DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI…
Laura Putti per “la Repubblica”
James Bond affronta uno dei casi più difficili della sua carriera. Non più quello che l'avrebbe visto combattere contro i russi e, forse, morire, come sembra racconti la sceneggiatura del prossimo 007. Ma il forfait di chi quella sceneggiatura l' aveva scritta e l'avrebbe diretta. Martedì sera, un tweet secco.
«Michael G. Wilson, Barbara Broccoli e Daniel Craig annunciano che, a causa di divergenze creative, Danny Boyle ha deciso di non dirigere più Bond 25». I 152 caratteri che sconvolsero Hollywood. Da due giorni voci, pettegolezzi, nomi, si rincorrono sui motivi dell' abbandono di Boyle a tre mesi dall' inizio delle riprese e sul sostituto del regista di Trainspotting e di The milllionnaire (8 Oscar). Ma analizziamo il tweet.
Innanzi tutto, e per la prima volta, il nome di Craig è accanto a quello dei produttori. Non è cosa da poco. Indica il nuovo potere dell'attore sulla realizzazione della saga. E dire che alla fine del 2015, dopo l'uscita di Spectre, alla domanda di Time Out: sarà il prossimo Bond? Aveva risposto: «Preferirei tagliarmi le vene».
Ma i 55 milioni di euro - cifra che include anche gli sponsor: 4 milioni e mezzo solo per tenere in mano l'ultimo modello di un telefonino di marca giapponese - devono averlo convinto a gettare la lametta. Il tweet poi indica: "divergenze creative". Buono per tutte le stagioni. Ma non in questo caso. Accettando di dirigere il 25° Bond, Boyle aveva imposto di poter mettere mano alla sceneggiatura insieme al fidato John Hodge.
Tanto che il trattamento già pronto di Neal Purvis e Robert Wade (autori dello script degli ultimi sei film della saga) era stato accantonato. Sempre secondo voci dell' ambiente cinematografico americano, Boyle e Hodge avrebbero voluto un Bond più contemporaneo, non estraneo ai temi del momento, non ultimo il #MeeToo. Giù le mani dalla Bond Girl? E se il cattivo fosse davvero russo, come la mettono, in questo momento storico, con il "politically correct"? Boyle aveva anche annunciato un "coup de cinema", che molti indicano con il fatto che, nella nuova sceneggiatura oggi dismessa, Bond avrebbe passato in prigione gran parte del film.
O che, addirittura, alla fine sarebbe morto. Voci, certo, pettegolezzi. La realtà è che adesso il film non uscirà più il 29 ottobre 2019, e che va trovato un regista al più presto. Si parla di Christopher Nolan, che sarebbe magnifico. Della danese Susanne Bier, già candidata prima di Boyle. O di Christopher McQuarrie: il suo Mission Impossible- Fallout ha già incassato 500 milioni di dollari e sono in molti ad attribuirgli uno "stile Bond".
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