1- TRAVAGLISMO SENZA LIMITISMO! “IO NON TIFO ITALIA, TIFO PER LA GERMANIA. SOPRATTUTTO A QUESTI EUROPEI, IN CUI SE DOVESSIMO VINCERE CI DIMENTICHEREMMO SUBITO DELLO SCANDALO DI CALCIOPOLI, COME NEL 2006 ACCADDE AI MONDIALI. INSOMMA, SPERO CHE L’ITALIA VENGA ELIMINATA SUBITO, IMMEDIATAMENTE” 2- FELTRI LO INFELTRISCE: “IL PROBLEMA PERÒ QUI È UN ALTRO. SIAMO SICURI CHE LA ROSA A DISPOSIZIONE DI PRANDELLI SIA COMPOSTA DA FARABUTTI? NON DIREI. A TRAVAGLIO CHIEDIAMO UNO SFORZO: QUELLO DI NON ESSERE OSTILE AGLI AZZURRI; BASTA L’INDIFFERENZA. E POI, MARCO, LA GERMANIA NO! ACCONTENTATI DELLA MERKEL”

1- "IO NON TIFO ITALIA, TIFO PER LA GERMANIA"
VIDEO-INTERVISTA - http://tv.ilfattoquotidiano.it/2012/06/15/travaglio-tifo-germania-litalia-sbianchetterebbe-calciopoli-vittoria/199704/

Intervista a tutto tondo a Marco Travaglio, vicedirettore del Fatto Quotidiano, durante la trasmissione radiofonica "Un giorno da pecora", su Radio Due. Il primo argomento affrontato riguarda il tifo calcistico:

"Io non tifo Italia, tifo per la Germania", dichiara Travaglio. "Tifo quasi sempre Germania, raramente ho tifato Italia. Le uniche volte che l'ho fatto è stato quando c'erano squadre che mi piacevano, tipo l'Italia di Bearzot, quella di Zoff e quella di Trapattoni".

E precisa: "Tifo contro l'Italia soprattutto a questi Europei, in cui se dovessimo vincere ci dimenticheremmo subito dello scandalo di Calciopoli, come nel 2006 ai mondiali. Insomma, spero che l'Italia - continua - venga eliminata subito, immediatamente".

Nel corso dell'intervista, vi è un divertente scambio di battute tra Travaglio e Giuseppe Fioroni (Pd) e soprattutto l'outing pubblico di Alessandro Baracchini, giornalista di punta di RaiNews24, il quale dichiara di essere favorevole ai matrimoni gay perché omosessuale. Travaglio analizza, inoltre, il fenomeno Grillo e parla della sua ultima intervista al comico genovese.

2- CHI NON TIFA ITALIA PESTE LO COLGA
Vittorio Feltri per Il Giornale

Immagino che Marco Travaglio sarà scomunicato perché ha con¬fessato durante una puntata di Un giorno da pecora (programma ra¬diofonico trasmesso da Radio 2) di ti¬fare contro la Nazionale italiana di calcio, impegnata a farsi eliminare dai Campionati europei in corso. Il suo cuore, ha detto il famoso giornali¬sta (vicedirettore del Fatto Quotidia¬no ), batte per la Germania, soprattut¬to, ma non solo. Perché? Se ho ben ca¬pito, in passato non era così. Egli, per esempio, ricorda di aver sostenuto con entusiasmo gli azzurri quando erano guidati da Enzo Bearzot, Dino Zoff e Giovanni Trapattoni.

Quello di Travaglio, quindi, non sa¬rebbe un pregiudizio nei confronti della nostra rappresentativa naziona¬le in genere, bensì di questa squadra agli ordini di Cesare Prandelli. Per un motivo preciso. Quale? Essa è il pro¬dotto di un calcio malato, praticato da parecchi atleti corrotti, pronti a vendersi le partite per lucrare denaro attraverso scommesse sulle loro stes¬se prestazioni.

Su questo punto è difficile dare tor¬to al vicedirettore, la cui mentalità, nota a chiunque legga i suoi sferzanti editoriali, è quella di un giornalista le¬galitario, inflessibile e capace di co¬niugare la propria rigidità morale con una prosa godibile, spiritosa. In¬somma, l'uomo può essere antipati¬co per le posizioni che assume - spe¬cialmente in politica- ma sarebbe as¬surdo negarne l'abilità.

Detto questo, e precisato che cia¬scuno è libero di pensarla come cre¬de su tutto, incluso lo sport, non sia¬mo d'accordo con lui su un particola¬re. Sia chiaro, anche a noi non vanno a genio coloro che, ben remunerati, giocano al pallone non per vincere sul campo, ma al botteghino delle puntate. Ci mancherebbe. E ci augu¬riamo che lo scandalo venga stroncato.

Il problema però qui è un altro. Sia¬mo sicuri che la rosa a disposizione di Prandelli sia composta da farabut¬ti? Non direi. Perché allora essere co¬sì severi e ingiusti con loro, sperando addirittura che vengano eliminati, quando (per altro) saranno eliminati lo stesso senza le gufate di Travaglio?

È vero che nel 2006 l'euforia per la vittoria degli azzurri ai Mondiali can¬cellò le porcherie di Calciopoli. Peg¬gio: alcuni cialtroni vennero perse¬guiti, altri no, secondo il costume sportivo-giudiziario. Però non è scontato che un'eventuale (e impro¬babile) affermazione di questa équi¬pe¬ agli Europei trasformerebbe i pro¬cessi in corso in una «festa del perdo¬no ». Inoltre, non è lecito fare di ogni erba un fascio: la percentuale dei ma¬riuoli con le scarpe bullonate è mini¬ma rispetto alla totalità degli atleti. E coinvolgere nel disprezzo anche la maggioranza che tira pedate oneste non è un'operazione corretta.

C'è poi un aspetto della questione che merita un discorso a parte. Il co¬siddetto «tifo contro» sarà pure legit¬timo, ma alimenta non solo la male¬ducazione da stadio: anche la violen¬za. Lo sport, almeno in teoria, dovreb¬be essere scuola di lealtà. Nel calcio invece assistiamo a episodi disgusto¬si. I supporter del Toro odiano gli ju¬ventini. Quelli dell'Inter odiano i mi¬lanisti, ampiamente ricambiati. La¬ziali e romanisti non sono più signo¬ri: ogni due per tre si menano per un corner.

Il «tifo contro» è talmente acceso che gli appassionati godono di più per la sconfitta dei «nemici» che per il trionfo degli «amici». Un fenomeno assurdo, illogico, insensato. Non sap¬piamo se sia soltanto italiano o se si re¬gistri anche in Inghilterra, Francia, Olanda eccetera. Ma è certo che fa ri¬brezzo e declassa lo spirito sportivo a sentimento abietto. Ahimè assai dif¬fuso in vari ambienti. Rammento i pa¬dani che, alcuni anni orsono, tifava¬no contro l'Italia e a favore dell'Irlan¬da perché aveva le maglie verdi, tan¬to per citare una bischerata clamoro¬sa.

La nostra non vuole essere una le¬zioncina a sfondo moralistico, per ca¬rità, né un richiamo al patriottismo pedatorio. È solo un'osservazione. Il calcio, pur essendo la disciplina più popolare nel nostro Paese, fa di tutto per suicidarsi con l'aiuto di numero¬si suoi protagonisti. Vediamo di non dargli una mano- e una penna di livel¬lo - a realizzare l'insano proposito. A Travaglio chiediamo uno sforzo: quello di non essere ostile agli azzur¬ri; basta l'indifferenza. E poi, Marco, la Germania no! Accontentati della Merkel.

 

 

TRAVAGLIO INTERVISTATO DA CHIMARCO TRAVAGLIO CON BEPPE GRILLOnonleggerlo vittorio feltri giornale travaglio d avanzoROBERTO DAGOSTINO PETER GOMEZ MARCO TRAVAGLIO VITTORIO FELTRI DANIELA SANTANCHE PAOLO BERLUSCONI MAURIZIO BELPIETROTravaglio Gomez e Cinzia MonteverdiBEARZOT prandelli buffon big pele maradona enzo bearzot lapMerkel con Ozil negli spogliatoi della Germania merkel esulta ad uno dei goal della germania all argentina