
AZZ! LA DUCETTA CI STA PENSANDO DAVVERO DI PORTARE L’ITALIA A ELEZIONI ANTICIPATE NEL 2026 - PERCHÉ…
Simona Orlando per Dagospia
Conti ha fatto la parte del Leone (Gianka). Di nuovo boom di ascolti e tutti lì a gridare al miracolo, con numeri alla mano, senza considerare il motivo per cui questo popolo masochista continui a seguire per cinque giorni, oltre tre ore a sera, una gara canora che è una finalissima fra talent, con intermezzi di bollito, valletti smarriti con e senza gobbo, interviste imbarazzanti ed esibizioni discutibili in genere salvate dagli ospiti italiani o stranieri (quelli seri, non quelli che hanno un pezzo in promozione destinato alla prescrizione, giusto per accontentare le case discografiche). E meno male che ci sono, perché alla mediocrità ci si abitua presto, e quando sale uno forte, il confronto è impietoso e illuminante.
Non esiste vera contro-programmazione, e comunque nessuno si perde Sanremo, ma non per i motivi che la Rai si augura. I gruppi d’ascolto servono a formare curve di sfottò, commenti e meme irresistibili. I tweet sono spesso insulti, battutacce, quando non pesantissime offese. Sul web si scrive quello che tutti pensano e nessuno osa dire a viso scoperto (giornalisti sotto pseudonimo compresi). Sanremo lo seguono molti di quelli che lo odiano e che non compreranno nemmeno una delle canzoni in gara, quelli che cercano la satira di cui è orfana la tv, e lo seguono i giovani, per sottolineare quanto siamo vecchi. Cosa sarebbe Sanremo senza le illazioni del web? Peggio è, più hashtag c’è.
giorgio panariello carlo conti leonardo pieraccioni
Al Superbowl americano, che ha oltre cento milioni di spettatori, Beyoncé, sì Beyoncé, quella che le natiche innanzitutto, ha portato il Black Power in campo, inimicandosi conservatori e forze dell’ordine, mentre al teatro Ariston si protestava muti, con un laccetto arcobaleno che a buon intenditor nessuna parola, tremando per quello che avrebbe potuto dire Sir Elton John, sposato e con due figli cresciuti, per il quale Noi Siamo Preistoria, non infinito.
carlo conti e virginia raffaele
Un arcobaleno che è diventato subito moda, segno di appartenenza e approssimazione, cioè se non lo portavi, eri quasi contro le unioni civili. E d’altronde il disimpegno regnava sovrano in tutti i testi del reparto Talent e Quale. Giustamente, il premio il Premio della Critica Mia Martini è andato ai “Cieli Immensi” di Patty Pravo (al brano, non alla sua voce), dedicato a Gaetano Curreri che con Vasco scrisse “Dimmi che non vuoi morire”, un pezzo bellissimo, che ci ricorda cosa si proponesse sul palco fino a non molto tempo fa, quando artisti come Daniele Silvestri e Carmen Consoli si lanciavano, non si rilanciavano pescandoli dai karaoke.
Sembrano passati anni luce. Al posto dell’azzardo della novità c’è l’autocelebrazione: retrospettiva di 65 anni di canzoni, i 50 di Patty e Pooh, i 25 di Aldo Giovanni e Giacomo, i 32 anni di Eros da Terra Promessa (che poi era il Sudamerica), i 20 della Pausini, che addirittura ha duettato con se stessa. Più che festival da record, festival da amarcord. Indietro nella mente, fino a regredire alla canzone dei puffi.
E poi c’è il pubblico, se non ipocrita quantomeno volubile, che applaude Nino Frassica ma vota Salvini o comunque rende la questione migranti ago della bilancia alle elezioni. C’è la standing ovation per Ezio Bosso, il quale guarda caso lavora e vive a Londra, un grande che scopriamo solo dopo il suo successo all’estero. E quanti, nell’Italia di oggi, avrebbero assunto uno nelle sue condizioni, incapaci di cogliere la sua incredibile vitalità, la enorme risorsa che rappresenta?
Le canzoni funzionano, dicono. E ci crediamo: tutto funziona, quando ci si coalizza a mandare i brani a ripetizione. In radio è colpo di Stato, stessi brani su ogni canale: la dittatura musicale, l’obbedienza digitale. Bisogna vedere cosa resta quando si smette con la lievitazione forzata.
carlo conti e gabriel garko
CARLO CONTI E VIRGINIA RAFFAELE NEI PANNI DI BELEN
Non è che Sanremo non serva, foss’anche solo come momento di aggregazione, ma non può prendersi meriti che non ha. Alla fine, quello che abbiamo visto, è un’omologazione frutto dell’ossessione dei dati, non una scelta di qualità. Eppure la nostra terra musicale non è così piatta come ci mostrano, e non ci vuole Magellano per scoprire l’altro lato. Wake up.
carlo conti
CARLO CONTI E VIRGINIA RAFFAELE VERSIONE CARLA FRACCI
nicole kidman e carlo conti
carlo conti con la mano sul culo di madalina ghenea
carlo conti e ezio bosso
carlo conti e ezio bosso
nicole kidman gabriel garko carlo conti
nicole kidman e carlo conti
GARKO CONTI
CONTI
CONTI
carlo conti e i finalisti delle nuove proposte
carlo conti e virginia raffaele belen
virginia raffaele e carlo conti
miele carlo conti francesco gabbani
virginia raffaele e carlo conti
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