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SPLASH! CADE DALLA BARCA IN MARE APERTO SENZA SALVAGENTE E LA SUA INCREDIBILE STORIA DI SOPRAVVIVENZA DIVENTA LIBRO: BRETT E' RIMASTO 29 ORE NELL'OCEANO INDIANO, BECCATO DAI GABBIANI, CIRCONDATO DA SQUALI, PUNTO DALLE MEDUSE, IN PREDA AD ALLUCINAZIONI

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Brett Archibald per “Daily Mail

brett era in barca con amicibrett era in barca con amici

 

E’ una delle più incredibili storie di sopravvivenza quella di Brett Archibald, padre di due figli che cadde dalla barca e restò per 29 ore solo in mare, senza salvagente, tutto raccontato nel suo libro-diario “Alone: Lost Overboard in the Indian Ocean” (edizioni Robinson, £12.99).

 

Mercoledì 17 aprile 2013 - E’ da diciannove infinite ore che sono caduto dalla barca. Come sono sopravvissuto fin ora? Non stavo nemmeno bene. Stavo vomitando sulla Naga Laut e d’improvviso ho perso i sensi. Sono esausto e assetato. Ho le palpebre chiuse e qualcosa mi colpisce con forza la testa, mi costringe a stare sveglio. Sento un fruscio, aria sulla faccia, una minacciosa presenza intorno a me.

 

brett beccato dai gabbianibrett beccato dai gabbiani

Vedo la silhouette di un gabbiano mentre il sole sta per scomparire. Mi gira intorno, mi piomba addosso e manca la mia testa di qualche millimetro. Ritorna a bomba una terza volta. Mi immergo, poi capisco che il gabbiano sta tentando di strapparmi gli occhi e le orecchie. Ho un mio piano: lo farà posare sulla mia testa, poi lo prenderò e gli romperò il collo, gli staccherò la testa a morsi.

 

La mia faccia esplode. Distratto, non avevo visto che i gabbiani erano due. Il secondo mi ha beccato il naso. Il sangue mi cola fino in bocca. Aveva puntato ai miei occhi e per fortuna mi sono girato all’ultimo secondo. Urlo, grido per allontanarli. Penso: i gabbiani non dormono in acqua, forse siamo vicini alla terra. Inspiegabilmente spariscono nella notte. Tremo senza più controllare il mio corpo.

 

bratt riunito alla famigliabratt riunito alla famiglia

ore 22.30 - Sento dolore al petto e intorno al collo. Capisco subito cos’è: i tentacoli di una medusa. Mi punge, è una scarica elettrica. Strappo i tentacoli e li butto il più lontano possibile. La mia pelle è in agonia, ho lividi dappertutto, ma la medusa è scomparsa. Il mio corpo brucia da morire, ma non so come, questa energia mi ha dato vita, invece di togliermela. I denti continuano a battere e non riesco a fermarli. Lo schiocco mi rimbomba in testa.

 

Vedo una canoa, sopra ci sono due ragazzini indonesiani di circa sei anni. Vendono ciondoli alle barche più grandi e uno ha i denti spaccati. Urlo, mi faccio sentire, grido: «Mi avete salvato! A te ti pago subito il dentista!». Mi aggancio alla canoa, la canoe non c’è. E’ una allucinazione, o erano fantasmi. Sto fra i vivi e i morti.

 

Alla ventiduesima ora, le mie forze cedono. Non riesco a ingoiare, la lingua è dilatatissima, i miei occhi non vedono quasi più ma scorgo tre luci, potrebbero essere di villaggi, lontano una decina di miglia. Comincio a muovermi verso di loro. Piano, a piccoli colpi. Ho difficoltà a respirare. Non vado da nessuna parte e le luci si muovono. Non sento più il corpo dalla vita in giù né riesco a tenere dritto il collo.

 

brett salvato da un surfer australianobrett salvato da un surfer australiano

Sto per addormentarmi. Vedo una nave con i marinai. La riconosco perché avevo costruito un modellino simile da piccolo. So che è un miraggio ma è così reale. Mi aggancio alla scala e di nuovo scompare. La mia lingua è tagliata in mille canyon. All’una del mattino non ce la faccio più dai dolori. Ho i crampi. Alle 2.30 è il mio amico Banger che mi chiama. Non posso ignorare il suo richiamo, anche se poi evapora come sempre.

 

E’ buio pesto, solo acqua nera attorno a me. Devo dire addio. Non riesco a stare in superficie, ci vuole una infinità a tornare a galla, non c’è più aria. L’acqua è cemento liquido. Alle 4.30 a chiamarmi è mia moglie Anita. A cento metri sento il motore di una nave. Mi avvicino e anche la nave si avvicina, non si allontana. E’ la mia ultima occasione. Non ce la faccio più. Affogare ora sarebbe un sollievo. Mi riempio i polmoni di acqua salata ad ogni respiro. Sono così vicino alla barca, urlo col fiato che resta. Nel mare infestato di squali, è il pensiero della mia famiglia a tenermi in vita.

 

salvataggio di brettsalvataggio di brett

Ventinovesima ora: un marinaio indonesiano grida: «Capo, capo, l’ho trovato! E’ qui». E’ l’angelo della morte? Eppure la ciambella arancione sembra vera. Sento ancora la voce di un uomo: «Ti prendiamo, ti prendiamo».

squalo bianco 5squalo bianco 5

 

la nave che ha salvato brettla nave che ha salvato brett

Brett ha fatto 50 miglia nautiche in mare aperto. E’ stato ripescato vicino all’isola di Sipura da un surfer australiano. Stava affogando e la sua pressione sanguigna era drammaticamente bassa, il volto bruciato, la lingua spaccata, gli occhi rossi, il naso beccato. Esperti dicono che 999 su 1000 sarebbero morte al suo posto. Ha pianto solo quando ha rivisto la famiglia.