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Paolo Rodari per La Repubblica
Due paesi contro, uno in Puglia, l'altro in Campania. Nel mezzo padre Pio. O meglio il suo cuore, conteso da San Giovanni Rotondo (provincia di Foggia) e da Pietrelcina (nel Beneventano), rispettivamente il paese dove il frate ha vissuto gran parte della sua esistenza e il luogo dove egli nacque nel lontano 1887.
Tutto è cominciato lo scorso 25 maggio, a Pietrelcina, nel giorno del 126esimo anniversario della nascita del frate oggi santo. Fra Francesco Colacelli, ministro provinciale dei frati minori cappuccini, presente il cardinale Angelo Bagnasco, ha annunciato l'«intenzione di portare e lasciare in perpetuo» in paese «l'insigne reliquia del cuore del santo, ora custodito a San Giovanni Rotondo in un prezioso reliquiario».
Per fra Colacelli si tratterebbe di un trasporto legittimo, visto l'attaccamento dello stesso padre Pio al suo paese natio. «Io di Pietrelcina, ricordo pietra per pietra. Molto ci deve stare a cuore il nostro paese», disse, infatti, lo stesso padre Pio alla sua figlia spirituale Lucia Iadanza. Mentre a sua nipote Pia raccomandava: «Vai a Pietrelcina e riordina tutto, perché c'è stato Gesù ed è avvenuto tutto là ».
«Farò più rumore da morto che da vivo», disse ancora lo stesso padre Pio poco prima di morire. E, in effetti, da quando il 23 settembre 1968 è passato a miglior vita, di lui si è discusso in ogni dove e in ogni modo. Così, ancora, nelle scorse ore, lungo le strade e le piazze che lo videro protagonista. Dopo l'annuncio fatto dai frati del possibile trasporto del cuore, infatti, è stata l'amministrazione di San Giovanni Rotondo a reagire. Il consiglio comunale ha subito deliberato contro il trasferimento della reliquia sostenendo che «la volontà di padre Pio era che le sue spoglie restassero qui».
Ha detto al quotidiano Il Sannio il sindaco di San Giovanni Luigi Pompilio: «Nel 2008 la provincia religiosa e il nostro comune decisero che la reliquia sarebbe uscita dal comune solo per eventi importanti e di breve durata». E ancora: «L'eventualità del trasferimento potrebbe ingenerare tensioni con i pietrelcinesi». Seppure loro, i pietrelcinesi, dicono ben altro: «à giusto che almeno il cuore venga custodito a Pietrelcina».
In vita era pietra di scandalo, padre Pio, dentro e fuori la Chiesa. A frotte andavano a trovarlo a San Giovanni Rotondo, per chiedere lumi o miracoli. Fra i tanti postulanti, anche Karol Wojtyla che chiese tramite l'amico del frate Angelo Battista la grazia della guarigione della sua amica del cuore Wanda Poltawska. Ma non tutti credevano in lui, alle sue stigmate, ai doni di profezia, ai fenomeni di bilocazione dei quali si diceva egli fosse continuo protagonista.
Oggi, è il suo corpo a far discutere. Nel 2008 feroci polemiche ne accompagnarono la riesumazione da un'antica cripta. Dal Regno Unito venne fatta arrivare a San Giovanni Rotondo una maschera di silicone color carne, per ricoprirne il viso che evidentemente non poteva essere esposto nelle condizioni nelle quali venne trovato. Solo barba, baffi e mani erano ancora pressoché intatti. L'Associazione Pro Padre Pio denunciò il vescovo di San Giovanni Rotondo, monsignor Domenico D'Ambrosio, e altri due religiosi, per aver violato il sacro sepolcro del «frate stigmatizzato» e vilipeso il suo cadavere.
E in queste ore, come allora, è ancora l'Associazione a reagire per voce del suo vicepresidente Giuseppe Saldutto all'ipotesi del trasferimento del cuore: «I defunti vengano lasciati in pace. Bisogna ripristinare la spiritualità », dice. E c'è chi ricorda un precedente che ancora fa discutere: l'«aberrante richiesta », come la definirono alcuni, del vescovo polacco Tadeusz Pieronek di estrarre il cuore dal cadavere di Giovanni Paolo II per conservarlo in Polonia, a Cracovia, a beneficio dei fedeli pronto a venerarlo.
A San Giovanni Rotondo per la prima ostensione del corpo di padre Pio (dal 2008 al 2010) sono arrivati 5,5 milioni di pellegrini. Tra questi anche Benedetto XVI, in visita il 21 giugno 2009. L'ostensione permanente ha scatenato diverse critiche per la presunta volontà dei frati di «voler fare business». I fedeli sarebbero, infatti, in calo. La nuova ostensione potrebbe dare nuova linfa a un turismo religioso in difficoltà . Ma, dicono gli stessi frati, «le ragioni dell'ostensione sono solo spirituali, di fede».
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