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IL SERVIZIO DI GIAMPIERO AMANDOLA SUI NAPOLETANI
http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=eI8nJHoZoEo
Da "la Stampa"
Licenziato per le frasi irriguardose sui napoletani. Giampiero Amandola, l'autore del servizio sulla vigilia di Juventus-Napoli, andato in onda lo scorso 20 ottobre sul Tgr Piemonte, non è più un giornalista Rai. L'azienda di viale Mazzini ha scelto la via dura per punire il cronista, sospeso da un mese e dalla prossima settimana fuori dall'organico della redazione di Torino, che ha annunciato l'intenzione di impugnare il provvedimento.
Nel servizio realizzato fuori dallo Juventus Stadium poche ore prima del match di campionato tra bianconeri e napoletani, e andato in onda nella edizione serale del Tgr Piemonte, Amandola intervista alcuni tifosi juventini.
«I napoletani sono un po' ovunque, come i cinesi...», dice uno di loro al microfono. Il giornalista non stigmatizza la battuta, ma rincara la dose: «Vi distinguete dalla puzza, con molta signorilita'...», è il suo commento finito su You Tube, su Facebook e sui principali siti dedicati ai tifosi del Napoli, con migliaia di post.
E con una lunga coda di polemiche, culminata nella decisione della Rai di sospenderlo - due giorni dopo il servizio incriminato - «per l'inqualificabile e vergognoso servizio». Con tanto di scuse ufficiali del direttore generale, Luigi Gubitosi, al sindaco di Napoli, Luigi De Magistris. Perché la Rai, è la netta presa di posizione presa all'epoca da viale Mazzini, «è e sarà sempre in prima fila nella lotta contro ogni forma di razzismo e la stupidità che l'accompagna».
Oggi pomeriggio il Comitato di redazione della sede torinese della Rai, che si era subito scusato con i telespettatori per gli «apprezzamenti irrispettosi nei confronti dei tifosi napoletani», ha comunicato la notizia del licenziamento agli altri redattori.
Proprio alla luce delle scuse, questa sera il segretario della Stampa Subalpina, il sindacato dei giornalisti piemontesi, Stefano Tallia, parla di un provvedimento «sproporzionato». E, pur riconoscendo «la gravità dell'errore», si augura che nel contenzioso che si aprirà con la decisione di Amandola di impugnare il provvedimento si trovi «un accordo» in grado di «evitare una conclusione drammatica della vicenda».
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