marcel proust

TU CHIAMALE, SE VUOI, "PROUSTRAZIONI" - QUANDO PROUST ROSICAVA PER LE SCOPATE DEI VICINI – “FANNO L’AMORE OGNI 2 GIORNI CON UNA FRENESIA DI CUI SONO GELOSO - MI RICORDANO LE BALENE IN AMORE. SONO CAPACI DI LANCIARE URLA TALI DA FARMI CREDERE A UN OMICIDIO”

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Mario Baudino per la Stampa

 

 

L' ascensore funzionava male, gli alberi di Rue Lurent-Picha trasmettevano umidità; ma non erano questi i veri problemi di Marcel Proust, nell' appartamento al quarto piano affittato dall' aprile all' ottobre 1919. Il cruccio dello scrittore, cruccio non da poco, erano i vicini, che «fanno l' amore ogni due giorni, con una frenesia di cui sono geloso».

 

Lo scrisse a Jacques Porel, figlio della proprietaria, la divina Gabrielle Réjane che nella Recherche ispira, insieme a Sarah Bernard, il personaggio della grande attrice Berma. La lettera, probabilmente dell' estate 1919, faceva parte della collezione di un eminente bibliofilo ginevrino. E' stata battuta all' asta a Parigi 28.336 euro. E li vale tutti.

 

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Lo scrittore si concede anche un dotto riferimento: i vicini gli ricordano «le balene in amore», di cui parla Michelet. È una certa mesta autoironia: «Se penso - aggiunge - che per me la sensazione (del rapporto sessuale. Ndr) è più debole di quella di bere un bicchiere di birra fresca, invidio davvero queste persone capaci di lanciare urla tali da farmi credere, la prima volta, a un omicidio». In ogni caso, non si abbassa a chiedere esplicitamente che vengano ammoniti, silenziati o cacciati, i molesti vicini: solo che si faccia sapere «alla vostra signora madre di non attribuirmi tutto questo baccano». L' inquilino perfetto.

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