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Manuel Fantoni su Raquel Welch: 'du chiodi'
Silvia Bizio per la Repubblica
JO RAQUEL Tejada, padre boliviano, madre irlandese- americana, nata nel 1940 a Chicago, al mondo Raquel Welch, attrice e sex symbol internazionale. Una bellezza da lasciare senza fiato, non priva di humour e simpatia, celebre dal 1966 nel ruolo dell' amazzone seminuda in Un milione di anni fa, film che oltre a catapultarla nella popolarità smosse la libido del maschio moderno come Marilyn o Jane Mansfield.
Era la pin-up dell' epoca ma anche oggi, a 76 anni, Welch (cognome del primo marito, James Welch, padre dei suoi due figli, David e Tawnee) si fa ancora notare: non troppo rifatta, ma puntigliosamente in forma e cotonata, trucco e denti perfetti, portamento tuttora sinuoso ed elegante. Le teste si girano ancora al suo passaggio. Ora è nella commedia How to be a latin lover accanto al divo messicano Eugenio Derbez, guarda caso considerato il Marcello Mastroianni del Messico. Nel film Raquel ha una piccola ma gustosa parte nei panni di una miliardaria che Derbez tenta inutilmente di sedurre.
Moglie seriale (dopo James Welch ne sono venuti altri tre), Raquel non ha perso nulla della sua joie de vivre, come traspare in questo incontro avvenuto al Four Seasons di Beverly Hills.
Recitando da quasi 60 anni conosce bene l' industria del cinema: quanto è cambiata?
«Grazie per ricordarmi gli anni che passano, anzi, quanti! (ride). Sa, le cose cambiano continuamente ma quello che importa è divertire. La mia vocazione è sempre stata la commedia leggera, o i musical, non le cose pesanti coi "messaggi", credo di poter ancora far ridere».
Quando era giovane voleva far ridere o piuttosto sedurre?
«Giuro che la mia fantasia fin da ragazzina era fare commedia, vedevo la Monroe e volevo essere come lei, o come Lucille Ball. Andavo al cinema e vedevo Ann Margret o Jane Russell e volevo essere come loro. Grandi dive, belle, glamour, ma anche di indubbi personalità e talento, mica delle sceme: sognavo di essere come loro, anzi, confesso, mi sentivo come loro. Sentivo di poter far parte di quel club».
Le interessa ancora la moda?
«Certo, è parte integrante dell' essere donna, non crede? Ma coordinare colori e disegni e tessuti, mamma mia che mal di testa. Per non parlare delle scarpe, la borsetta, e perfino il reggiseno, anche se quello oramai lo vedono in pochi! Una volta non era così: anche il reggiseno andava coordinato con la camicetta.
Insomma, anche alla mia età ci tengo ad apparire bella, diciamo a fare del mio meglio con quello che la natura ancora mi concede ».
Ha qualche rimpianto?
«Mi sono sposata troppo presto la prima volta: avevo 18 anni.
Certo, ho avuto i miei due meravigliosi figli, ma ero troppo giovane, avrei dovuto aspettare un po'. Mia figlia, Tawnee, ha girato Cocoon, la ricordate? Com' era bella, e lo è ancora, altro che io!
Costrinsi mio marito a venire a Hollywood perché sognavo di recitare da quando avevo 7 anni.
Lui era allergico all' idea. E poco a poco l' ho perso. Questo rimpiango. Ho fatto pubblicità e tanto modeling, non mi tiravo mai indietro, posavo in bikini, ma facevo anche teatro, fino ai primi film. Ce l' ho fatta, ma quanti lavoretti nel frattempo».
Per decenni ha rappresentato l' idea del sex-appeal. Cos' è sexy per lei?
«È una domanda senza risposta. Sex-appeal, sex symbol, sono concetti inafferrabili. Ma non fraintenda, mi ritengo fortunatissima di essere stata accostata all' immagine del sex symbol su cui senza dubbio ha preso forma la mia carriera. Ma non era una cosa calcolata. Un' immagine sexy adesso la si costruisce scientificamente a tavolino, allora, ai miei tempi, non era così, accadeva e basta».
Quali sono le dive sexy di oggi?
«Charlize Theron? Kristen Stewart? Dipende dai film, dai ruoli. Sono ragazze o donne bellissime, ma a volte spengono il loro innato sex-appeal, lo minimizzano. Sembrano ragazze qualsiasi.
Questo non accadeva ai miei tempi. Se eri sexy lo dovevi essere sempre».
E tra i maschi?
«C' è bisogno di chiederlo? Mia cara, Brad Pitt! Chi non vorrebbe baciarlo?».
Crede che Hollywood abbia perso glamour?
«Ormai si ha paura dell' evasione, della leggerezza. Oggi si vogliono risolvere i problemi del mondo. Ricordiamoci però che siamo un' industria di favole e cantastorie. Anche chi soffre ha voglia di divertirsi un po'. La serietà interessa chi non deve lottare per sopravvivere giorno dopo giorno».
RAQUEL WELCHcharlize teron da oscar brad pitt fight club
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