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Quirino Conti per Dagospia -
Ci si era appena convinti, e non senza una qualche fatica, della nobilitata efficacia afrodisiaca della "canottiera" (débardeur, per i palati più fini), tanto che quel termine per indicarla, aggravato da infinite connotazioni di mediocrità , sembrava quasi essersi definitivamente redento, dopo che al seguito di Jean-Paul Gaultier due espertissimi di corporalità sessuata come Dolce e Gabbana - due autentici anatomostilisti -, risalendo lungo la sua storia e riconducendola letterariamente alla temperatura di 'Ossessione' e di 'La terra trema', le avevano reso tutta intera la sua potenzialità descrittiva, ci si era dunque convinti della sua ormai stabile efficacia, quando una recentissima immagine di "Umberto Bossi in vacanza" l'ha purtroppo inesorabilmente ripiombata negli inferi del più squallido grigiore stilistico.
Tanto da chiedersi persino come sia possibile che un oggetto vestimentario in sé, tale e quale, deliberatamente ricostruito per mimare l'esuberanza erotica di un Efebo di Mozia ad esempio, possa, dopo tanto lavorio per sanarne il discredito e la pessima reputazione acquisita, essersi in un baleno ridotto così.
A indumento opaco, tedioso, quasi indecente per promiscua consuetudine e, in definitiva, sgraziato: segnale di ordinaria modestia condominiale, di ristrettezze da giardinetto monofamiliare, con sdraio, ombrellone frangiato e inspiegabili cactus varesotti.
Altro che pruriginose aitanze e insolenze corporee. à bastato quel poco, in verità poco più di un acquazzone, perché un riscatto ormai pluridecennale fosse compromesso. Giacché è il corpo del monarca a legittimare anche una sciocchezza come il risvolto occasionale di un pantalone messo in moto dal principe di Galles per un eccesso di fanghiglia.
E non c'è nulla che possa danneggiare la reputazione e il credito di uno stile quanto un suo uso indebolito, spaurito, irresoluto, indeciso. Senza più energia. Come per le fogge militari in epoche di conclamato pacifismo. In quanto non sono che i guerrafondai a fare delle divise - dei settecenteschi caraco, delle sahariane ottocentesche e dei montgomery del generale Montgomery, appunto - elementi di successo e quindi di glamour: al maschile come al femminile.
Persino sui soliti Bronzi di Riace la suddetta canottiera apparirebbe oggi come un triste e malinconico reperto inconsistente. E non è necessario neppure che si tirino in ballo le sottili (diciamo così) alchimie delle correnti alleanze politiche per motivare un simile deperimento. Giacché è così e basta: come per un temporale, appunto, distruttivo dentro una radiosa stagione di sole che si era ritenuta eterna.
Perché, anche se uno stile muta per cause ragionevoli, evidenti e molto profonde, una volta che sia fiaccato e svigorito, non occorreranno più troppi argomenti per riconoscere che qualcosa della sua credibilità si è spento. Per sempre. (Naturalmente, il sempre degli stili.)
Cosicché, da oggi - o meglio, da ieri -, quell'oggetto non è più lo stesso; anzi, se n'è dolorosamente tornato a uno stadio molto più basso di quello dal quale, per il suo avventuroso recupero, si era partiti.
Come quel certo divano dorato in forma di sirena emerso tra gli arredi delle dimore della famiglia Gheddafi: un perfetto Koons, se in salute e magari persino in una galleria newyorkese, ammirato e supervalutato perché "coolissimo". Ora, invece, pura macelleria estetica. Esattamente come, prima di divenire classicamente Impero, per tutto l'arredo napoleonico:
"Anzitutto vi dirò soltanto quel che m'ha detto della loro casa... pensate che tutti i mobili sono âImpero'!".
"Ma è naturale, principessa, è la mobilia dei loro nonni."
"Non dico nulla, ma non per questo è roba meno brutta... Ho anch'io delle cose così, che Basin ha ereditato da Montesquiou. Soltanto si trovano nei solai di Guermantes dove nessuno le vede"
à il corpo del re a rendere regale anche ciò che regale non è. Oppure il danaro. O un corpo incomparabile. Ma soprattutto danaro e potere, potere e danaro.
Molta acqua dovrà dunque scendere dal Monviso in Padania - altro che sacre ampolle - prima che da Fronte del Po il nostro débardeur torni Fronte del porto.
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