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IL SANREMONE DI BAGLIONI: LA REDIVIVA ORNELLA VANONI, I POOH DESTRUTTURATI (ROBY FACCHINETTI CON RICCARDO FOGLI E RED CANZIAN), LO STATO SOCIALE IN QUOTA RADICAL-INDIE, IL ROMANESCO DI LUCA BARBAROSSA, ENZO AVITABILE, ERMAL META CON FABRIZIO MORO E IL PUNK DEGLI INOSSIDABILI DECIBEL CON ENRICO RUGGERI – CI SARA’ ANCHE "L’ARRIVEDORCI" DI ELIO E LE STORIE TESE (MA NON DOVEVANO SCIOGLIERSI?)
Nel corso della puntata di Sarà Sanremo andata in onda ieri sera su Rai1 sono stati annunciati i nomi dei 20 cantanti che parteciperanno alla prossima edizione del Festival, in programma dal 6 al 10 febbraio al Teatro Ariston con Claudio Baglioni direttore artistico. Oltre ai 20 Big, sul palco saliranno anche 8 Nuove Proposte. Il regolamento dell' edizione 2018 non prevede eliminazioni per i Big e tutte le loro canzoni parteciperanno alla finale. La quarta serata sarà dedicata ai duetti
Gino Castaldo per la Repubblica
E allora, è sorpresa? A metà, com' era prevedibile. Ma l' effetto Baglioni c' è, la firma dell' artista di lunga percorrenza si percepisce. Alcuni nomi giravano da tempo, il duo Facchinetti/Fogli era dato praticamente per certo, così come il debutto (a Sanremo) di Mario Biondi, si diceva anche di Luca Barbarossa, si insisteva molto con la Vanoni, ma nessuno aveva certo previsto l' insospettabile, e francamente bizzarro, trio con Bungaro e Pacifico, ovvero il segreto meglio conservato nelle previsioni del cast di Sanremo 2018. Per la verità si diceva nelle ultime ore anche di Red Canzian, ma sembrava una barzelletta, considerando la presenza degli altri due, e invece è vero, in pratica una reunion diffusa.
luca barbarossa con la moglie ingrid
Tra ex, attuali, e ritirati, ci saranno sul palco almeno 50 anni di Pooh, e magari Dodi Battaglia e D' Orazio arriveranno come ospiti. La vera notizia, diciamolo, è quella di Elio e le Storie tese, sublimi e questa volta estenuanti, tra finto ritiro dalle scene, l' ultimo disco, il concerto d' addio, e l' annuncio del festival che ovviamente sarà il loro ultimo Sanremo, e infatti la canzone s' intitola Arrivedorci. La giornata era cominciata, musicalmente parlando, col nuovo singolo di Calcutta, Orgasmo, poco dopo il verdetto finale di X Factor, con la sconfitta a sorpresa dei Maneskin, che avremmo visto molto bene a gettare scompiglio al festival, ma i tempi erano troppo stretti per sperare in un passaggio così veloce. Per la verità era stata anche la giornata dell' uscita del nuovo, atteso disco di Eminem. Calcutta ed Eminem, cioè un perfetto nuovo eroe da presentare in gara e un perfetto superospite.
Calcutta non ci sarà, ma la pattuglia della nuova musica, va detto, è ben presente, perfino folta, con Diodato, in coppia con Roy Paci, Renzo Rubino, lo Stato Sociale, Caccamo, Ermal Meta e Fabrizio Moro. Giovani sono anche The Kolors e Annalisa, vengono da altre zone della musica, ma al festival in qualche modo devono essere rappresentate. E magari gli imprevedibili e contraddittori Kolors potrebbero creare qualche sorpresa. Alla pattuglia della musica di qualità possiamo aggiungere in quota anche Noemi e Nina Zilli ma alla fine, almeno sulla carta, non vediamo l' ora di ascoltare il pezzo di Max Gazzè, anche solo per il fatto che s' intitola La leggenda di Cristalda e Pizzomunno, che è una promessa di stupore. Per la quota di prestigio ci sono Enzo Avitabile in coppia con Peppe Servillo, e ci aspettiamo una grande canzone, Ron, Luca Barbarossa, che si presenta con un pezzo in romanesco, Passame er sale, Le Vibrazioni e i redivivi Decibel di Enrico Ruggeri, che tornano sul palco del loro primo exploit, ricordando Contessa, con la quale portarono al festival del 1980 sapori punk e new wave.
Insomma diciamolo, Baglioni e la sua commissione artistica, uno sforzo l' hanno fatto, si percepisce la solita inevitabile esigenza di rispettare tutto e tutti, i pubblici di ogni età, e quindi per questo ci devono essere i Pooh, seppure a pezzi, ci deve essere un pizzico di gusto talent, un paio di colpi di teatro come quelli di Elio e le storie tese e della Vanoni in trio, ma pensare a Diodato e Lo Stato Sociale in gara al festival (era una delle indicazioni che proponevamo nella lettera aperta al direttore artistico) fa un effetto piacevole, e questo vale anche per molti altri dei nomi proposti, al netto dell' ascolto dei pezzi. Baglioni qualche novità in favore della musica l' aveva già tentata col regolamento: niente eliminazioni, niente serata di cover (ma siamo sicuri che sia stata una bella idea?) e la durata delle canzoni, portata dai restrittivi 3 minuti e 15 ai 4 minuti, per un sussulto di dignità della forma.
Certo lo stillicidio dei nomi dati come fosse un' estrazione, un Mercante in fiera prenatalizio, non depone proprio a favore della dignità della canzone, oltretutto in mezzo alla gara dei giovani, tra i quali si sono viste cose di un certo interesse, compreso il buffo Congiuntivo del casualmente omonimo Lorenzo Baglioni e la bravissima Eva. Ma a certe regole non si sfugge. Baglioni dice di volere un festival che assomigli a quelli di cinema, il che suona come un' utopia lontana, ma almeno nel cast un segnale c' è stato.
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