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DAGOREPORT – SE C’È UNO SPIATO, C’È ANCHE UNO SPIONE: IL GOVERNO MELONI SMENTISCE DI AVER MESSO…
Da "il Foglio"
Berlino. Proprio nei giorni in cui il Bundestag discuteva i dettagli della legge che riattiverà in Germania il fondo speciale di sostegno alle banche (SoFFin), l'agenzia di rating Moody's ha abbattuto la sua scure su Commerzbank, secondo istituto di credito del paese, le cui controllate Commerzbank Europe e Eurohypo sono state declassate rispettivamente da C+ a D- e da D- a E+. Commerz, in cattive acque dall'inizio della crisi, si prepara a una ristrutturazione che potrebbe prevedere una nuova iniezione di liquidità da parte del fondo speciale, detentore dal 2009 del 25 per cento più un'azione del capitale.
Una notizia che non rasserena affatto la Germania, per ora unico paese risparmiato dalla girandola dei declassamenti sovrani. Dopo che Standard & Poor's ha certificato la precarietà delle condizioni finanziarie del Fondo temporaneo di stabilizzazione (Efsf) e di nove stati dell'Eurozona, il governo federale teme infatti che le difficoltà di rifinanziamento possano estendersi a macchia di leopardo a tutti gli stati dell'Unione monetaria.
Ecco perché Berlino, tramite il ministro delle Finanze, Wolfgang Schäuble, ha annunciato di voler rendere meno gravosi i criteri che regolano gli investimenti del patrimonio vincolato delle assicurazioni; in questo modo si tenta indirettamente di allentare la pressione sugli stati in difficoltà e, allo stesso tempo, di ridurre l'influenza delle agenzie di rating sui mercati. Niente più di un pannicello caldo, che non modifica di una virgola i problemi dell'Euroarea e il rischio che anche la Germania ne venga travolta.
Anche se S&P's ieri mattina si è affrettata a precisare che il rating della Germania non è in pericolo, era stata la stessa agenzia, il 6 dicembre scorso, a ricordare che Berlino è ormai a rischio. "Il problema - ha spiegato all'Handelsblatt il professor Clemens Fuest dell'Università di Oxford - è che gli stati che devono sostenere il salvataggio hanno ormai raggiunto il limite della propria capacità finanziaria". Anche la tripla A teutonica, quindi, non è destinata a rimanere lì in eterno: "C'è una probabilità del 50 per cento che possa cadere", chiarisce ancora Fuest, consigliere del ministero delle Finanze di Berlino.
"Se gli altri paesi dovessero riprendersi presto, allora c'è una chance che la Germania possa farcela". Ma come ammoniva ieri nella sua intervista alla Bild Zeitung lo stesso capo di S&P's per l'Europa, Moritz Krämer, "le misure di risparmio senza sostegno alla crescita sono insufficienti per la risoluzione del problema". Secondo una nota pubblicata ieri da Moody's, il 2012 sarà un anno difficile anche per la Germania: "La crescita del pil rallenterà in modo notevole dal 3,1 per cento del 2011 allo 0,5 del 2012". Stime confermate dal ministro dell'Economia, Philipp Rösler, che per il 2012 prevede un più 0,7.
E così, mentre Schäuble diffonde ottimismo, ricordando l'esito positivo delle aste in Spagna e Italia della scorsa settimana, il gruppo di ribelli interni alla maggioranza cristiano-liberale torna a farsi sentire. Il deputato libertario Frank Schäffler (Fdp) è convinto che, se nei prossimi mesi le garanzie tedesche per il Fondo di stabilizzazione temporaneo dovessero aumentare, anche il rating tedesco finirebbe per risentirne.
Nemmeno per l'opposizione socialdemocratica i segnali di questi giorni andrebbero ignorati: "Quello di S&P's è un chiaro monito alla Germania, che deve continuare sulla linea del consolidamento e abbandonare l'idea dei tagli alle tasse", dice Thomas Oppermann, portavoce dell'Spd al Bundestag. Schäuble è invece dell'avviso che l'incertezza attuale sarà mitigata con l'entrata in vigore del nuovo Fondo salva stati, l'Esm, nel giugno prossimo.
Per l'Esm manca tuttavia ancora una ratifica del Parlamento tedesco. Senza contare che, comunque, il Fondo non sarà dotato di alcuna licenza bancaria e non potrà accedere alla liquidità dell'Eurotower. Per opposizione soprattutto di Berlino.
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