DAGOREPORT - CHI L’HA VISTO? ERA DIVENTATO IL NOSTRO ANGOLO DEL BUONUMORE, NE SPARAVA UNA AL…
Natalia Distefano per "Il Corriere della Sera - Roma"
Il sindaco Ignazio Marino lo aveva assicurato anche su Twitter: «Abbiamo salvato la prima dell'Ernani». E così è stato. Nessuna polemica ieri al Teatro dell'Opera per l'apertura della stagione con il capolavoro di Verdi diretto da Riccardo Muti. La protesta dei lavoratori Slc-Cgil, Fials-Cisals, Libersind-Confsal per la mancata erogazione dei finanziamenti e il rischio degli stipendi tagliati non ha rovinato la passerella di autorità e bel mondo che quest'anno, però, hanno sfoggiato toni dimessi.
Poca mondanità e ancor meno lustrini, se si escludono quelli di una scintillante Elena Bonelli in abito principesco. Quasi assente la politica (mancavano il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, il presidente del Senato Pietro Grasso, l'avvocato generale dello Stato Michele Giuseppe Dipace e il vicepresidente del teatro Bruno Vespa), concentrata evidentemente sulla decadenza di Berlusconi dal Parlamento. L'eco è arrivata fino in teatro attraverso l'adesivo che un signore ostentava al posto del fazzoletto da taschino con la scritta: «Oggi hanno ucciso la democrazia».
A fare gli onori di casa sono stati il sovrintendente del teatro Catello De Martino, l'assessore alla Cultura Flavia Barca e il sindaco Marino, che ha ribadito l'impegno a risollevare la gestione dell'Opera. «Nessuno pretende che dalla lirica si faccia del profitto - ha dichiarato - ma in tempi di crisi è necessario avere una visione lungimirante che valorizzi eccellenze come la direzione pregiatissima di Muti, che mi auguro attragga filantropia e sostegno dei privati». Il comune farà la sua parte, ha promesso Marino, che insieme all'assessore Barca parla di circa 17 milioni di euro da mettere in campo. Non esistono ancora numeri ufficiali, mentre il faccia a faccia tra istituzioni e sindacati è rimandato a dicembre.
«A breve manderemo una convocazione alle parti interessate, nessuno escluso», ha annunciato il sindaco rispondendo ai sindacati Fistel-Cisl e Uil che lo accusavano di averli esclusi dalla trattativa sullo sblocco dei fondi. Intanto i lavoratori hanno minacciato di interrompere le repliche se non dovessero realizzarsi le condizioni fissate nel verbale d'intesa firmato lunedì, e dal pubblico della prima è arrivato per Marino uno scaramantico cadeaux: un mazzo di cornetti rossi porta fortuna.
Liquidate curiosità e polemiche, il sindaco ha atteso il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per chiudere il red carpet , dove hanno sfilato tra gli altri il presidente della Corte Costituzionale Gaetano Silvestri, il giudice Antonio Marini e lo stilista Renato Balestra, e accomodarsi in poltrona.
Fiacca l'emozione sull'inno nazionale, tutti in piedi ma con poche mani sul petto, mentre l'applauso è esploso alla fine della prima aria per Muti e gli interpreti dell'Ernani. Il talento non va in crisi.
riccardo muti e napolitano all opera di roma per la prima di ernani opera di roma per la prima di ernani diretto da riccardo muti opera di roma la prima di ernani diretto da riccardo muti napolitano all opera di roma per la prima di riccardo muti ignazio marino e napolitano all opera di roma per la prima di ernani diretto da riccardo muti ignazio marino con i peperoncini all opera di roma per la prima di ernani diretto da riccardo muti elena bonelli
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