sanremo

COSA SAREBBE SANREMO SENZA SFOTTÒ, COMMENTI E MEME IRRESISTIBILI DEL WEB? PEGGIO È, PIÙ HASHTAG C’È - I TWEET SONO SPESSO INSULTI, BATTUTACCE, QUANDO NON PESANTISSIME OFFESE. SUL WEB SI SCRIVE QUELLO CHE TUTTI PENSANO E NESSUNO OSA DIRE A VISO SCOPERTO (GIORNALISTI SOTTO PSEUDONIMO COMPRESI)

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Simona Orlando per Dagospia

 

carlo conti e gabriel garkocarlo conti e gabriel garko

Conti ha fatto la parte del Leone (Gianka). Di nuovo boom di ascolti e tutti lì a gridare al miracolo, con numeri alla mano, senza considerare il motivo per cui questo popolo masochista continui a seguire per cinque giorni, oltre tre ore a sera, una gara canora che è una finalissima fra talent, con intermezzi di bollito, valletti smarriti con e senza gobbo, interviste imbarazzanti ed esibizioni discutibili in genere salvate dagli ospiti italiani o stranieri (quelli seri, non quelli che hanno un pezzo in promozione destinato alla prescrizione, giusto per accontentare le case discografiche). E meno male che ci sono, perché alla mediocrità ci si abitua presto, e quando sale uno forte, il confronto è impietoso e illuminante.

 

carlo conti e gabriel garko carlo conti e gabriel garko

Non esiste vera contro-programmazione, e comunque nessuno si perde Sanremo, ma non per i motivi che la Rai si augura. I gruppi d’ascolto servono a formare curve di sfottò, commenti e meme irresistibili. I tweet sono spesso insulti, battutacce, quando non pesantissime offese. Sul web si scrive quello che tutti pensano e nessuno osa dire a viso scoperto (giornalisti sotto pseudonimo compresi). Sanremo lo seguono molti di quelli che lo odiano e che non compreranno nemmeno una delle canzoni in gara, quelli che cercano la satira di cui è orfana la tv, e lo seguono i giovani, per sottolineare quanto siamo vecchi. Cosa sarebbe Sanremo senza le illazioni del web? Peggio è, più hashtag c’è.

giorgio panariello   carlo conti   leonardo pieraccionigiorgio panariello carlo conti leonardo pieraccioni

 

Al Superbowl americano, che ha oltre cento milioni di spettatori, Beyoncé, sì Beyoncé, quella che le natiche innanzitutto, ha portato il Black Power in campo, inimicandosi conservatori e forze dell’ordine, mentre al teatro Ariston si protestava muti, con un laccetto arcobaleno che a buon intenditor nessuna parola, tremando per quello che avrebbe potuto dire Sir Elton John, sposato e con due figli cresciuti, per il quale Noi Siamo Preistoria, non infinito.

 

carlo conti e virginia raffaele carlo conti e virginia raffaele

Un arcobaleno che è diventato subito moda, segno di appartenenza e approssimazione, cioè se non lo portavi, eri quasi contro le unioni civili. E d’altronde il disimpegno regnava sovrano in tutti i testi del reparto Talent e Quale. Giustamente, il premio il Premio della Critica Mia Martini è andato ai “Cieli Immensi” di Patty Pravo (al brano, non alla sua voce), dedicato a Gaetano Curreri che con Vasco scrisse “Dimmi che non vuoi morire”, un pezzo bellissimo, che ci ricorda cosa si proponesse sul palco fino a non molto tempo fa, quando artisti come Daniele Silvestri e Carmen Consoli si lanciavano, non si rilanciavano pescandoli dai karaoke.

carlo conti e gabriel garkocarlo conti e gabriel garko

 

Sembrano passati anni luce. Al posto dell’azzardo della novità c’è l’autocelebrazione: retrospettiva di 65 anni di canzoni, i 50 di Patty e Pooh, i 25 di Aldo Giovanni e Giacomo, i 32 anni di Eros da Terra Promessa (che poi era il Sudamerica), i 20 della Pausini, che addirittura ha duettato con se stessa. Più che festival da record, festival da amarcord. Indietro nella mente, fino a regredire alla canzone dei puffi.

 

E poi c’è il pubblico, se non ipocrita quantomeno volubile, che applaude Nino Frassica ma vota Salvini o comunque rende la questione migranti ago della bilancia alle elezioni. C’è la standing ovation per Ezio Bosso, il quale guarda caso lavora e vive a Londra, un grande che scopriamo solo dopo il suo successo all’estero. E quanti, nell’Italia di oggi, avrebbero assunto uno nelle sue condizioni, incapaci di cogliere la sua incredibile vitalità, la enorme risorsa che rappresenta?

carlo conti   madalina gheneacarlo conti madalina ghenea

 

Le canzoni funzionano, dicono. E ci crediamo: tutto funziona, quando ci si coalizza a mandare i brani a ripetizione. In radio è colpo di Stato, stessi brani su ogni canale: la dittatura musicale, l’obbedienza digitale. Bisogna vedere cosa resta quando si smette con la lievitazione forzata.

 

carlo conti e gabriel garko carlo conti e gabriel garko CARLO CONTI E VIRGINIA RAFFAELE NEI PANNI DI BELENCARLO CONTI E VIRGINIA RAFFAELE NEI PANNI DI BELEN

Non è che Sanremo non serva, foss’anche solo come momento di aggregazione, ma non può prendersi meriti che non ha. Alla fine, quello che abbiamo visto, è un’omologazione frutto dell’ossessione dei dati, non una scelta di qualità. Eppure la nostra terra musicale non è così piatta come ci mostrano, e non ci vuole Magellano per scoprire l’altro lato. Wake up.

carlo conti  carlo conti CARLO CONTI E VIRGINIA RAFFAELE VERSIONE CARLA FRACCI CARLO CONTI E VIRGINIA RAFFAELE VERSIONE CARLA FRACCI nicole kidman e carlo continicole kidman e carlo conticarlo conti con la mano sul culo di madalina gheneacarlo conti con la mano sul culo di madalina gheneacarlo conti e ezio bosso carlo conti e ezio bosso carlo conti e ezio bossocarlo conti e ezio bossonicole kidman   gabriel garko   carlo continicole kidman gabriel garko carlo continicole kidman e carlo conti    nicole kidman e carlo conti GARKO CONTIGARKO CONTICONTICONTICONTICONTIcarlo conti e i finalisti delle nuove propostecarlo conti e i finalisti delle nuove propostecarlo conti e virginia raffaele belencarlo conti e virginia raffaele belenvirginia raffaele e carlo conti virginia raffaele e carlo conti miele   carlo conti   francesco gabbanimiele carlo conti francesco gabbanivirginia raffaele e carlo contivirginia raffaele e carlo conti