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DAGOREPORT – SE C’È UNO SPIATO, C’È ANCHE UNO SPIONE: IL GOVERNO MELONI SMENTISCE DI AVER MESSO…
1- MEGLIO LO SCALFARI-1 CHE LO SCALFARI-2
Marco Travaglio per "il Fatto quotidiano"
Eugenio Scalfari mi fa la carineria di replicare su Repubblica al mio articolo dell'altroieri ("Scalfarendum"). E sostiene che non c'è contraddizione fra il suo sostegno al referendum Segni del â91 sulla preferenza unica e il suo plauso alla Consulta che "ha giustamente bocciato" il referendum Parisi-Segni-Di Pietro. Motivo: "I referendum elettorali sono ammissibili se si limitano a modificare la legge elettorale sopprimendone una frase ma lasciandone in piedi l'impianto. Questo fu il referendum di Segni: si limitava a portare i voti di preferenza da 5 a 1", mentre "abrogare una legge elettorale non si può".
Nulla dice Scalfari a proposito dell'unica frase che contestavo del suo articolo di domenica: "I referendum elettorali andrebbero esclusi come quelli relativi ai trattati internazionali e alle leggi di imposta". Una frase che contraddice platealmente le campagne di Scalfari in favore dei referendum elettorali del 1991 e del â93.
Già , c'è anche il referendum del â93, che trasformò il sistema da proporzionale a uninominale (altro che "lasciarne in piedi l'impianto"!). Ma del referendum Segni del â93, che Scalfari sostenne con enfasi e passione come ho documentato nel mio articolo, Scalfari non parla. Perché? Per non entrare di nuovo in contraddizione con se stesso.
Il referendum del â93 non "sopprimeva una frase" della legge elettorale precedente: cancellava di fatto quella del Senato, infatti costrinse il Parlamento a riscriverla da cima a fondo, col Mattarellum, anche per la Camera. Se dunque i sostenitori del referendum bocciato dalla Consulta sono "qualunquisti demagoghi", come definire chi, il giorno della vittoria referendaria del â93, titolò a tutta prima pagina "L'Italia s'è desta"?
2 - IL PEGGIOR SARDO Ã CHI NON VUOL CAPIRE
Marco Travaglio per "il Fatto quotidiano"
L'Unità diretta da Claudio Sardo torna a prendersela con noi del Fatto, che saremmo "smemorati" perché nel 2006 Padellaro, quando dirigeva l'Unità e "Travaglio era una delle firme di punta del quotidiano", firmò un appello per i finanziamenti pubblici ai giornali di partito. E allora? Noi mica abbiamo chiesto al governo di togliere i fondi pubblici all'Unità (ci limitiamo, se la cosa non è troppo provocatoria, a rifiutarli per noi).
Abbiamo invece scritto che l'Unità non ha informato i suoi lettori sul caso Malinconico subito dopo che il sottosegretario Malinconico aveva rinnovato i fondi pubblici all'Unità . A proposito di smemorati: ma tre anni fa l'editore dell'Unità Renato Soru non aveva promesso di rinunciare ai fondi pubblici?
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