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Luca Castelli per “la Stampa”
La società americana Netflix, fornitrice dell’omonimo servizio di video streaming online, ha annunciato l’avvio della produzione del suo primo lungometraggio, un sequel di La tigre e il dragone di Ang Lee. Il film – le cui riprese sono già in corso in Nuova Zelanda – si intitolerà Crouching Tiger, Hidden Dragon: The Legend sarà diretto da Yuen Wo-Ping e ritroverà la star del primo capitolo (Michelle Yeoh).
L’innovazione non riguarderà solo la produzione diretta ma anche le modalità di distribuzione del film. La società californiana, che ha prodotto serie come House of Cards e Orange Is the New Black, distribuendo online tutti gli episodi delle singole stagioni in un unico giorno, si concederà un esperimento anche per La tigre e il dragone 2. Il film sarà lanciato il 28 agosto 2015, arrivando contemporaneamente nelle sale IMAX degli Stati Uniti e in streaming su Internet.
Per Netflix si tratta di un nuovo tassello nella strategia di ridefinizione dell’intrattenimento globale: l’assalto al modello classico delle “finestre”, secondo cui un film esce in esclusiva al cinema per un determinato periodo di tempo, prima di raggiungere – gradualmente – i dvd, la pay-tv, la tv in chiaro e lo streaming su web. Un’operazione che di sicuro farà sussultare diversi attori della filiera cinematografica e televisiva, dai gestori delle sale ai network tv.
La pressione esercitata sui meccanismi distributivi coincide con l’espansione verso nuovi mercati. Nato nel 1997 come concorrente delle videoteche Blockbuster nel noleggio di vhs e dvd, Netflix si è riconvertito alla distribuzione diretta di contenuti via streaming, diventando rapidamente il leader del mercato nord e sudamericano. Dal 2012 è iniziato lo sbarco in Europa, prima in UK e Scandinavia, quindi nei Paesi Bassi, infine – lo scorso 15 settembre – in molti paesi dell’area continentale (Germania, Austria, Svizzera, Francia, Belgio, Lussemburgo).
All’appello manca l’Italia. Un’assenza che potrebbe durare ancora a lungo. Un po’ per l’opposizione dei settori che più temono la concorrenza del servizio (dagli esercenti cinematografici alle tv, in primis Sky e Mediaset), un po’ per l’arretratezza delle infrastrutture, che riduce l’appeal commerciale del nostro paese.
“Solo il 55% delle abitazioni nazionali dispone di collegamenti teoricamente adeguati a supportare il carico necessario per fruire di Netflix”, si legge su Oltre la siepe, newsletter della Lombardia Film Commission. Mentre “la media europea, in base alle rilevazioni Eurostat, è del 72%”.
Per questo i colloqui tra i rappresentanti di Netflix e i referenti del mercato italiano sarebbero ancora allo stato embrionale, lasciando spazio di manovra ai neonati servizi di streaming nazionali, già operativi, come Infinity (Mediaset) e Cubovision (Telecom). In quanto a Netflix, prosegue Oltre la siepe, “seppur in mancanza di conferme ufficiali in un senso o nell’altro, i commentatori internazionali sono unanimi nel ritenere lo Stivale fuori dai giochi almeno fino a metà 2015”. L’apertura, insomma, potrebbe coincidere proprio con il periodo dell’uscita del nuovo La Tigre e il Dragone.
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