FLASH! - FERMI TUTTI: NON E' VERO CHE LA MELONA NON CONTA NIENTE AL PUNTO DI ESSERE RELEGATA…
1 - DAGONEWS
Volano gli stracci tra Vuoto Daria Bignardi e gli autori di Politics, con la direttora che ha puntato il dito contro gli autori della redazione, colpevoli a suo avviso di essere a corto di idee e gli autori che hanno ribattuto di avere a disposizione un conduttore freddo, sconosciuto e poco incisivo, quel Gianluca Semprini venduto ai giornali come il 'nuovo' Vespa che doveva cambiare la storia dei talk e si è rivelato il un conduttore 'trasparente' e respingente agli occhi del pubblico.
Neanche col traino di rischiatutto e col vero Bruno Vespa seduto accanto a lui Semprini e' riuscito a risalire dal fosso in cui ha fatto precipitare il programma. Una sconfessione totale che rischiava di trascinare nel baratro anche “Mi manda Raitre”. L'analisi delle curve e' impietosa. Politics ieri intorno alle 22 ha toccato perfino l'1 di share.
Troppo poco per tenerlo in vita. Oggi Campo dell'Orto e Verdelli non hanno nascosto tutto il loro disappunto e il loro fastidio per Semprini e Daria Bignardi che con il fiasco clamoroso di Politics stanno diventando motivo di imbarazzo per loro. Protestano tutti ormai, i pubblicitari in testa, e come se non bastasse con questi ascolti la Rai viene messa in cattiva luce, esposta a polemiche e attacchi violenti che arrivano da più fronti.
Dal settimo piano di viale Mazzini sperano che la direttora salvi lo spazio informativo del martedì sera cambiando subito format e conduttore e facendosi trovare pronta all'appuntamento cruciale del referendum renziano. Non importa se questo significa sconfessare se stessa e le sue scelte. Politics e Semprini hanno fallito, bisogna voltare subito pagina. E alla svelta. Con buona pace di Vespa, quello vero, che su Raiuno ieri ha fatto il 12 per cento di share.
2 - TALK E POLITICA, LA RAI CAMBIA ROTTA
Goffredo De Marchis per “la Repubblica”
La Rai corre ai ripari, ci mette una pezza sperando che non sia peggiore del buco. Scatta un piano d’informazione sul referendum che prevede spazi in tutte le reti e a tutte le ore. Troppo forte lo schiaffo ricevuto dal confronto Renzi-Zagrebelsky andato in onda su La7 con risultati d’ascolto sorprendenti (8 per cento). Troppo scarso lo share di Politics, la trasmissione di Raitre fortemente voluta dal direttore Daria Bignardi, che non regge il peso di unico talk della Rai rimasto dopo la soppressione di Ballarò e Virus.
L’ennesima Caporetto del programma condotto da Gianluca Semprini, martedì sera, (appena il 2,5 per cento) ha convinto il dg Antonio Campo Dall’Orto a una correzione di rotta totale e a stravolgere i palinsesti per offrire il massimo di informazione sul quesito costituzionale al voto il 4 dicembre. Con uno sforzo mai visto prima. In un’azienda che vive una tensione in costante crescita. Tra Matteo Renzi e i vertici di Viale Mazzini, tra il Cda e Campo Dall’Orto, tra il direttore editoriale Carlo Verdelli e i consiglieri. «Se volete che me ne vado, lo faccio domattina - ha minacciato Verdelli nella riunione di ieri -. Basta con le polemiche sul piano editoriale. Verrà presentato il 15 novembre come previsto».
Speciali, tribune referendarie, approfondimenti in tutte le trasmissioni giornalistiche. La Rai schierata per il referendum con tutta la sua potenza. Si passa quindi da un’iniziale distrazione alla concentrazione assoluta. Verrà soprattutto coinvolta Raiuno. Gli ultimi tre mercoledì di novembre, in prima serata, vedranno sulla rete ammiraglia, in prima serata, tre puntate straordinarie dedicate al quesito.
La loro organizzazione è affidata al Tg1 e a Porta a porta. Verdelli vorrebbe evitare che a condurle fosse, come sempre, Bruno Vespa. Preferirebbe che ci fosse un giornalista del Tg1 affiancato dai direttori di tutte le altre testate Rai: Di Bella, Colucci, Mazzà, Montanari. Il conduttore però è ancora un rebus. È certo invece che ospiteranno, in regime di par condicio, un esponente del Sì e uno del No.
Ma Raiuno va oltre. Per quindici serate, subito dopo il telegiornale, andrà in onda una striscia, in competizione con Otto e Mezzo, dedicata ogni volta a un faccia a faccia. L’idea è quella di affidarla a Semprini, vista la capacità dimostrata su Sky di “tenere” i confronti tra i candidati. Ma non è affatto detto che finisca così. Politics invece, già da martedì, si trasformerà in una tribuna sul referendum. La penalizzazione e la marginalizzazione sono però evidenti. Con le prime serate su Raiuno, un confronto tra pesi massimi finirebbe lì e al programma di Raitre resteranno le briciole. Per dire: se mai ci sarà il duello Renzi-D’Alema, Mario Orfeo non se lo lascerà scappare.
Lo stravolgimento della programmazione è un’ammissione di colpa del direttore generale: la Rai rischiava di lasciare il primato dell’informazione a La7 e a Enrico Mentana, proprio alla vigilia di un appuntamento giudicato da entrambi gli schieramenti cruciale per la politica italiana. Il tempo per rimediare c’è, ma le reti dovranno fare una corsa. Mobilitato anche il Tg2 con appuntamento quotidiano dal lunedì al venerdì. Rainews avrà uno spazio alle 21,30, il Gr1 altre strisce.
La riunione del Cda ieri ha occupato tutto il pomeriggio con un’appendice prevista per stamattina. Clima teso, consiglieri poco convinti. Sono stati approvati i piani editoriali dei neodirettori di Tg e i vicedirettori. Il ricambio maggiore c’è stato al Tg1, con il ritorno in prima linea di Maria Luisa Busi, ex anchorwoman del Tg delle 20. Anche al Tg2 va registrato il ritorno di Andrea Covotta.
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