rolling stones i can't cant can t get no satisfaction

SATISFACTION FOREVER! – LA CANZONE PIÙ FAMOSA DEI ROLLING STONES COMPIE 60 ANNI: ERA IL 1965 QUANDO KEITH RICHARDS INCISE IL LEGGENDARIO GIRO DI CHITARRA DOPO UNA NOTTE DI DROGA E ALCOL – GINO CASTALDO: “GLI 'STONES' RIUSCIRONO A DIRE L’UNICA COSA CHE IN QUELL’ISTANTE AVEVA SENSO PER UNA MOLTITUDINE DI RAGAZZE E RAGAZZI CHE AVEVANO VOGLIA DI RIBELLARSI ALL’ANCIEN REGIME: NON SIAMO SODDISFATTI, VOGLIAMO DI PIÙ, E LO VOGLIAMO SUBITO. FU IL PEZZO CHE CREÒ IL MITO DEI ROLLING STONES, LA PRIMA VOLTA IN CUI FURONO ALL’ALTEZZA DELLA RIVALITÀ CON I BEATLES…” - VIDEO

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ROLLING STONES

Estratto dell’articolo Gino Castaldo per “la Repubblica”

https://www.repubblica.it/spettacoli/musica/2025/05/26/news/satisfaction_rolling_stones_60_anni-424628668/

 

Sessant’anni di insoddisfazione e non dimostrarli. I Rolling Stones la cantarono per la prima volta nel maggio del 1965. […] Era tanto semplice quanto insuperabile: I can’t get no satisfaction, non posso avere soddisfazione, un succinto slogan gettato lì in mezzo all’uragano, nel momento esatto in cui il rock sorgeva imperioso sullo skyline del mondo come voce della rivoluzione.

mick jagger keith richards 3

 

Quei cinque impertinenti e sboccati inglesini riuscirono a dire l’unica cosa che in quell’istante aveva senso per una moltitudine infinita di bellissime ardenti facce di ragazze e ragazzi che avevano voglia di ribellarsi all’ancien regime: non siamo soddisfatti, vogliamo di più, e lo vogliamo subito. Se poi ti viene di cantarlo su quel riff diabolico, […] allora è bingo, la sintesi perfetta tra musica e parole, forma e sostanza, e per questo la canzone ci insegue da sessant’anni, funziona sempre, adattandosi ai tempi, perché qualcosa per non essere soddisfatti c’è sempre.

 

Fu il pezzo che creò il mito dei Rolling Stones, la prima volta in cui furono all’altezza della rivalità con i Beatles, uno dei pezzi del 1965 che definì quello che voleva e doveva essere il rock.  La genesi del riff è nota, ma vale sempre la pena raccontarla. Keith Richards era a casa da solo, di notte e provava cose con la chitarra, registrandole su cassetta.

 

rolling stones . art kane 05

Poi cadde in un sonno profondo, probabilmente propiziato da qualche sostanza o magari solo da un barile di Jack Daniel, e si svegliò la mattina dopo senza ricordare nulla. Per sua e nostra fortuna notò che nel registratore c’era una cassetta, una c-90 per l’esattezza, a fine corsa. Riavvolse il nastro e spinse play, sentì nitidamente il riff che aveva suonato per tre o quattro minuti e poi 40 minuti di lui che russava.

 

Pensò che fosse interessante e andò da Mick Jagger a farglielo sentire con in testa una idea di testo tipo, I can’get no satisfaction, e Jagger ci mise il resto. La incisero al volo, semplice e senza fronzoli. Racconta Keith Richards che dopo alcuni giorni la sentì in radio in America e si incazzò da morire perché il manager Andrew Log Oldham l’aveva pubblicata così com’era e senza dirglielo. Ma gli Stones non fecero in tempo ad arrabbiarsi sul serio perché in pochissimo tempo il pezzo schizzò al numero uno in classifica. […]

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