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“SE L'ITALIA È UNA SUPERPOTENZA CULTURALE, IL MERITO È ANCHE DI SAN FRANCESCO” - ALDO CAZZULLO RACCONTA IN UN LIBRO IL "POVERELLO D’ASSISI" (CHE SI CHIAMAVA GIOVANNI!) PATRONO DEL NOSTRO PAESE – "SAN FRANCESCO ERA UN POTENTE COMUNICATORE. L'INFLUENTE PRESENZA DEL GRANDE MISTICO IN TANTI SETTORI (CULTURALE, ARTISTICO, SPIRITUALE) HA ISPIRATO I PIU' GRANDI (DA DANTE A DE GASPERI) E FECE DIVENTARE L'ITALIA, ANCHE SE ANCORA DIVISA, LA PATRIA DI TUTTI GLI ITALIANI…” - LA RECENSIONE DI MIRELLA SERRI
Mirella Serri per “la Stampa”
aldo cazzullo san francesco cover
Era esile, affettuoso e gentile, aveva lo sguardo febbrile, da gran visionario. San Francesco (che si chiamava Giovanni e la cui data di nascita è incerta, 1181 o 1182) nonostante si descrivesse «una piccola e nera gallina», non era un Calimero e non era umile.
Il suo orgoglioso motto fu di voler «uscire dal mondo» per crearne un altro migliore. Ecco dunque Francesco recarsi a Roma, alla Basilica di San Pietro, per offrire un bel sacchetto di monete che appositamente fece cadere a terra. Il gran rumore sollecitò molta attenzione.
Era il suo modo pubblico ed esplosivo di sottolineare che iniziava una nuova esistenza. Prendeva le distanze dalla natia Assisi e dalle precedenti vicissitudini. Era stato un giovane vitellone e insieme ad altri giovanotti guasconi e irriverenti aveva passato le serate alzando il gomito e cantando. Ora la sua nuova vita era una visibile forma di protesta contro un contesto sociale regolato dall'usura, dalla finanza, dal denaro e da rigide gerarchie.
«Ha il gusto per il beau geste, per i gesti nobili grandiosi eccentrici», scrive Aldo Cazzullo nel suo libro dedicato a San Francesco. Il primo italiano (HarperCollins) in occasione degli 800 anni dalla morte del santo, scomparso a ottobre del 1226. Cazzullo, vicedirettore ad personam ed editorialista del Corriere della sera, è il saggista più venduto in Italia con 2,5 milioni di copie ed è tradotto in tutto il mondo. Adesso ricostruisce in maniera originale e insolita la vita del mistico che interpreta come una figura fondativa dell'identità italiana.
La strada battuta dal grande santo, autore della prima poesia in italiano, il Cantico delle Creature, è irta di difficoltà. La sua avventura inizia con la rivolta contro il padre e con uno scandalo messo in atto per rovesciare le regole del suo mondo asfittico. Disobbediente, irregolare, abituato ad agire seguendo i suoi impulsi, ruba stoffe preziose dalla bottega del ricco padre, Pietro di Bernardone, per donarle alla chiesa di San Damiano.
Affrontato da Pietro, picchiato a sangue, viene chiuso in uno stanzino. La Chiesa lo obbliga a restituire al padre il maltolto, San Francesco per protesta si esibisce nudo in pubblico. Non sarà la sola volta che gira senza abiti per farsi notare.
Inizia per lui un periodo di grande povertà e ristrettezze. Dopo essersi spogliato, in senso letterale, di tutti i suoi beni, Francesco troverà il suo primo seguace nel facoltoso Bernardo di Quintavalle. Il poverello di Assisi diede anche prova di grande coraggio partecipando alla quinta crociata nel 1219 e incontrando il sultano d'Egitto, al-Malik al-Kamil. Il sovrano fu molto rispettoso nei confronti di Francesco e ne apprezzò anche una certa dose di improntitudine.
Quando dovrà scrivere una nuova, più elaborata Regola per i suoi confratelli, Francesco teorizzerà: «I frati che vanno presso gli infedeli e i saraceni possono stabilire un dialogo spirituale… importante è che non facciano liti o dispute… e che... ispirati e ascoltati annunzino la parola di Dio, affinché infedeli e saraceni credano in Dio onnipotente».
Francesco dunque elabora nuove forme di proselitismo e di conversione. Mostra però tutta la sua modernità, presentandosi alle folle come un potente comunicatore. La crescita della sua comunità è dirompente proprio grazie alla sua oratoria: la Bibbia e il Vangelo da lui sono letti non come esclusivo patrimonio delle élite e degli studiosi ma come nutrimento e appannaggio del popolo e della gente comune.
Questa è una delle sue straordinarie rivoluzioni. A cui si aggiunge la considerazione, all'epoca veramente assai poco praticata, per il mondo femminile. Nel gruppo dei discepoli di Francesco entrano a pari merito le donne, a cominciare da Chiara che si definirà «la prima pianticella di Francesco» e che prenderà le distanze dalla sua aristocratica famiglia degli Offreducci.
Nella sua Lettera ai fedeli, Francesco si rivolge infine a tutti gli esseri umani. Ed è anche il primo ambientalista e, mentre esalta Acqua, Aria, Terra e Fuoco, considera gli umili, gli ultimi e i lebbrosi, i suoi seguaci più amati. In nome del suo rapporto diretto con la gente, Francesco inventa il primo presepe vivente a cui dà vita per la prima volta il 24 dicembre 1223 a Greccio, bellissimo borgo roccioso. «Dio ci farà diventare una immensa moltitudine», predica.
Parole sante, è il caso di dirlo. L'esempio del poverello di Assisi ha ispirato i più grandi italiani: furono terziari francescani Dante, Petrarca, Boccaccio, Giotto, Tasso, Volta, Galvani, Marconi, don Bosco, Manzoni, De Gasperi. Attualmente cinque milioni di persone si recano ogni anno alla tomba di san Francesco.
Se l'Italia è una superpotenza culturale, il merito è anche di San Francesco, dice Cazzullo. Il nostro Paese per oltre sei secoli non diventerà uno Stato.
Eppure l'ombra lunga e l'influente presenza del grande mistico in tanti settori - culturale, artistico, spirituale - fa diventare l'Italia, anche se ancora divisa, la patria di tutti gli italiani.
Francesco è un filo rosso che avvolge strettamente l'italianità.
mirella serri foto di bacco (2)
SAN FRANCESCO ASSISI jpeg
assisi basilica di san francesco
bergoglio firma l' enciclica fratelli tutti davanti alla tomba di san francesco
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