINZOLINI VINCERÀ IL RICORSO E TORNERÀ ALLA DIREZIONE” - POI UN COLPO AL “MOLLE AGIATO”: “IL COMPENSO È TROPPO ALTO, CREA UN PERICOLOSO PRECEDENTE. DICONO CHE VOGLIA PORTARE BEPPE GRILLO ALL’ARISTON. SAREBBE UNA BOMBA, ANCHE SE IL COMICO È IN CADUTA LIBERA. MA CELENTANO NON PUÒ AVERE AUTONOMIA TOTALE, NÉ DECIDERE GLI OSPITI”…

Da "Radio 24"

"Celentano è un grandissimo professionista, ho apprezzato molto il fatto che dia in beneficenza il cachet, detto questo il suo cachet rimane sempre alto". Lo ha detto Antonio Verro, membro del cda della Rai, ospite di "24 Mattino" su Radio 24. "E' inopportuno - ha aggiunto Verro - che la Rai paghi in un momento come questo tutti quei soldi lì. Tra l'altro si creano dei precedenti".

Verro poi ha commentato le indiscrezioni del Secolo XIX, secondo cui Celentano porterebbe sul palco dell'Ariston Beppe Grillo: "Sarebbe una bella bomba in tutti i sensi, francamente Grillo lo vedo dal punto di vista artistico un po' in caduta libera. Spero che Celentano non abbia tutta questa autonomia. Dare a un personaggio come Celentano l'autonomia sulle prestazioni artistiche e sui suoi famosi silenzi va benissimo, ma che possa decidere anche gli ospiti non lo so. C'è una direzione artistica. Io Beppe Grillo non lo inviterei".

A Verro non è piaciuta la gestione della vicenda Celentano: "Quando chiami uno come lui - ha detto - sai che ti infili in tutta una serie di problemi legati alla particolarità di questo grandissimo artista. O non andava chiamato o andava gestita meglio la cosa. Io avrei annunciato la sua partecipazione a Sanremo dopo aver firmato tutte le carte. Questo balletto sulla firma, l'autonomia, l'interruzione pubblicitaria non mi è piaciuto. Così come non mi è piaciuto per nulla il comportamento del direttore artistico che ha rivelato sms privati tra il direttore generale della Rai e il direttore di rete, un atteggiamento improntato alla massima leggerezza".

Verro poi ha commentato le nomine di ieri, il prolungamento della direzione del Tg1 a Maccari e la nomina di Casarin al Tgr, nomine che hanno spaccato il cda: "Dire di una Rai a pezzi è una lettura eccessiva - ha detto Verro -. Il cda si è spaccato come tante altre volte, e più per ragioni di pregiudiziali politiche che non aziendali. I due professionisti nominati sono eccellenti. L'unica colpa di Maccari è di essere "vecchio", ma nessuno lo discute professionalmente. Attribuire a lui una casacca politica è veramente sconvolgente, chiunque lo conosce lo considera come un grande aziendalista e un grande lavoratore".

Poi Verro ha aggiunto un particolare che farà discutere: "Tra l'altro è stato introdotto un principio che per me dovrebbe valere sempre, cioè la nomina a tempo con clausola di recesso in un momento in cui pende il ricorso sul Tg1 di Minzolini. Ricorso che a mio modo di vedere ha grossissime possibilità di essere accolto e dunque Minzolini di essere reintegrato. Per me il suo ricorso è fondato, quindi la scelta aziendale ieri è stata ineccepibile".

Sul rapporto tra Rai e politica Verro ha detto: "Io sogno un'azienda nella quale lo scandalo non sia la politica che chiede ma l'azienda che non cede. E garantisco che nelle nomine di ieri così è stato. L'azienda è andata avanti per la sua strada indipendentemente dalla politica".

Verro si è anche dimesso dal Parlamento visto che da un mese e mezzo cumulava due cariche incompatibili per legge: "Mi sono dimesso lunedì, l'ho fatto perché si era strumentalizzata questa vicenda. Io non potevo prevedere di ritornare al Parlamento e le prerogative del Parlamento non sono rinunciabili. Io per evitare strumentalizzazioni ho rinunciato, prima del tempo consentito per legge, a uno dei ruoli e ho tenuto, non come parecchi politici mi spingevano a fare, il ruolo in Rai. Se avessi dovuto guardare alla scelta più conveniente, avrei scelto il Parlamento".

Infine uno scatto d'orgoglio sull'evasione del canone Rai: "Chi non lo paga sbaglia, è la tassa tra le più basse d'Europa e io invito chiunque a guardare i programmi prodotti dalle tv pubbliche europee e poi la Rai. Noi per qualità e per quantità di ore prodotte siamo la tv pubblica numero uno in Europa, ce lo riconoscono tutti ma noi siamo autolesionisti e ci piangiamo sempre addosso".

 

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