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1- L'UNICO EVENTO TELEVISIVO DELLE ULTIME SETTIMANE
Fulvio Abbate per il "Fatto quotidiano"
- L'unico vero evento televisivo delle ultime settimane, inutile fare finta di niente per stupido sussiego democratico e progressista, si è svolto fuori dagli abituali schermi piatti, più semplicemente ha brillato in rete, avendo come protagonista Sara Tommasi, professione se stessa, alle prese con l'atto finale di un film hard, porno, vero, dove appunto si faceva e si vedeva tutto. Un'opera non esattamente perfetta dal punto di vista estetico-formale (anche a detta di tecnici del settore come il Trentalance e il Siffredi) e tuttavia, per tasso di struggente verità , in grado di competere con il capolavoro di Antonio Pietrangeli, Io la conoscevo bene, lì la Sandrelli, qui Sara, santa (quasi) martire del tempo spettacolare berlusconiano e post.
2- IL WEB, CE L'HA ORDINATO IL DOTTORE?
Michele Serra per "la Repubblica"
- Parecchi anni fa i "microfoni aperti" di Radio Radicale fecero intendere, per la prima volta, che il prezzo di una libertà senza regole e senza selezione è moltiplicare la voce dei mascalzoni e - soprattutto - degli idioti. Oggi, su una scala infinitamente più grande, è il web che provvede a ricordarcelo. E non è necessario tirare in ballo i siti nazisti o le altre macro-paranoie che trovano, in rete, troppo comodo alloggio.
Basta leggersi i normali "commenta la notizia" che ogni sito, anche quelli dei quotidiani importanti, si sentono in obbligo di attivare. Ieri, per esempio, le edizioni online di tutti i quotidiani davano la notizia di un incidente stradale, fortunatamente non grave, a Nicoletta Braschi, moglie di Roberto Benigni.
Seguiva, tra gli altri, questo commento di un lettore: "Poteva anche prendersi un'auto più sicura di una Golf, non mi pare un'auto da signori". La domanda che dovremmo farci, e che ormai nessuno di noi si fa più, è: perché questo pensierino gretto e mediocre, un tempo confinabile al bancone di un bar, deve finire sotto gli occhi di centinaia di migliaia di persone? à obbligatorio? Lo stabilisce una legge? Ce l'ha ordinato il dottore? E soprattutto: siamo ancora in tempo per discuterne?
3- BUTTIAMO IL TELEVISORE NEL CASSONETTO
Natalia Aspesi per "la Repubblica"
- Cosa può fare l'inerme telespettatore per ribellarsi ai vergognosi maneggi attorno alla ormai miserabile Rai? à possibile che chi la finanzia con il canone, milioni di italiani, non abbia diritto di impedirne lo scempio? Già il pubblico ha fatto molto disertando sempre di più i suoi muffi canali con tutte le sue vecchie maschere in rovina. Ma se la Rai se ne frega dei suoi utenti ed è solo un luogo di distribuzione di posti e di trappola elettorale, perché non se la pagano loro?
Se non è in grado di essere plausibile anche solo un'ora la settimana per le diverse fasce di telespettatori, per quale ragione si deve pagare ciò che non viene dato? Dicono: ma non si paga la Rai, si paga il possesso del televisore. Allora perché i soldi vanno alla Rai e non per esempio agli orfanelli? Uno sciopero del canone pare purtroppo impossibile: si può comunque, anziché tenerlo spento, buttare il televisore nei cassonetti, e quindi avere il diritto di non pagare più.
4- IN CITTÃ FA CALDO...
Andrea Marcenaro per "il Foglio"
- In città fa caldo, il medico m'ha detto: meglio in campagna. Sono venuto in campagna. Non avete idea di quanto ci si rompa in campagna. C'è la frutta, solo che è troppa. Di albicocche ne ho mangiate tre, ne avanzavano venti chili. Fai la marmellata, mi sono detto. Non avete idea di quanto rompa i coglioni fare la marmellata senza nessuno che ti dica: ah che bravo, fai pure la marmellata?
Ho tolto il nocciolo dalle albicocche, le ho messe sul fuoco, faceva un caldo bestia, un po' zucchero, poi mescola, mescola, mescola. E suda, suda. Ho preso i vasetti, li ho riempiti, scottate due dita, smadonnato quel poco, appoggiati i vasetti sul davanzale per raffreddarli e allineati per bene in dispensa. Insomma, facciamola corta. O raccontavo questo, o mi veniva un'altra volta da dire che Gad sembra sempre più stronzo.
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