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Tim Teeman per “Daily Beast”
ryan gosling esempio lumbersexual
Avete mai incontrato un “lumbersexual”? E’ tutto barba, camicie di flanella e stivali da lavoro. E’ l’ultimo look gay cooptato dagli etero. Prima di questo c’è stato il “metrosexual”, termine inventato dallo scrittore gay Mark Simpson, ma diventato subito sinonimo di uomo di città, sbarbato, ordinato, tipicamente David Beckham.
Ma ora questa figura sta sparendo, sostituita dal modello boscaiolo, l’uomo che vive all’aperto, con lo zainetto, ma al posto dell’ascia porta un “MacBook Air”. Tipicamente Ryan Gosling. Non si capisce se le origini della tendenza vadano rintracciate nell’ondata culturale di ambientalismo, se è ribellione verso il lavoro da ufficio , o se semplicemente una scelta di comodità.
Gli etero hanno preso tutto ai gay. I tagli di capelli, il design, la dedizione alla palestra, le magliette attillate, il “camp”. Va bene, si può accettare come un complimento, nonostante l’omofobia dilagante e la discriminazione persistente. Il “lumbersexual” è l’opposto del prototipo dai muscoli scolpiti, il petto depilato, l’uomo cyborg di qualche tempo fa, quello che era gay in tutto tranne quando infilava il pene.
Sapeva tutto sulle proprietà del coriandolo e sulle maschere facciali ma a letto andava solo con le donne. Il “lumbersexual” è l’ultimo tentativo, in ordine temporale, di teatralizzare la mascolinità, decenni dopo che l’hanno fatto i gay. E’ una performance, uno scherzo. Tutti sanno che Il “lumbersexual” preferisce stare seduto a bere un caffè caldo piuttosto che andare a tagliare alberi nel bosco. Barbe e baffi sono stati ritenuti sexy dai gay tanto tempo fa. Già fatto. Ora sono dappertutto, e non si capisce perché un programmatore tech dovrebbe avere l’aspetto di un taglialegna.
Un tempo la barba indicava una persona pigra e inconcludente. Ora invece è sospetto chi si sbarba. Questo travestirsi da trasandato è tale e quale a vestirsi da drag queen. Fa ridere la distanza fra l’immagine e la realtà. Eppure è diventato un codice per affermare la propria eterosessualità. Ricorda quei codici visivi del passato, quando i gay dovevano portare un fazzoletto per riconoscersi tra la gente.
Stavolta la barba da boscaiolo è diventata segno di distinzione per eterosessuali, anche se non li trovi nei boschi, se non masticano fili d’erba e non si fanno i mobili da soli. L’etero ha preso il look da gay e ora sono indistinguibili. Si vestono allo stesso modo e imitano la mascolinità allo stesso modo. Presto la differenza sarà solo con chi decidono di andare a letto, e puoi stare certo che gli etero sceglieranno gli uomini e i gay si sposeranno, avranno figli, e lasceranno il centro-città che hanno gentrificato perché sarà colonizzato dagli etero.
Il “lumbersexual” è il segno deprimente del declino della contro-cultura gay, un tempo avventurosa. Il “gay” non è più diverso e provocatorio. L’uguaglianza politica e sociale deve per forza implicare che vengano livellate anche le differenze sessuali? Forse la ruota girerà ancora e sarà l’eterosessualità a diventare audace, o forse torneremo ai vecchi codici per riconoscerci fra la gente. Fino ad allora, tutti gli uomini porteranno la barba e le camicie di flanella e ci confonderanno per le strade.
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