UNA TAZZULELLA DI MCAFEE - LA STORIA DEL RE DEGLI ANTIVIRUS È MEJO DI UNA SOAP: RICERCATO PER L’OMICIDIO DI UN SUO VICINO IN BELIZE, SCAPPA IN GUATEMALA, VIENE ARRESTATO E GLI VIENE UN INFARTO IN CELLA - EX TOSSICO, HA SPERPERATO UN PATRIMONIO, HA BLOGGATO CONTRO LA CORRUZIONE IN BELIZE E TEME UN COMPLOTTO PER FARLO FUORI - S’È FINTO MENDICANTE ZOPPO E TURISTA TEDESCO UBRIACO, STA CON UNA MINORENNE E DELIRA: “SUICIDARSI È UN MODO PER AIUTARE IL MONDO”…

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Angelo Aquaro per "la Repubblica"

Non regge il cuore al re dell'antivirus. Un attacco in cella, due ambulanze che accorrono, l'ultimo drammatico colpo di scena proprio mentre dal carcere del Guatemala sta per essere deportato in Belize, il paradiso che aveva lasciato per fuggire ai sospetti di aver ucciso il suo vicino di villa. «E' entrato qui illegalmente e per questo crimine è prevista l'espulsione» dice il ministro dell'interno Mauricio Lopez Bonilla. Ma adesso? L'ex re della Silicon Valley aveva accusato dei dolori già prima, però aveva rifiutato le cure, «uso solo le erbe, non mi fido».

Che disastro: John McAfee non si fida più di nessuno. «Il Belize è un paese selvaggio, la gente pensa sia un posto meraviglioso, pacifico, spiagge bellissime. Dicono: McAfee dev'essere diventato matto. Sì, forse sono matto: ma se lo fossi, non potrei mica saperlo».
Che disastro: e che delirio. In Belize mi vogliono morto, aveva detto, perché ho denunciato tutta quella corruzione. Anche da dietro alle sbarre ha continuato ad aggiornare il suo blog.

«Leggo i post, non ho tv, uso il computer di una guardia. Sto pensando di ammazzarmi? E' dall'inizio dei tempi che il mondo ci vomita addosso virus, disastri, animali affamati, Dna difettosi e chi sa quant'altro nel tentativo di ammazzarci. Suicidarsi sarebbe un modo di aiutarlo». McAfee-losofia allo stato puro: cioè confusionario.

Dicono che siano cominciati con l'uso delle droghe i dolori di questo ingegnere di 67 anni, inventore di quegli antivirus oggi di proprietà del colosso Intel, pioniere dei computer ma imprenditore dalle mani bucate, il patrimonio crollato con la crisi da 100 a 4 milioni di dollari. Lui naturalmente smentisce: «E' dal 1983 che non prendo droghe. Prima le prendevo di continuo, 24 ore al giorno, le ho prese per anni. Sono stato il peggior tossicodipendente del pianeta».

E poi? «Poi mi sono iscritto agli Alcolisti Anonimi ed è finito tutto». Bugie: tutto doveva ancora cominciare. Qualche anno fa, dopo l'ennesimo divorzio, la fuga in Centramerica: ma mai retiro fu meno bueno. Il suo vicino di villa, americano come lui, lamentava traffici di donne e droghe, troppi party, troppe armi: troppi e troppo ringhiosi cani da guardia, pure. Quattro li hanno trovati avvelenati all'inizio di novembre. Pochi giorni dopo hanno trovato ucciso lui, il vicino, Gregory Viant Full.

Sempre via blog, oggi McAfee si rivolge alla sua famiglia: «Sono innocente», scrive, «ho perso negli ultimi anni cinque parenti strettissimi e capisco cos'è il dolore». Però s'è dato subito alla fuga, mascherandosi con la cromatina da scarpe, da mendicante zoppo, da turista tedesco ubriaco... «Sono fuggito perché la mia ragazza era in pericolo» si difende ora. Una ragazza minorenne: mezzo secolo più giovane di lui. «Per favore, scrivete al presidente del Guatemala, non ho mai chiesto niente a nessuno, sto chiedendo aiuto per la prima volta». Ma mentre le ambulanze accorrono in carcere, per John McAfee la prima volta potrebbe essere già troppo tardi.

 

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