“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL…
VIDEO "MORE! - http://www.youtube.com/watch?v=doE_lNRyMlA
Marco Giusti per âDagospia'
Se "More", la canzone scritta per "Mondo cane", il film scandalo di Jacopetti e Prosperi, fece vincere a Riz Ortolani un Grammy, una candidatura all'Oscar e aprì le porte di Hollywood e del cinema internazionali a lui e alla sua compagna e interprete Katyna Ranieri, credo che la colonna sonora di "I giorni dell'ira", celebre spaghetti western di Tonino Valerii, gli abbia ridato nuova gloria per tutti gli anni '2000 una volta che Quentin Tarantino inserì il pezzo in "Kill Bill". E altri brani dei suoi cult movie anni '60 e '70 troviamo in "Inglorious Bastards", sempre di Tarantino e in "Drive" di Nicolas Winding Refn, dove ascoltiamo la bellissima "Oh My Love", cantata da Katyna Ranieri.
Se ne va a 87 anni, ma giustamente celebrato da tutto il mondo del cinema, Riz Ortolani, genio musicale diviso fra jazz, radio, tv, canzoni e grandi film popolari, western, polizieschi, esotici, erotici, bellicci, commedie, perfino horror. Con qualche regista ha avuto davvero un rapporto privilegiato, Gualtiero Jacopetti, da "Mondo cane" a "Africa addio" e "Addio, zio Tom", per Tonino Valerii e il suo cinema western, per Pupi Avati, che ha seguito in ben 15 film fino alla serie tv che è andata in onda pochi giorni fa.
Ma ha musicato anche molti polizieschi di Damiano Damiani, gli erotici anni anni'90 di Tinto Brass, da "Miranda" a "Paprika", i grandi horror di Antonio Margheriti, "Danza Macacra" e "La vergine di Norimberga", molte commedie di Pasquale Festa Campanile, da "Porca vacca" a "Più bello di così si muore", due capolavori thriller di Lucio Fulci come "Una sull'altra" e "Non si sevizia un paperino".
Senza scordare la colonna sonora per "Il sorpasso" di Dino Risi, più o meno dello stesso anno di "Africa addio" e di "Danza macabra", agli inizi degli anni '60, quelle di ultraculto di "Cannibal Holocaust" e di "La ragazza dal pigiama giallo" di Flavio Mogherini, che lo rendono una specie di divinità tra i fan del cinema di genere. Ma anche il kolossal zeffirelliano "Fratello sole, sorella luna", con canzoni cantate da Donovan in inglese e da Claudio Baglioni in italiano.
Compositore classico, nato a Pesaro e diplomato al Conservatorio Rossini della sua città in composizione e flauto, Ortolani è da subito pazzo per il jazz e la musica americana. Gira il mondo suonando e in Messico sposa Katyna Ranieri, attrice e cantante. Lo vediamo anche attore, nel ruolo di se stesso, assieme alla Ranieri nel film messicano di Tito Davison "Musica de siempre" del 1958.
I suoi primi lavori in Italia sono alla Rai, alla Radio con il programma "Occhio magico". Per la tv comporrà anche moltissime musiche per gli sceneggiati degli anni '60, da "La cittadella" a "David Copperfield" a "La fiera della vanità ", ma sarà il cinema a dargli le maggiori soddisfazioni.
Inizia ufficialmente nel 1954 con il buffo "Le avventure del Sor Clemente" con Alberto Talegalli, ma il successo arriverà proprio nel 1961 con "Africa addio" e il Grammy e la candidatura all'Oscar di "More", una canzone che avrà ben 300 diverse versioni in tutto il mondo. E' grazie a "More" che Ortolani da una parte riuscirà a alternare il lavoro per i film italiani e da un'altra per il cinema americano e internazionale.
Musica grandi film internazionali come "Una Rolls Royce tutta gialla" di Anthony Asquit e per quel film compone anche la canzone "Forget Domani" sempre cantata dalla Ranieri, "Doringo" di Arnold Laven, "Sette volte sette", uno dei rari film americani di Vittorio de Sica, "La ruota di scorta della signora Blossom" di Joseph McGrath, western bizzarri come "Madron" e "I giorni dei lunghi fucili" di Don Medford, "lo sbarco di Anzio" di Edward Dmytryk, la commedia "La statua" di Rod Amateau, "Buongiorno, signora Campbell" di Melvin Frank, "Joe Valachi" di Terence Young.
Se era imbattibile nel genere esotico, è il primo compositore italiano a imporsi nel western europeo, se si pensa che le sue composizioni per "I sette del Texas" e "I tre spietati" di José Romero Marchent anticipano le musiche di Ennio Morricone per Sergio Leone. E si impone anche in germania con la colonna sonora del film di Winnetou "La battaglia di Fort Apache".
Se l'arrivo di Morricone è dilagante nel western, Ortolani trova rifugia nel poliziesco e nel thriller, nei film di Damiani, Lizzani e Fulci e poi nella commedia, sempre sperimentando e mischiando jazz e sonorità di ogni parte del mondo. Lo troviamo in film assolutamente curiosi, come "Le avventure di Gérard" di Jerzy Skolimoski, nell'incredibile "Il merlo maschio" di Pasquale Festa Campanile, tratto da una sceneggiatura di Luciano Bianciardi, dove protagonista è proprio un musicista, in qualche thriller di culto come "L'Etrusco uccide ancora" di Armando Crispino, nel demoniaco "Chi sei?", nell'erotico samperiano "La bonne".
Ma sarà il grande recupero tarantiniano di questi ultimi anni, con la musica di "I giorni dell'ira" spalmata in "Kill Bill 2" e in "Django Unchained" e quella di "Al di là della legge" in "Inglorious Bastards" a dare nuova vita alla sua grande musica per il cinema di genere anni '60.
rizOrtolani rizOrtolani rizOrtolani QUENTIN TARANTINO VINCE L OSCAR PER DJANGO MIGLIOR SCENEGGIATURA ORIGINALE per gentile concessione di Giampaolo Lomi GUALTIERO JACOPETTI per gentile concessione di Giampaolo Lomi GUALTIERO JACOPETTI il_sorpasso1
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