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“ROVINA” POWER: “IO E AL BANO? LA GENTE CI VORREBBE INSIEME MA NON DEVO SPIEGARE A NESSUNO SE OGGI SIAMO UNA COPPIA - SANREMO? LA PRIMA VOLTA MI SONO DETTA “MA CHI ME L’HA FATTO FA’, VENIRE IN QUESTA BOLGIA” - YLENIA? È VIVA, LO SO”

Michela Proietti per il “Corriere della Sera”

 

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Di quel 26 luglio 1970 ricorda soprattutto il caldo bestiale. Le sue nozze tra gli ulivi del Salento furono puro anti-romanticismo. «Mi tornano in mente i fotografi con la pance nude e sudate che si lanciavano i rullini da una parte all’altra. Mia mamma si era rifugiata sopra una cupola e la nostra auto era spinta a folle per non urtare la gente». Anche il vestito non era quello delle favole. «L’ho indossato senza averlo mai visto e provato prima, ero incinta di 5 mesi e ci siamo sposati nell’unico giorno in cui Al Bano non aveva impegni. La giornata era andata fuori controllo: non ricordo bene cosa pensassi, ma in una foto ho la faccia sprofondata nella mano». 
 

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Inizia così il sogno che ha accompagnato per 40 anni gli italiani: Romina, l’americana, e Al Bano, il ragazzo del Sud. Anche ora, il loro ritorno a Sanremo diventa una scommessa per bookmakers . «Credevo che la gente ci avesse dimenticati e invece ancora ci vorrebbero insieme! È stato un vero amore, ma non devo spiegare a nessuno se oggi siamo una coppia». Martedì prossimo sarà all’Ariston, con l’assistente e il truccatore. «I miei figli rimarranno a casa, lontani dal caos. La prima volta che ho messo piede sul quel palco ho bisbigliato “ma chi me l’ha fatto fa’, venire in questa bolgia”...». 
 

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Romina Power si racconta in una terrazza dell’hotel Cavalieri Hilton di Roma, la sua «casa» romana. Il vecchio appartamento è diventato un centro buddhista. «Ho scoperto il buddhismo durante la malattia di mia madre, quando mi sono trasferita negli Stati Uniti per assisterla. È difficile vedere un genitore morire: il buddhismo è stata la mia ricompensa, tutte le domande hanno avuto una risposta. Ho sradicato la rabbia, ho capito che è un veleno che non devo ingoiare più. Prima andavo negli ashram ma non sentivo di appartenere a niente. Non ho rinnegato nulla, il buddhismo non ti chiede di farlo: quando ero piccola e mi preparavo per la Cresima pensavo di farmi suora». 
 

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Chi è davvero Romina
Nel profilo Twitter si descrive «cantante, attrice, scrittrice e pittrice». Se la bellezza è una questione di geni, lei ne è la prova. «I capelli sono stati sempre il mio punto forte, tutti si chiedevano chi se ne prendesse cura: invece me li spuntavo da sola con le forbicine, nelle notti di luna nuova, perché ricrescessero più forti e più in fretta». Essere figlia di Tyrone Power e Linda Christian non le ha precluso nulla, nel bene e nel male. «Ero molto timida e bloccata. Al Bano era un ragazzo semplice e silenzioso, ci accomunavano tante cose. Non ero mai stata con la maschera sott’acqua, lui mi ha insegnato a pescare, ricordo che passavamo ore in mare». 
 

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Quando Romina incontra sul set Al Bano ha 15 anni e un solo compito: fare in modo che quella strana coppia sia credibile. «Il nostro destino era segnato: ci aveva “accoppiati” Gilberto Carbone lo stesso che aveva messo insieme Claudia Mori e Adriano Celentano». All’epoca lei era fidanzata con Stash Balthus, l’aristocratico figlio del pittore francese. «Lui però era sempre negli ashram, invece con Al Bano ci vedevamo ogni giorno sul set. Con Stash progettavamo di sposarci in Scozia chissà quando, con Al Bano limonavo tutti i giorni davanti ai Faraglioni. Quando ho lasciato Stash, si è ritirato su un’isola, credo che per lui sia stato un dolore fortissimo».

 

Vivere in Puglia è stata una scelta folle e magica. «L’ho voluto io, come ho voluto i suoceri in casa. Fingevo di non sapere cucinare e loro preparavano cose buonissime». Nella coppia simbolo della felicità coniugale, gli ingranaggi giravano al contrario: «Per strada io mi giravo se passava un bel ragazzo, facevo anche qualche apprezzamento. Al Bano si arrabbiava». In quegli anni ha imparato il dialetto pugliese: «La prima parola pronunciata è stata “sciamuni”, andiamocene». Quasi una profezia.
 

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La gallina dalle uova azzurre
Oggi vive in una fattoria a 20 km da Los Angeles con 3 cani piccoli (Cocò, Jazz e Cutie), due pesci (Sidney e Meryl) quattro pappagallini e quattro galline, che chiama «the girls». «Una è cilena, di razza Araucana, ha le zampe celesti, una collana di piume e fa uova azzurre eccezionali da cucinare». Con lei c’è la figlia Romina jr, che tenta la strada del cinema. «Le ho detto di tentare tutto per inseguire il suo sogno, tranne accettare horror e porno: ti marchiano la psiche».

 

Da quando la figlia Cristel ha ristrutturato la casa in Puglia, passa sempre più tempo in Italia. «Poi non so se stare in America mi faccia bene, ricevo più lettere di complimenti da donne che da uomini: le americane sono aggressive e i loro uomini hanno dimenticato come si corteggia». Oggi l’amore non viene prima di tutto. «I sentimenti contano, ma è importante anche mantenere la propria individualità. Vedo tante ragazze che consegnano il potere agli uomini». 
 

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Stare vicino alla madre Linda Christian durante la malattia è stata una scelta. «Diceva che la televisione era il suo terzo marito: ci passava davanti ore perché rivedeva le persone che aveva conosciuto». La ricorda magnetica, con un forte lato esoterico. «Era capace di fare profezie, anche sulla mia vita. Non le badavo, poi si avveravano. Come lei anche io faccio sogni premonitori».

 

Del padre non ha ricordi, aveva 7 anni quando è morto, ma le è rimasta impressa una cosa che diceva: «Quello che fa inguaiare le persone è la solitudine». In passato nel suo guardaroba c’era persino un visone, ma oggi è vegetariana e animalista. «Sostengo Amnesty, Ocean Conservancy e The Wilderness society. Chi elimina il cibo di origine animale non si ammala più. E poi la carne fa diventare pelati». 
 

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Quello che succede in America
«Dal 1980 ad oggi in California è stata costruita una sola Università e 22 prigioni. Ecco come siamo messi...». L’America è un enigma nel cuore di Romina. «Credo nella pace e nella vita. Non mi piace la maniera che adottano per reclutare soldati nelle scuole della provincia americana». Quando ha scelto di tornarci per assistere la madre, ha pensato che fosse un modo per «avvicinarsi» anche a Ylenia, la figlia scomparsa in Lousiana nel 1994. «Quello che accade a New Orleans è terribile: ogni anno spariscono 100 ragazze e tutti coprono questo fatto».

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Di quello che è successo allora, lei e Al Bano non parlano mai. «Ognuno ha il suo karma, nessuno può impedire che una cosa accada al proprio figlio. Mia figlia è viva, lo so. Ovunque si trovi non se la cava male, noi donne sappiamo sopportare molto». 

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