1. IL DIVINO QUIRINO CONTI NON SI SOTTRAE AL RICHIAMO DELLA SUA TERRA, LE MARCHE, E SI AVVENTURA IN UN CINEMINO SGARRUPATO, MALSEDUTO TRA PENSIONATI A PREZZO RIDOTTO “RAGGRUMATI COME PER UN FUNERALE”, A VEDERE “IL FAVOLOSO GIACOMO” DI MARTONE 2. “LE PREMESSE C’ERANO TUTTE: UN PROGETTO TRA IL PRETENZIOSO E IL PATETICO; UN REGISTA D’EPOCA VELTRONIANA; FOTO PREOCCUPANTI QUANTO A COSTUMI; L’ENTUSIASMO PREVENTIVO DEL GIORNALISMO MILITANTE; L’INEVITABILE PASSAGGIO, PER IL “TIMBRO UFFICIALE”, A ‘’CHE TEMPO CHE FA’’ (CON RELATIVA ESTASI DEL VEGGENTE FAZIO-BERNADETTE)’’ 3. ‘’E POI, INVECE, IL FILM. E CHE FILM! PERSINO BELLO E CON IMMAGINI A TRATTI SFOLGORANTI. MA SOPRATTUTTO LUI, LEOPARDI-ELIO GERMANO. LUI, TALE E QUALE. TANTO VERO E POTENTE DA CANCELLARE QUALSIASI DUBBIO, SU UN ALTRO ANCORA PIÙ VERO E CONVINCENTE. E DUNQUE, A MOTIVO DI QUELL’ATTORE, UN’INCONTENIBILE COMMOZIONE DALL’INIZIO ALLA FINE"

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Quirino Conti per Dagospia

 

Quirino Conti Quirino Conti

Le premesse c’erano tutte: un progetto tra il pretenzioso e il patetico; un regista d’epoca (veltroniana); foto di scena preoccupanti quanto a costumi; l’entusiasmo preventivo del giornalismo militante; l’inevitabile passaggio – per il “timbro ufficiale” – a Che tempo che fa (con relativa estasi del veggente Fazio-Bernadette Soubirous);

 

addirittura un pellegrinaggio a Recanati del gotha del progressismo italiano – Natalia Aspesi – per una festa di popolo in costume; il prosciugamento di ogni riserva aurea marchigiana (regione notoriamente tiratissima) per i molti finanziamenti pubblici e privati all’Opera; alcune improvvide dichiarazioni del regista;

 

elio germanO giacomo leopardi UN GIOVANE FAVOLOSOelio germanO giacomo leopardi UN GIOVANE FAVOLOSO

quindi, in una sala risicato di quelle che poi è del tutto inutile chiedersi perché non si vada più volentieri al cinema, un gruppuscolo di pensionati a prezzo ridotto raggrumati come per una tristissima riunione di ex compagni di classe alla ricerca del tempo perduto. O per un funerale.

 

Nella fila di fronte, una ottantenne con sneakers fucsia e jeans délavé: bionda e boccoluta davanti, dietro praticamente niente. E accanto a lei un coetaneo che parlava a voce alta come fossero in strada.

 

elio germano giacomo leopardielio germano giacomo leopardi

E poi, invece, il film. E che film! Persino bello e con immagini a tratti sfolgoranti (seppure certi improvvisi giovanilismi musicali e qualche didascalismo creativo qua e là facciano storcere il naso).

 

Ma soprattutto lui, Leopardi-Germano. Lui, tale e quale. Come si sarebbe potuto rintracciare nel cuore di chiunque. Tanto vero e potente da cancellare qualsiasi dubbio, qualora se ne fossero avuti, su un altro ancora più vero e convincente. E dunque, a motivo di quell’attore, un’incontenibile commozione dall’inizio alla fine.

 

IL GIOVANE FAVOLOSO - Il giovane Favoloso, regia di Mario Martone, 2014IL GIOVANE FAVOLOSO - Il giovane Favoloso, regia di Mario Martone, 2014

Per gli occhi, lo sguardo, l’espressività; ma soprattutto per quel corpo che a poco a poco finiva per trasformarsi piegandosi e quasi accartocciandosi. Tanto vero da essere il suo. E non perché da qualche parte ce ne fosse una prova oggettiva, un modello originale incontestabile. Solo perché quello era lui: e non poteva che essere così.

IL GIOVANE FAVOLOSO - Il giovane Favoloso, regia di Mario Martone, 2014 IL GIOVANE FAVOLOSO - Il giovane Favoloso, regia di Mario Martone, 2014

 

Tanto che persino il temuto ridicolo di versi immortali in bocca a un simil-poeta in maschera crollava di fronte a quanto si vedeva e si udiva. Come se tra le sue labbra, dopo essere state suono, le parole si mutassero in materia. Su lineamenti letteralmente rimodellati dalle sillabe appena pronunciate.

 

elio germano giacomo leopardi elio germano giacomo leopardi

E così, mentre la furia e l’irritazione iniziali erano come sparite, lui, quel Giacomo Leopardi tanto vero, aveva finito per espandersi molto oltre la piccola sala dove si era: obbligando tutti, quando le luci si sono riaccese, a un silenzio incantato. Per così tanta bellezza e verità.

 

Ecco perché questo film, pur con qualche limite, è un film da vedere: per un interprete che giganteggia.

 

IL GIOVANE FAVOLOSO - Il giovane Favoloso, regia di Mario Martone, 2014 - Pompei in una scena del filmIL GIOVANE FAVOLOSO - Il giovane Favoloso, regia di Mario Martone, 2014 - Pompei in una scena del film

A questo punto, però, una domanda sorge spontanea: e a Venezia? Cosa è successo a Venezia? Cosa è accaduto perché non ci si accorgesse di un simile miracolo? Evidentemente, le immancabili Sorelle Orvietane hanno rubato la scena a chiunque. Loro sì, un autentico miracolo. Ma soprattutto un mistero.