
DAGOREPORT - COME È RIUSCITO IL FUNERALE DI UN SOVRANO CATTOLICO A CATTURARE DEVOTI E ATEI, LAICI E…
Riceviamo e pubblichiamo:
HOLLANDE ALLO STADIO DURANTE ATTENTATI
Caro Dago,
il delicato momento che stiamo vivendo richiede unità sui contenuti, libertà nei toni. Nulla di più, nulla di meno. Che i diversi esponenti dei movimenti politici del centrodestra abbiano commentato i fatti di Parigi utilizzando sfumature retoriche diverse, rilanciando tuttavia il medesimo messaggio, è un chiaro segnale di omogeneità dei contenuti e stessa visione della realtà.
Sono pertanto destinate a non avere successo tutte quelle interpretazioni interessate di certa stampa, allineata ai desiderata di Palazzo Chigi, che enfatizzano una presunta difformità di vedute tra le diverse anime che compongono l’opposizione al governo Renzi.
Paolo Romani Renato Brunetta Matteo Salvini Giovanni Toti foto Lapresse
Era prevedibile che a qualcuno saltasse in mente di dare la colpa di tutto, forse persino degli attentati di Parigi, al centrodestra. Ce lo aspettavamo. In fondo è nei momenti più delicati che la macchina del pensiero unico si mette in moto per omologare le coscienze e banalizzare ogni forma di riflessione che in qualche maniera sia differente da quella ufficiale del potere. Alfano è arrivato, purtroppo, in un momento di caduta della lucidità mentale, a leggere nel cervello di Salvini la speranza di un attentato in Italia.
Gli ideologi del renzismo usano il richiamo all'unità nazionale per frammentare l’alleanza tra Forza Italia e Lega: non ci riusciranno.
Utilizzano pretesti e mezzi da bassa bottega dell’informazione per accentuare una divergenza che semplicemente non esiste. È un costrutto teorico di chi senza vergogna cerca di fomentare zizzania invece di imboccare lealmente la strada della coesione nazionale. Ne sono un esempio gli articoli pubblicati oggi da La Stampa e l’Unità a firma di Amedeo La Mattina e Mario Lavia. Essi si limitano a descrivere una realtà irreale. Enfatizzando le sfumature per passare indebitamente, dalla differenza di accenti, alla scissione sulle cose. Balle.
Brunetta Salvini foto Lapresse
Sarebbe bastato andare al di là degli slogan per rendersi conto, informando così correttamente i propri lettori, che Forza Italia e Lega chiedono – e non da ieri – le stesse medesime cose: coalizione internazionale contro l’Isis che coinvolga la Federazione Russa e conseguente caduta delle sanzioni economiche verso quest’ultima.
Nel descrivere la posizione comune sulla lotta al terrorismo islamico del movimento azzurro e del Carroccio chiediamo maggiore serenità e correttezza.
Innanzitutto, ponendo l’accento sull’assurda assenza di Forza Italia dal Copasir, l’organo parlamentare di controllo dei servizi segreti. Una distorsione del sistema parlamentare alla quale i presidenti delle Camere avrebbero dovuto porre rimedio già da diverso tempo. Continuiamo a non comprendere la pervicacia con la quale si continui a perpetrare una violazione della legge.
Postilla finale per sottolineare la nostra volontà persistente di difendere l’interesse nazionale e il bene prezioso della libertà del nostro popolo.
Brunetta Salvini foto Lapresse
Il luogo fisico dove sabato si sono riuniti tutti i partiti con il Premier Renzi, il tavolo dell’emergenza sicurezza, non è una generosa iniziativa dell’esecutivo, ma un impegno che il Parlamento ha dettato al governo sulla base di una nostra risoluzione del 22 aprile: “La Camera impegna il governo ad istituire un tavolo di coesione nazionale per l'emergenza immigrazione e per le crisi internazionali in atto, che coinvolga i rappresentanti dei governi che hanno maturato un'esperienza nel passato, e le forze politiche di buona volontà”.
Questa proposta non fu la trovata di un creativo, ma la continuazione della politica dei governi di centrodestra, allorché Berlusconi e il suo sottosegretario Gianni Letta istituirono un tavolo di condivisione di informazioni e decisioni con tutte le forze politiche durante i drammatici eventi dei sequestri di connazionali in Iraq.
Questa nostra iniziativa ha avuto l’avallo del Capo dello Stato, Sergio Mattarella che, dopo gli attentati in Tunisia, Kuwait e (già allora...) in Francia, chiese “spirito di coesione e compattezza, come nel nostro Paese si è stati capaci di fare nei momenti più difficili: la divisione e la paura avvantaggiano il terrorismo e sono il suo obiettivo”.
Renato Brunetta
Lettera 1
Caro Dago, una nove millimetri nella tasca di ogni europeo. Se a Parigi qualche civile fosse stato armato, quante vite si sarebbero potute salvare?
N.Caffrey
Lettera 2
Caro Dago, Hollande dice che non bisogna avere paura, ma non avevano nemmeno iniziato a sparare che lui già se l'era data a gambe!
Nino?
Lettera 3
Dago dragoi,
Alfano tuona che dopo Parigi siamo pronti al "cambio di passo". Dal suo famoso passo-doble al can-can.
Aigor
Lettera 4
Cario Dago, questo Paese non smette mai di stupire. Questa mattina è stato tolto il presidio fisso della Guardia di Finanza davanti a villa Strohl Fern, sede del liceo francese Chateaubriand di Roma.....
GF
Lettera 5
Ho individuato il business dei prossimi anni: allevare cani che fiutano esplosivi!
Giuseppe Tubi
vittime del ristorante la bell equipe
Lettera 6
Caro Dago, prima è andato con le navi a prenderne a migliaia, orgoglioso di "salvare vite umane". E ora tra quelle migliaia, Renzi vorrebbe trovare i possibili terroristi?
Camillo Geronimus
Lettera 7
Caro Dago, ma che roba è mai questa, noi salviamo i loro figli dal mare e loro uccidono la nostra Valeria Solesin a Parigi?
Lidiano Pretto
Lettera 8
Caro Dago, speriamo che dire "no al terrorismo" non significhi accendere una candela e organizzare una marcetta, come già successo altre volte.
Furio Panetta
Lettera 9
Caro Dago, ha già speso più di un miliardo di euro, per accogliere profughi e terroristi compresi sottraendo risorse alla sicurezza. Ora Renzi è quello che deve recarsi in Chiesa più spesso di tutti, a pregare che non succeda nulla.
Antonello Risorta
Lettera 10
Caro Dago, la malafede di Obama, consegnata alla Storia. Al G20 in Turchia, dopo l'attentato di Parigi, Obama elogia i raid di Putin in Siria: quegli stessi che aveva criticato a New York.
E.Crunch
Lettera 11
Caro Dago, il Circo perde una grande stella, Moira Orfei. Meno male che ci rimane Renzi, col suo tendone...
Vesna
Lettera 12
vigili del fuoco aiutano un ferito del bataclan
Caro Dago, un tempo la retorica era l'arte del dire, ora è solo l'arte di riempire i coglioni e pagine di giornali; poi arriva Bono e dice: "E' un attacco alla musica!". Quei 18 poveri cristi falciati al ristorante cambogiano che cosa stavano cantando?
Saluti
Gino Celoria
Lettera 13
Caro Dago, Renzi ha appena finito di sistemare - con apposita legge - la moglie Agnese nel posto fisso da insegnante, e subito Grillo lo imita, sistemando la prima moglie con una candidatura a Rimini. La solita zuppa.
Nereo Villa
Lettera 14
Caro Dago, nel programma di rinnovamento della chiesa, corruzione e pedofilia sembrano essere oggetto della giusta indignazione di Papa Francesco. Però anche l'inconsistente esibizionismo di alcuni suoi rappresentanti dovrebbe convincere sua Santità a riflettere sull'opportunità di rivedere, per alcuni, certi ruoli.
Per esempio quello di monsignor Galantino che domenica 15, a poche ore dalla strage di Parigi, partecipando alla trasmissione dello speciale Uno Mattina condotto da Franco di Mare, senza esprimere una parola di condanna su quanto avvenuto anzi, rifugiandosi in un generico quanto equivoco non so.. non ho capito..., si è unicamente preoccupato delle conseguenze politico sociali. Il suo grande timore, l'insorgere del razzismo antislamico, tra l'altro sarebbe veramente interessante accertare da dove questi proclami traggono i loro fondamenti.
Si è pure scagliato contro chi, anziché tacere, diffonde per sciacallaggio politico la paura per gli immigrati. Anche se il furbillo Di Mare ci ha messo del suo, pretesto Salvini ed il titolo del giornale Libero sui bastardi islamici, è deprimente che in un momento come questo la chiesa sia così mal rappresentata.
Max
Lettera 15
caro Dago,
una donna viene evacuata dal bataclan
avvisate il leader del futuro scisma Socci, i cui fedeli soccini mi sembrano più confusi dei sorcini di Renato, che nelle visioni profetiche del veggente candomblé di Bahia non devono stupire le presenze di uomini "con grandi barbe". Le "grandi barbe" islamiche ed ignoranti, nel 2005 erano note da anni: quelle dei talebani.
Si guardi la Gabanelli, invece.
cordialmente
Walter V. (no, non Veltroni)
Lettera 16
Caro Dago
dopo il massacro di Parigi e la relativa ondata di rabbia il compagno Scalfarotto non pensa (per modo di dire) altro che a una legge contro l'islamofobia. Certo che questi comunisti sono incorreggibili; dopo aver cercato per decenni di venderci ai sovietic senza successoi (si veda l"Oro di Mosca" e il recente libro sull'attentato a Flacone), a parte qualche caparra ricevuta, cercano di venderci agli islamici. Si tranquillizzino, non ci riusciranno neanche stavolta.
Colonnello Kurtz
Lettera 17
Caro Dago,
una delle 129 vittime dell attacco
chi dice che islam e terrorismo sono due cose completamente separate, significa che non sa niente di Islam o non si è preso mai la briga di leggersi due pagine del Corano, Il libro è infarcito d'odio e di attacchi continui contro i cosiddetti 'kafiruna'.
La parte dedicata alla morale, che più che morale come la intendiamo noi, sono regole civili di convivenza reciproca si riducono a una minima parte dei versetti e sono quelle poi in vigore nella maggior parte degli Stati Islamici, regole che riguardano il cibo, il divorzio, il comportamento da tenere con le mogli etc.
Che poi la maggior parte dei musulmani sono persone normali che se ne fregano di applicare alla lettera certe dottrine è un conto, ma che quella religione dice una cosa ben precisa: guerra contro gli infedeli, è un altro.
Sfido chiunque a dimostrare il contrario.
Alessandro
Lettera 18
Caro Dago, checchè ne dicano le anime candide questa è una guerra. Inutile poi farsi illusioni e discutere su cosa poter fare per prevenire questi atti, E' impossibile, il nemico non arriva con i barconi ad invaderci, è già qui.
Si può però ragionare su cosa fare dopo questi fatti. In Israele le case degli attentatori vengono immediatamente rase al suolo. Pur non arrivando a questo, perchè non prevedere l'espulsione immediata per tutti i famigliari degli attentatori identificati???
Eviteremmo, dopo il danno, anche la beffa di vederli in TV a raccontare di quanto era buono il loro caro prima di farsi saltare in un teatro, o di quanto è cattivo il paese che li ospita ma non dà loro la possibilità di vivere agiatamente.
un agente aiuta a evacuare i sopravvissuti tra cui un uomo ferito alla testa
Viz
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