jack nicholson

ARCHEO – JACK NICHOLSON E I “RICORDI ITALIANI”: “ANTONIONI UN ICONOCLASTA. MASTROIANNI ERA MERAVIGLIOSO, E ALBERTO SORDI...CON QUEL GESTO: LAVORATORIIII! - BERNARDO BERTOLUCCI? CI INCONTRAMMO GIOVANISSIMI A PESARO, PECCATO NON AVER FATTO UN FILM INSIEME - UN TEMPO, QUANDO VISITAVO QUALCUNO IN OSPEDALE OSTENTAVO BUONUMORE, CERCAVO DI FAR RIDERE LA GENTE. DOPO I MIEI VIAGGI NOTTURNI TRA I CORRIDOI, AVER VISTO I PAZIENTI MORIRE PIÙ PER LE VISITE CHE PER LE MALATTIE, HO IMPARATO IL VALORE DEL SILENZIO”

Estratto dell’articolo di Arianna Finos per www.repubblica.it

 

JACK NICHOLSON

Il ricordo di Jack Nicholson – […] Corinthia […] glorioso albergo londinese, a un passo da Trafalgar Square […] l’agitazione del dover affrontare Nicholson, consapevole della rarità dell’evento, preoccupata dall’imprevedibilità del carattere. […] Entro finalmente nella stanza. Nicholson, di persona meno vecchio di come appare sullo schermo in quel film dimenticabile uscito nel 2007, mi invita a sedermi vicino a lui su una panchetta. Sbircia dalla mia parte, intercetta il foglietto ripiegato e dice: «Mica avrà una lista di domande, vero?». Lo faccio sparire in tasca.

 

chiara e marcello mastroianni 2

Lui rigira la sigaretta tra le dita: «Le dispiace? La stanza d’albergo è rimasto l’unico posto in Inghilterra dove si può fumare». […] Per Nicholson ci sono due costanti, sigaretta e occhiali da sole: al paparazzo che durante il photocall del mattino gli ha chiesto di togliersi le lenti, ha ghignato: «Tu sei nuovo del mestiere, vero».

 

Stavolta, siamo nella penombra, gli occhiali se li toglie, e pian piano si gira dalla mia parte, lo sguardo diretto, il fare morbido. Si parla di arte – nella villa a Mulholland Drive ha opere di Picasso e de Lempicka, «per me dipingere è una seconda lingua», dice, «ho iniziato ritraendo i miei figli» – , di politica, anni Settanta, cinema italiano. Professione: reporter «l’esperienza più esaltante, il viaggio rocambolesco nel deserto africano, l’allegria della troupe italiana, Michelangelo Antonioni una figura paterna, meraviglioso e iconoclasta».

 

JACK NICHOLSON

Racconta di quando, 20enne, trascinò Warren Beatty a vedere Il posto di Ermanno Olmi. Al ricordo di Marcello Mastroianni e Alberto Sordi, ride: «Marcello era meraviglioso, e Alberto...»: rifà il gesto dell’ombrello di Sordi ne I vitelloni, con tanto di urlaccio: “Lavoratoriiii”. Ha appuntamento a cena con Bernardo Bertolucci: «Siamo amici, ci incontrammo giovanissimi a Pesaro, peccato non aver fatto un film insieme». E io ho provato a immaginarla più volte, quella cena tra titani.

 

LIBRO ALBERTO SORDI ALBERTO ANILE

Quella da istrione per Nicholson è una posa da tappeto rosso, a 70 anni (allora, nel 2008, oggi ne ha 86), si era appena ripreso da un’infezione alla gola dopo le riprese di The Departed di Scorsese. «Un tempo, quando visitavo qualcuno in ospedale ostentavo buonumore, cercavo di far ridere la gente. Dopo i miei viaggi notturni tra i corridoi, aver visto i pazienti morire più per le visite che per le malattie, districarsi soffrendo tra i tubi, correre a vomitare al gabinetto, ho imparato il valore del silenzio». […]

alberto sordi