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Marco Giusti per Dagospia
Coraggio. Almeno qualche buon film arriva. Ristudiatevi un po’ di storia recente e andate a vedere Lo stato contro Fritz Bauer, ottimo e serissimo film diretto da Lars Kraume, che lo ha scritto assieme a Olivier Guez, sulla caccia al criminale nazista Adolf Eichmann condotta alla fine degli anni ’50, in una Germania che stava faticosamente uscendo dalla guerra, dal procuratore generale dell’Assia, Fritz Bauer, interpretato qui da un magnifico Burghart Klaussner, già visto in film come Il nastro bianco, Good Bye Lenin, The Reader.
Il procuratore Bauer scopre, dopo molte ricerche condotte personalmente, che Eichmann vive allegramente in quel di Buenos Aires e lavora, guarda un po’, nell’agenzia argentina della tedeschissima Mercedes Benz. Chissà ci lo avrà aiutato? Intende portarlo di peso in Germania per processarlo come criminale di guerra. Ma si muove in una Germania che preferisce nascondere e dimenticare il proprio passato, e tutte le sue connivenze vecchie e nuove, piuttosto che riportarlo alla luce.
Una Germania che tende inoltre a fare buoni affari economici (soprattutto di armi) con la nuova Israele piuttosto che mettere in piedi processi pubblici a vecchi nazisti che hanno ancora tanti amici in patria. Così non riesce a aver nessun tipo di aiuto dai propri capi per far estradare Eichmann e si muove in un terreno oltremodo minato. Inoltre gli peserà non poco il fatto di essere sia un ebreo scappato non eroicamente in Danimarca negli anni di guerra rientrato, sia un omosessuale dichiarato in un paese che ancora punisce per legge le relazioni con prostituti maschi (e lo farà fino al 1994).
Ma Fritz Bauer non si ferma di certo. E, visto che non riesce a risolvere molto col proprio paese, passa l’informazione del nascondiglio di Eichmann al Mossad, il servizio segreto israeliano. Che porta di peso Eichmann a Gerusalemme mettendo in piedi un celebre processo nel 1962 e condannandolo a morte di fronte a tutto il mondo.
Se tutto ciò per Fritz Bauer è uno smacco, visto che la sua idea era di portarlo in Germania e di farlo condannare dal suo popolo, per lo stato tedesco quello che ha fatto il procuratore, cioè trattare col Mossad, è addirittura un alto tradimento.
E di questo Bauer dovrà rispondere. Preferito da tutta la critica internazionale a un altro film tedesco dedicato a un soggetto simile, Il labirinto del silenzio del milanese Luca Ricciarelli, Lo stato contro Fritz Bauer, che ha vinto vari premi in patria oltre a quello del pubblico al Festival di Locarno, è diretto da Lars Kraume come un’ottima fiction di ricostruzione storica e trova in Burghart Klaussner un protagonista prestigioso che si cuce addosso un Fritz Bauer assolutamente non convenzionale. In sala dal 28 aprile.
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