donatella rettore

CHIAMATELA "PICCHIATELLA" RETTORE! "LUCIO DALLA DISSE A MIA MADRE: ‘SIGNORA, SUA FIGLIA DEVE CANTARE, MICA FARE LA TROIA’ – DONATELLA RETTORE MEMORIES: “LUCIO MI CONFIDO' DI AMARE UOMINI E DONNE. A BATTISTI CHIESI: ‘PERCHÉ NON VAI PIÙ IN TELEVISIONE? MI DISSE: ‘PERCHÉ MI DIREBBERO CHE HO LE COSCE GROSSE” - "ELTON JOHN NON MI SOPPORTAVA" - "GIANNA NANNINI? ERA NOIOSA, ALLA RICORDI CONSIGLIARONO DI IMITARMI. FECE 'FOTOROMANZA' VESTITA DA MARINARETTA, ABBASTANZA RIDICOLA..." - LA LITE CON MARCELLA E LA QUERELA DELLA BERTE'

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Estratto dell'articolo di Giovanna Cavalli per il “Corriere della Sera”

 

donatella rettore

Se la chiamo Donatella rischio una sberla?

«Ma no dai, mi chiami come le pare, anche Picchiatella, lo sono. Che poi ho un sacco di omonime, tutte disgraziate. C’è una Donatella Rettore di un paese qui vicino che passa sempre col rosso, una volta è venuta la polizia stradale per ritirarmi la patente, ho dovuto spiegare che non ero io, menomale che non è una ladra».

 

Mamma la mandò in collegio dalle suore dorotee.

«Con la paghetta e un coupon su Ciao 2001 a dieci anni ero riuscita a comprarmi un biglietto per il concerto dei Rolling Stones a Milano. Acquistai anche un posto sul treno in terza classe. Lasciai un messaggio ai miei: “Addio, vado a vivere con Mick Jagger”. Tornata dalla spesa, mamma lo trovò e corse a riprendermi in stazione, tanto quella tradotta non era ancora partita. Mi afferrò per il coppino e mi riportò a casa».

 

In collegio era una peste.

lucio dalla nella sua casa alle isole tremiti 3

«Eravamo a tavola, dopo la preghiera, mi versai in mano del budino al cioccolato, fingendo che fosse cacca. Le compagne risero, le suore no, per tre mesi mangiai da sola in refettorio, faccia al muro, meditando vendetta».

 

Poi arrivò Lucio Dalla.

«Lo incontrai a un concorso per voci nuove di Riva del Garda — arrivai prima, vincevo sempre — e mi chiese: “Le canzoni chi te le ha scritte?” “Io, però mamma non vuole”. “Ora ci parlo io”. Le disse: “Signora, sua figlia deve cantare, mica fare la tr...”. E lei: “Signor Dalla, si faccia gli affari suoi”».

 

Qualche anno dopo apriva i suoi concerti.

«Lucio era un grande, un generoso. Un giorno mi confidò: “L’amore è universale, io amo uomini e donne”».

 

donatella rettore pierluigi diaco

Primo Sanremo nel 1974.

«Era l’anno della maturità. Mamma era contraria, la convinse papà: “’Scolta Teresa, se la fijola la vuol fare del male, tanto lo fa lo stesso”. Andai, accompagnata da due zie. Mi buttarono fuori subito». [...]

 

Non solo per quello.

«Ero grassa. Insomma molto in carne, tipo Adele prima maniera. In Germania non ci facevano caso, mi camuffavo con dei camicioni di garza. Però acchiappavo un sacco, le rotondità piacevano». [...]

 

Battisti la capiva.

«Quando gli chiesi: “Perché non vai più in televisione?”, mi rispose: “Perché mi direbbero che ho le cosce grosse e le gambe a x o che mi vesto come un cretino, basta”. Certi giornalisti allora erano davvero cattivi. Con me fu gentile. “Sei molto brava”. Trovava che Splendido splendente fosse il pezzo più internazionale scritto da una donna».

 

donatella rettore

A Londra andava dallo stesso fornaio di Bowie.

«Io compravo panini, lui baguette. Timido, educato con trench e cappello. Lo guardavo muta. Al terzo giorno mi salutò: “Come va?”».

 

Elton John.

«Non mi sopportava perché lo fissavo adorante. Prendevamo il tè con i biscotti. Mi presentò George Michael. “Brava, ora vai in palestra con lui”. George mi portò nella più esclusiva della città, dove scoprii l’idromassaggio».

 

[...] Quanto si sente splendida splendente nella vita?

«Se sono sul palco, 79 volte su 100. Quello è il mio posto, sto bene, butto fuori l’adrenalina. Il successo me lo godo più oggi, allora ero stressata».

 

E le altre 21 volte?

«Ho le mie crisi, i miei attacchi di panico, le menate da artista. Sono un pelino autodistruttiva».

 

Bene se ne vuole?

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«No. Mi difendo da me stessa, non sono pazza di me. Cambierei la mia testa, vorrei essere meno emotiva, paranoica, più calcolatrice».

 

Cosa le è mancato?

«La salute, sono talassemica e nel 2020 ho avuto un tumore al seno. E la sicurezza. Non ho mai trovato qualcuno di cui fidarmi ciecamente».

 

Nemmeno di suo marito?

«Mi fido del suo amore e della sua fedeltà - anche se fosse infedele non importa - però non è uno pratico. Io pensavo a cantare, con i soldi mi hanno fregato sempre».

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Ha raccontato che la sua prima volta non fu granché.

«Fu con Claudio. Non ho un bel ricordo, mi fece un gran male. Poi ho scoperto che il sesso poteva essere bello. E ci ho scritto Kobra».

 

«Il cobra non è un serpente» creò scandalo.

«Ma va, la cantavano i bambini, era da Zecchino d’Oro».

 

Gianna Nannini.

«Era noiosa, la Ricordi le consigliò di imitarmi. E fece Fotoromanza vestita da marinaretta, abbastanza ridicola». [...]

 

Litigò pure con Marcella .

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«Nel 1986 mamma stava male ma ero stata costretta ad andare a Sanremo per non pagare una penale da 80 milioni.

 

A Vincenzo Mollica risposi che avrei preferito restare a casa. Intervenne Marcella: “Allora perché ci sei venuta?” “Sono fatti miei”. Vincenzo provò a rimediare: “Questo succede quando ci sono due primedonne”. E io: “Di primadonna qui ce n’è solo una». [...]

 

Con Loredana proprio non prendete pace.

«Disse che non vendevo dischi. Risposi che era invidiosa e mi querelò».

 

Oppure.

«Mi telefonò per dirmi che stava male. “Stammi vicino”. La richiamai. Sbraitò: ”Chi sei? Perché rompi le palle?”».

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Fate un duetto.

«No grazie, la proposta è già caduta nel nulla. Meglio con i giovani. Sto preparando un album di inediti, tra cui un pezzo fantastico con i La Sad intitolato Bipolare».

Se fosse Lory a cercarla?

«Mi scioglierei». [...]

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