DAGOREPORT - MA QUALE TIMORE DI INCROCIARE DANIELA SANTANCHÈ: GIORGIA MELONI NON SI È PRESENTATA…
Stefano Landi per il Corriere della Sera
È la notte dei Soul System. Neri non più per caso.
Cinque ragazzi che Brescia e Verona hanno rubato a New Orleans. Un po' Daft Punk un po' A-Team. La favola della decima edizione di «X Factor».
Ripescati dal loro giudice Soler per la rinuncia di un gruppo con ciuffo da aspiranti One Direction. Entrano loro e suonano come un' orchestra black.
Battono Gaia Gozzi, la più piccola nel loft di «X Factor», emiliana con origini brasiliane, 18 anni e due occhioni azzurri.
E pensare che erano partiti in 50 mila. La maratona arriva alla volata finale di voci e stili.
La prima manche dei duetti costa l' eliminazione a Roshelle, la Rihanna di Lodi, pupilla (pure troppo) di Fedez, al punto di essere considerata una minaccia di cuore per Chiara Ferragni. La concorrente più a fuoco a livello discografico, che su iTunes ha già piazzato il suo singolo «What U Do To Me» ai piani alti, se ne va per prima.
Terza finisce Eva Peverello, 27 tatuaggi e un inedito che sembra resuscitato dagli archivi migliori di Mina. Omaggio della penna di Giuliano Sangiorgi dei Negramaro e degli arrangiamenti orchestrali degli Afterhours. L' unica finalista che ha scelto di cantare in italiano. Con un passato personale complicato che preferisce cantare.
È soprattutto la notte della storia di quattro artisti che a un talent hanno chiesto di cambiargli la vita. Passando dalla dimensione di uno studio televisivo all' abbraccio dei quasi 9 mila del Forum d' Assago, subito travolti dal rock di Ligabue, pure lui folgorato sulla via delle scenografie di Luca Tommassini (il direttore artistico). «Usate la musica per far vedere quanto vi sapete divertire», il consiglio del Liga dopo aver infiammato il Forum con «G come Giungla» e «Balliamo sul mondo».
In un clima all' americana tutto lustrini ed effetti speciali: il palco a 360 gradi si prende tutto il parterre e si specchia nel muro di telefonini del pubblico più giovane e permette anche a quelli seduti in piccionaia di sentirsi uno spicchio di show. La serata la aprono gli One Republic offrendo un' occasione di duetto ai quattro finalisti che finiscono quasi in braccio alla gente.
Una serata in tre atti che si apre coi duetti: Gaia gioca a fare Alicia Keys nel duetto virtuoso con Giorgia. I Soul System che giocano in casa col tifo tutto dalla loro parte scatenano il clima festaiolo sulla strada tra Roma e Bangkok con Giusy Ferreri e Baby K. Poi tocca a Eva che si appoggia sulla chitarra di Carmen Consoli e grida il suo «Ultimo bacio».
Ha chiuso Roshelle con i Clean Bandit, nel momento che Fedez definisce «la quota attualità della serata». Non abbastanza per andare avanti: il voto in chiaro del pubblico (ieri sera più ampio) con la diretta su Tv8 e di chi l' ha sentita per la prima volta su Radio Deejay ha probabilmente aperto a un voto più popolare in direzione Soul System.
I giudici recitano la parte dei buoni, con parole (quasi sempre) zuccherose per tutti.
Soler sfodera lo smoking, Fedez la parlata giovane che piace anche ai meno giovani, Manuel Agnelli che invita i giovani a cantare in italiano «per non essere provincia dell' impero americano» e Arisa che prende fischi che neanche allo stadio nelle trasferte peggiori («siete dei maleducati», è il tormentone della serata).
Per «X Factor» si chiude un' altra stagione da record (1.236.000 spettatori medi per puntata), c' è già chi butta l' occhio al futuro. Il timone di Alessandro Cattelan è meno saldo che un tempo. Lui, ancora sotto contratto con Sky per tutto il 2017, ha smentito i corteggiamenti insistenti di mamma Rai. In giuria Manuel Agnelli e Soler sono state scommesse azzeccate perché professionali, meno il ritorno di Arisa, quasi processata dal pubblico per tutta la finale. Fedez ormai è veterano. Per i ragazzi da oggi inizia la vita vera. Si dovrà galleggiare e sopravvivere nel mare in tempesta della musica.
eva e cattelanevaLUCA TOMMASSINI STUDIO X FACTOR
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