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Lorenzo Soria per "la Stampa"
Quentin Tarantino ha sempre amato e ammirato Sergio Leone. E ha sempre ammesso che i suoi film, in qualche modo, hanno tutti un debito di riconoscimento oltre che le radici negli spaghetti-western. Ha sempre amato molto anche il cinema di Sergio Corbucci e ha partecipato a dibattiti e scritto saggi in sostegno al suo lavoro. «Stavo scrivendo un libro sui suoi film e sul terribile West selvaggio, e su come era tutto un po' surreale - ricorda il regista -. E non so bene che cosa pensava Sergio quando li faceva ma so che scrivendo di lui ho improvvisamente trovato il modo per raccontare una storia».
à a San Diego, Tarantino. A Comic-Con, la kermesse del cinema d'avventura e di quello tratto da fumetti. E la storia di cui parla è â'Django Unchained'', un titolo preso dal personaggio più celebre del cinema di Corbucci, quel «Django» datato 1966 che girava per il West portandosi appresso una bara e che aveva il volto di un Franco Nero allora venticinquenne e ai suoi inizi.
Ma se resta quel nome, che come spiega il regista di Pulp Fiction, di Kill Bill e di Inglorious Basterds «è diventato quasi un simbolo dello spaghetti-western», il nuovo film di Tarantino, agli ultimi giorni di riprese e di cui è stato mostrato uno spezzone di sette minuti, è tutt'altra cosa. Siamo nel Sud degli Stati Uniti, nel Sud pre-guerra civile dove i padroni delle piantagioni regnano supremi e dove gli afroamericani vengono comprati e venduti come schiavi, abusati, picchiati e frustati senza alcun limite, talvolta allevati come «mandinghi» per lottare tra di loro sino alla morte, le loro donne costrette alla prostituzione.
à in questo clima che ci appare il nuovo Django, uno schiavo che risponde poi al nome di Jamie Foxx. La schiena ricoperta dai segni di profonde frustate, Django viene comprato a un'asta da un dentista tedesco che in realtà è un cacciatore di taglie che corrisponde a Christopher Waltz, il sadico ed erudito colonnello Landa di Inglorious Basterds . «Se mi aiuti a uccidere due fratelli poi ti libererò», propone a Django.
Ma compiuta la prima missione, i due decidono di mettersi in società , dando vita a una delle più singolari coppie della storia del cinema: vanno avanti a uccidere sinché si trovano davanti Calvin Candie, che è poi Leonardo DiCaprio. Tra i padroni di piantagioni è forse il più perfido e il più cinico. E c'è di più: tra le sue schiave forzate a prostituirsi c'è Broomilda (Kerry Washington) che è poi la moglie di Django.
Dopo Inglorious Basterds, in cui Tarantino aveva riscritto la seconda guerra mondiale immaginando ebrei che invece di marciare passivi verso i campi della morte esibivano gli scalpi dei nazisti, Tarantino ha insomma riscritto la storia del West immaginando schiavi che si ribellano e conducono a termine con successo le loro vendette. «Il dolore e la sofferenza che ci sono stati in questo paese in quegli anni è inimmaginabile ed è ora che quella storia venga raccontata», aggiunge il regista.
«Sarebbe stato un errore non cercare questa parte aggiunge Foxx -. Penso che questo sia un film di cui si parlerà per i prossimi venti anni». E che tipo di indicazioni ha avuto? «Quentin mi ha detto che era preoccupato che non mi calassi abbastanza nel ruolo dello schiavo, visto che vivo la mia vita da Jamie Foxx, e che dovevo spogliarmi completamente di tutto quello che sono». Accanto a lui, Christopher Waltz annuisce. E commenta: «Trovo sensazionale che dei registi italiani abbiano scritto di West creando un nuovo genere e che ora un regista americano prenda in mano il tutto e lo riporti in America».
Oltre a Foxx, Waltz e Kerry Washington nel cast del nuovo film di Tarantino troviamo anche alcuni vecchi volti del suo cinema come Samuel L. Jackson e altri nuovi come Jonah Hill e Don Johnson. E poi c'è Franco Nero, il Django delle origini, qui nella parte del padrone di una piantagione. Un omaggio di Tarantino all'attore italiano. E a Corbucci, uno dei suoi maestri.
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