LO SQUALO CHIAMA I “COLLEGHI” ALLA GUERRA SANTA: “PERCHE’ I PROPRIETARI EBREI DI GIORNALI SONO COSI’ ANTI-ISRAELIANI?” - IL TWEET DI MURDOCH SCATENA PROTESTE E POLEMICHE - SILURO ANCHE PER OBAMA: “NON PUO’ IMPEDIRE AI SUOI AMICI IN EGITTO DI BOMBARDARE ISRAELE?” - BEINART: “QUINDI UN PROPRIETARIO DI GIORNALI EBREO DOVREBBE LASCIARE CHE SIA LA SUA EBRAICITÀ A DETTARE LE LINEE GUIDA DEL GIORNALISMO?”…

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Guido Olimpio per il "Corriere della Sera"

Rupert Murdoch, detto «lo Squalo», si diverte parecchio su Twitter. Attacca, colpisce, morde. Dal clima alla politica estera. Questa volta ha preso di mira i suoi colleghi editori: «Perché - si è chiesto con un messaggino - i proprietari ebrei di giornali sono così anti-israeliani in ogni crisi?». Poi, in un secondo intervento, critiche anche all'agenzia Associated Press e alla Cnn per la copertura su Gaza. Murdoch ne aveva anche per il presidente, uno dei suoi bersagli preferiti: «Non può Obama impedire ai suoi amici in Egitto di bombardare Israele?».

Le parole non potevano passare sotto silenzio. E dopo qualche protesta sempre sul web, Murdoch ha fatto una piccola correzione. Il proprietario di Fox, Wall Street Journal e altri media, ha precisato che non voleva offendere i giornalisti di religione ebraica. Scuse che hanno avuto poco effetto. Peter Beinart, sul sito Daily Beast, ha contestato con forza la posizione dell'editore in quanto suggerisce che «un proprietario (di giornali) ebreo dovrebbe lasciare che sia la sua ebraicità a dettare le linee guida del giornalismo».

Altri hanno semplicemente mandato a quel paese Murdoch con commenti poco eleganti. Il tutto è poi finito nei dibattiti tv che ogni domenica «allietano» chi ha voglia di seguirli. La posizione dell'uomo d'affari non è comunque isolata e riflette quanto pensa una parte della diaspora, convinta che i media parteggino per i palestinesi o che non diano giusto risalto alle azioni dei gruppi estremisti. Tematiche che restano sempre sotto la cenere ma che puntualmente si riaccendono ogni volta che Israele è impegnato in un conflitto.

 

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