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1 - VENDETTE SANGUINOSE NEL FINALE DI GOMORRA
VIDEO SPOILER GOMORRA TELECLUB SCENA FINALE
Tutti contro tutti: le regole sono saltate, gli affari sono fermi e i protagonisti assetati di vendetta. È condensato in questo il finale della seconda stagione di Gomorra con gli ultimi due episodi della serie in onda stasera alle 21.10 su Sky Atlantic HD e Sky Cinema 1 HD. Nell' episodio 11 Don Pietro Savastano è di nuovo al comando e adesso tutti sembrano disposti a tradire tutti.
E si guarda già alla terza stagione della serie cult che ormai da tre anni sta facendo il giro del mondo: così come la prima stagione, anche la seconda ha infatti destato l' interesse dei principali mercati televisivi internazionali. La serie ad oggi è già stata venduta in oltre 150 Paesi nel mondo.
La seconda stagione di Gomorra è stata la serie Sky più vista di sempre, superando di gran lunga anche gli ottimi numeri registrati dalla prima stagione. Ogni martedì infatti, una media di 1.160.000 spettatori si è sintonizzata su Sky Atlantic. Una serie che ha moltissimi fan, ma che ha ricevuto anche tante critiche ed è inciampiata in incidenti come l' arruolamento del figlio di un boss tra gli attori. Le critiche (arrivate anche dal sindaco De Magistris) si sono incentrate soprattutto sul fatto che la serie fa vedere solo i lati negativi di Napoli e di Secondigliano.
Nicola Marino - figlio di Gaetano Marino detto Mckay - recita nella serie Gomorra
2 - TRA BENE E MALE: “DOPO L’AMBIGUA PATRIZIA SOGNO UNO SHOW TUTTO MIO”
Maria Pia Fusco per “la Repubblica”
Finalmente si saprà chi si sposa e chi muore in Gomorra 2: stasera alle 21.10 vanno in onda le ultime due puntate della serie, in contemporanea con la proiezione qui, al Palazzo dei Congressi del TaorminaFilmFest, alla presenza di Salvatore Esposito (Genny) e Cristiana Dell’Anna, l’interprete di Patrizia, il personaggio femminile, entrata di colpo nella vita del boss Pietro Savastano.
Napoletana, 31 anni ad agosto, la naturalezza di un’adolescente, l’attrice definisce Patrizia come «la rappresentazione di quel processo di conversione dei sentimenti che da positivi diventano negativi. Piantato nel terreno sbagliato qualsiasi sentimento, anche d’amore, può diventare il peggiore dei mali. Se riuscisse a spiegare a tanti ragazzi e ragazze che nel momento in cui cadi nelle mani sbagliate e ti converti, sei dannato, sei finito, potrebbe essere un personaggio educativo».
Nel rapporto con il boss riesce a comunicare qualcosa di buono?
«Lei offre amore, porta un minimo di coscienza. Quando lei lo salva, torna a casa distrutta e c’è l’incontro: ci prova, gli chiede “non sei stanco di fare morti?”, tocca il problema di fondo. Però lui risponde “Io non mi posso fermare”: vince il sistema, vince il meccanismo».
Senza anticipare il finale – il bacio sfiorato con il boss alla fine dell’ultima puntata – Patrizia è destinata a sopravvivere?
«Sì, penso di poterlo dire, le riprese della terza serie cominceranno a ottobre e io ci sarò».
Da “Un posto al sole” a “Gomorra”: due aspetti distanti di Napoli.
«E due prodotti completamente diversi, nelle riprese, nei contenuti. Mi sono divertita molto e ho anche improvvisato interpretando le gemelle di Un posto al sole: per un’attrice è una fortuna la possibilità di “vivere” due caratteri. Gomorra è un racconto crudo, oscuro, che vuole far riflettere. Durante le riprese senti la pressione addosso: il primo giorno ero nel panico totale, c’era un team rodato, tutti si conoscevano. Temevo di non farcela, poi è andata. Per entrare nello spirito dell’ambiente ho fatto ricorso alla memoria. Ho vissuto molti anni a Giugliano, la mia famiglia è del Vomero, ho conosciuto le diverse realtà e, pur non avendo contatti diretti, sentivo il disagio sociale che procura la presenza della camorra sul territorio e, come donna, sentivo la difficoltà della discriminazione, la difficoltà di esprimersi. E quella realtà della presenza della camorra non è cambiata, sono cambiate le modalità con cui agisce, ma il disagio sociale è lo stesso ».
Quando ha letto il libro di Roberto Saviano?
«Quando è uscito mi sono trasferita a Londra, l’ho letto in ritardo sui bus londinesi andando e tornando dal lavoro di barista. Spesso chiudevo il libro con rabbia, perché mi riportava a una realtà che conoscevo ma mi ha aperto gli occhi su fatti e situazioni che non avrei mai immaginato ».
Ha incontrato Saviano?
«Sì, alla prima di Gomorra: è di una semplicità unica, un linguaggio accessibile a tutti, mi ha fatto un grande effetto avvicinare una persona che rappresenta più di se stesso, rappresenta un’idea».
Anche lei “fin da bambina” sognava di fare l’attrice?
«Sì e no, nel senso che ho capito che amavo recitare a 13 anni, ma non pensavo a una professione. Ci ho pensato dopo il liceo, ma c’era un pregiudizio nei confronti di questo lavoro. Vengo da una famiglia borghese, papà medico, mamma insegnante, non cercavano di dissuadermi, ma volevano che fossi sicura. Allora siccome per me “tutto o niente” ho deciso niente e mi sono iscritta a medicina. Ho fatto un anno, sono scoppiata all’esame di anatomia. Ho detto basta, voglio recitare e ho fatto i bagagli, sono andata Londra, ho fatto l’accademia, ho lavorato in teatro, mi sono guadagnata da vivere».
La svolta quando è arrivata?
«Direi proprio con Gomorra: ora la gente mi riconosce, mi chiama Patrizia, la famiglia è con me, anzi devo frenare gli entusiasmi di mio padre. Un posto al sole ha avuto più valore nella mia vita personale, sono tornata per caso a Napoli, dopo aver fatto a Londra uno spettacolo tratto da un testo di Dario Fo, per caso ho fatto il provino e mi hanno preso. Sono tornata e ho fatto pace con la mia terra. Ma non perdo i contatti con Londra, il sogno è di preparare uno spettacolo tutto mio, “one woman show”, con brani di autori diversi. Potrebbe essere la prova che ho scelto la strada giusta».
3 - IL RISIKO MARZIANO DELLA MALAVITA
Antonio Dipollina per “la Repubblica”
Si chiude ma, tranquilli, potrebbe non chiudere mai: terza stagione confermatissima. Gomorra 2 raduna gli appassionati stasera per gli episodi finali 11 e 12, si sta col fiato sospeso perché qualcosa di fortissimo deve comunque succedere, alla fine avremo una nuova posizione dei pezzi sulla scacchiera sanguinolenta. L’hanno acquistata in 150 paesi, in giro per il mondo Gomorracattura – se uno la scrive e poi Ricky Gervais ne tesse le lodi paragonandola ai Sopranos, non ha molto altro da chiedere.
La serie marziana, l’unica da noi, detta mode social, tormentoni, battute e richiami: non è per tutti, rimane una produzione alta e per il pubblico più intrigato e intrigante, ma certe sere a Napoli c’è più silenzio del solito e sono le sere della rappresentazione di Gomorra.Due livelli, ormai assodati: quello di chi si appassiona al dibattito sulla rappresentazione del famoso Male Assoluto e si scatena, con censure o difese a prescindere.
Quello di chi, a forza di esempi decennali dagli Usa, ha imparato a trattare una fiction come una fiction – e ne riconosce anche trucchi, sapienze di scrittura, automatismi. Appunto per stare con una certa dignità sulla scena mondiale, forse nell’unico modo possibile per la tv di questo meraviglioso paese con troppi pensieri.
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