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“SMORFIETTE E SORRISETTI”, GRASSO RIFILA UNA PITTURATA AL TEATRINO DI LILLI GRUBER: “LILLI NON SI ESPONE MAI, PREFERISCE IL GIOCO DI SPONDA. IL SUO PENSIERO EMERGE DAI SORRISETTI DI COMPLICITÀ E D’INTESA, DAGLI “UMH!” CON CUI ESPRIME DIFFIDENZA E CAUTELA" - E, AL GIOVEDÌ, COME IN CERTE TRATTORIE GLI GNOCCHI, TRAVAGLIO''

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Aldo Grasso per corriere.it

 

Giovedì Travaglio, come in certe trattorie gli gnocchi. Il salotto di Lilli Gruber è ben frequentato e tutti i giovedì, menù fisso, c’è Marco Travaglio. In un’epoca contorta e rumorosa, il salotto di Lilli aspirerebbe a essere un luogo ideale di conversazione, che sa coniugare l’eleganza con il piacere, la ricerca della verità con la tolleranza e con il rispetto dell’opinione altrui. Però non sempre è così, anzi quasi mai: «Otto e mezzo», La7, dal lunedì al venerdì, ore 20.35.

 

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C’è del metodo in Lilli. Nel suo salotto accedono in tanti, anche i più potenti, segno che ci sono poche barriere d’ingresso, che non si temono domande a tradimento, che la politesse (cortesia) è anche policy (linea di condotta, qui trasformata in una sorta di cortesia istituzionale). Lilli non si espone mai, preferisce il gioco di sponda. Il suo pensiero emerge dai sorrisetti di complicità e d’intesa, da certe smorfiette, dagli «umh!» con cui esprime diffidenza e cautela.

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Fra i suoi ospiti ne sceglie sempre uno cui affidare il suo consenso e quest’anno vanno di moda Marco Travaglio e Andrea Scanzi, con tutto quello che rappresentano. Nessuno oserebbe mai immaginare che Lilli inviti ospiti solo in funzione dell’audience. È diventata grillina? No, ma a lei, senza dare troppo nell’occhio, piace stare sempre a sinistra di chi è a sinistra.

 

ANDREA SCANZI E LILLI GRUBERANDREA SCANZI E LILLI GRUBER

«Lilli la Rossa», la chiamavano in Rai. Per farle dire qualcosa di suo, bisogna provocarla, farla uscire dai gangheri (comportamento, per altro, che un gentiluomo non farebbe mai). Allora si esprime, altrimenti allude: sorrisetti, smorfiette, «umh!».

 

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Per dare più corposità al suo pensiero, Lilli si avvale del «Punto» di Paolo Pagliaro, bolzanino, come lei. «Dal punto di vista materiale, diceva Kandinskij, il punto equivale allo zero. In questo zero sono però nascoste varie proprietà umane». E questo fa Pagliaro, a volte un po’ scolasticamente. Al punto, Lilli aggiunge le virgole e, al giovedì, Travaglio.

 

 

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