DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Un piccolo e indipendente social network sta avendo il suo grande momento. Il dibattito sulle politiche di “Facebook”, in particolare sulla regola che impone l’utilizzo di nomi veri, sta facendo allontanare molti utenti, in cerca di riservatezza e tutela.
Per Ello gli utenti non sono un prodotto
A riceverli c’è “Ello”, che funziona solo ad invito, è contrario alle pubblicità, e soprattutto è LGBT friendly, e accoglie con piacere lo sciame di queer, drag e gay che hanno mollato il gigante di Mark Zuckerberg.
Su “Ello” non devi per forza usare il nome vero. Ognuno è quel che vuole essere. C’è però uno statuto che condanna qualsiasi atteggiamento di odio, violenza, stalking. “Ello” è creato per le necessità dei suoi utenti, mentre “Facebook” ormai è pensato per le necessità degli inserzionisti. “Facebook” ha bisogno di sapere chi sei realmente così da poter vendere i tuoi dati personali e fare più soldi.
Il creatore di “Ello”si chiama Paul Budnitz, già fondatore della linea di giocattoli d’arte
“Kidrobot” e di “Budnitz Bicycles”, azienda che produce biciclette veloci, eleganti e ultraleggere. Budnitz si proclama anti-Facebook, ha un suo manifesto e una coscienza sociale. Non ha creato un network per incassare soldi, ma per connettere le persone. Non è assolutamente in competizione con “Facebook”, semmai è “Facebook” ad essere in competizione con chiunque si affacci in rete. “Ello” non è invadente, non controlla, non vende dati alle aziende, o perlomeno niente si sa di un simile accordo infernale.
E’ presto per predire la fine di “Facebook”, che ha un miliardo e mezzo di utenti. Però si può cominciare a pensare che non durerà per sempre, e che è possibile sviluppare piattaforme più “etiche”. E il manifesto di “Ello” viene incontro a questo nuovo bisogno:
«Il vostro social network appartiene alla pubblicità. Ogni post che condividete, ogni amico che reclutate, ogni link che seguite, tutto è tracciato, registrato e convertito in dati. I pubblicitari comprano i vostri dati e vi mostrano ancora più pubblicità. Voi siete un prodotto che viene comprato e venduto.
Noi riteniamo esistano metodi migliori. Crediamo nella semplicità e nella trasparenza. Crediamo in un progetto che non serva ad ingannare e a manipolare, ma a connettere, creare e celebrare la vita. Voi non siete un prodotto».
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