DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO…
1. LA CORISTA AVA CHERRY RICORDA I SUOI MENAGE A TROIX CON BOWIE E MICK JAGGER
L’ex corista di David Bowie Ava Cherry commemora il duca bianco ricordando la movimentata storia che li ha avvicinati. Si conobbero per la prima volta durante un party di Stevie Wonder, nel 1972, quando Ava era ancora una giovane aspirante modella.
“Era alto e bello, i suoi capelli erano rossi e appariscenti,” racconta Cherry al New York Post. “Si avvicinò a me, e mi disse: “Un vero piacere conoscerti, Ava", con quel suo accento inglese. Poi disse: "Hai uno stile unico. Mi piaci”.
Una cena romantica più tardi, la coppia fu avvistata mano per mano durante una live session del grande jazzista Charles Mingus.
Bowie portò Cherry nella sua stanza al Gramercy Park Hotel, dove ascoltarono il suo nuovo album “Aladdin Sane”. “Poi accadde l'inevitabile, e fu meraviglioso,” racconta. “Ero completamente presa. Completamente andata per lui”.
La mattina, però, una donna si presentò in camera d’albergo.
“Lo baciava e lo abbracciava, mentre io mi chiedevo chi diavolo fosse quella donna”, racconta Cherry. Fu David a rompere il ghiaccio. “Disse: ‘Questa è Ava Cherry’. E la donna rispose: ‘Oh, ciao, cara, come stai?’ Come se tutto fosse molto normale”.
“Rimase per circa 15 minuti e poi disse: “Ora devo andare. È stato un piacere parlare con te, Ava". “Quando chiuse la porta, guardai David e gli chiesi chi fosse quella donna. “È mia moglie, Angie”.
Aggiunse di non preoccuparsi, non sarebbe successo nulla perché il loro era “un matrimonio aperto”.
Dopo quell'incidente, l’idillio andò avanti ancora per poco. Bowie trasferì la sua amante nella sua dimora coniugale londinese, ma Angie non era più così accomodante come all’inizio.
“Credo avesse capito che non ero come tutte le altre ragazze che David si portava a letto. Lui a me ci teneva davvero”. “Così non volle che abitassi lì. Fece una scenata, urlava, lanciava cose. ‘Portala via di qui!’ gridava”. David eseguì e la coppia si sciolse poco dopo.
“Fu una splendida avventura. Era solo il sogno di una giovane ragazza di trovarsi accanto a tutti questi personaggi incredibili”.
2. L’UOMO CHE HA SEDOTTO IL MONDO È RIMASTO PER TUTTI UN’ENIGMA
Tra incontri di un notte e amanti di lunga data, centinaia e centinaia di anime non riuscirono a resistere al fascino indiscutibile di David Bowie. Se volevi entrare a far parte della cerchia magica del Duca Bianco, dove non esistevano distinzioni e tutto era apertamente promiscuo, esisteva una sola grande regola: la fedeltà non rientrava nel pacchetto.
Il primo e unico caso fu “quando avevo 18 anni. Conobbi una ragazza che mi piaceva, ma al secondo appuntamento scoprì che ero stato con un’altra. Mi mollò”.
Da quel momento, furono in pochi a offendersi per l’incapacità di essere fedele di Bowie. Era indistintamente sfrenato. Irresistibile e privo di resistenza. Ragazze e ragazzi. Uomini e donne. Etero, gay, trans. Numeri al lotto. Cose a due, a tre, a quattro, orge. Al di là di qualsiasi razza, colore, religione. Senza pregiudizi, senza distinzioni.
La leggenda del rock si crogiolava in un eccesso fisico del tutto. “Ho avuto una vita meravigliosamente irresponsabile”, raccontava durante un’intervista radio della BBC. “Ero attratto da chiunque”, ricordava ammettendo di avere una personalità incline alle dipendenze, tra cui il sesso, una di quelle indulgenze di cui non ne avrebbe mai avuto abbastanza.
Alcuni dei suoi amanti erano grandi nomi, come Lulu, Marianne Faithfull, Nina Simone, Susan Sarandon, Bianca Jagger, Tina Turner. Altri erano fan adoranti, altri membri del suo entourage, come la pr Cherry Vanilla. Tutti si lasciavano sedurre dal suo aspetto magro e denutrito e dal suo stile fiammeggiante. Ma cos’è che lo rendeva un amante di tale successo? A quanto pare oltre al fascino, era la gentilezza a colpire prima di tutto. Flirtava, sorrideva, seduceva.
Ad esempio, a ispirare maggiormente la cantante Lulu era una parte in particolare del suo corpo: “C’è chi ha belle mani o bel un collo, ma scoprì che David aveva delle cosce meravigliose, le migliori che avessi mai visto”, scrisse nella sua autobiografia.
Più si diffondeva la notizia della sua ninfomania, più le donne sembravano attirate piuttosto che dissuase. Quando si seppe che il cantante aveva l'abitudine di sedurre chi lavorava per lui, le domande di lavoro per la sua società ebbero un’impennata vertiginosa.
A volte Bowie semplicemente chiedeva di fare sesso. Durante un party in suo onore a Los Angeles, Bowie si era ritirato in disparte conquistato dalla danza molto sexy di una ragazza con un produttore discografico chiamato Kim Fowley.
Anche se gli sarebbe bastato schioccare due dita visto il suo status di superstar, il cantante aspettò fino alla fine del ballo e chiese a Fowley se la ragazza era con lui. Nel sentirsi dire di no, Bowie si avvicinò a lei e si presentò. “Il mio nome è David Bowie,” disse disarmante. (Naturalmente lei sapeva bene chi fosse.) “Vuole accompagnarmi in bagno?”
La giovane accettò l’offerta. Andarono verso il bagno e si chiusero la porta alle spalle, ignorando due drag queen che colpivano la porta con i tacchi a spillo, urlando: "Apri la porta. Siamo in grado di fare un lavoro decisamente migliore di lei!”
Quando riemersero, Bowie baciò la ragazza sulla guancia, le strinse la mano e disse: “Grazie”. Lei se ne andò, ancora incantata dai modi perfetti di Bowie, il più ben educato della maggior parte delle rock star. Era sempre delicato, anche con le groupie affamate di sesso, razza che di solito disprezzava.
La sua PR e amante occasionale, Cherry Vanilla, raccontò in un suo libro di memorie: “Era un grande baciatore. Un amante migliore di quanto avessi mai immaginato. E non solo in senso fisico.
Il sesso era quanto di più tempestoso e aerobico si potesse desiderare, ma non sembrava mai che facessimo solo sesso. Sembrava sempre di fare davvero l’amore. O era un attore favoloso, oppure era un uomo le cui emozioni andavano sempre in profondità”.
Così la groupie appena 14enne Lori Lightning (che costò a David diverse condanne per pedofilia) ricorda soprattutto la gentilezza e il garbo con cui la rock star si portò via la sua verginità. “Ero così nervosa. Non avevo mai avuto rapporti sessuali. Così mi accompagnò in bagno, si tolse il kimono, entrò nella vasca da bagno, e si mise a fissarmi con quegli occhi così intensi. Era splendido, la pelle bianca, perfetta. Poi mi chiese di lavarmi la schiena e fu solo l’inizio. Sapeva che era la mia prima volta e fu così gentile”.
Ovviamente c’era qualcosa di innegabilmente e freddamente calcolatore nel fascino di Bowie. Alcune donne erano disturbati da quel suo modo cinico e distaccato di fare l’amante. Sembrava quasi che le trattasse come oggetti inumana, non come esseri umani. Una teoria è che a 20 anni si era profondamente e perdutamente innamorato di una ragazza, Hermione Farthingale, che facendolo soffrire lo segnò per tutta la vita.
Un altro aspetto da sempre controverso riguarda la natura della sessualità di Bowie. Sicuramente ebbe relazioni con influenti figure maschili del mondo della musica. Anni dopo, quando si stabilì con la sua seconda moglie, la top model somala Iman, affermò fermamente convinto: “Non sono mai stato gay”. Sì, era affascinato dal rapporto fisico nella sua complessità, ma ammise che “francamente non era così piacevole. C’era qualcosa che non mi faceva sentire a mio agio”.
E chi lo conosceva bene confermò queste parole dalla propria esperienza.
Tony Zanetta, che fu per un po' sia per il manager di Bowie e un compagno di letto, raccontò: “Era bisessuale, ma in realtà era solo un gran narcisista. Ragazzi o ragazze, per lui era lo stesso. “Era attratto dalla sottocultura gay perché ne amava lo sfarzo. Ma non fa mai la sua passione primaria. '
In effetti, per alcuni aspetti, Bowie conservava un certo vecchio stile nella sua visione sessuale. Uno dei motivi per cui ruppe con la sua prima moglie Angie fu che la donna si rifiutò di essere la madre affettuosa e devota che lui si aspettava quando nacque il loro figlio Zowie.
Il piccolo (e poi Joe, poi Duncan) fu allevato sin da piccolo da una baby-sitter. Bowie non riusciva a crederci.
Alla fine si è scoperto che, in fondo in fondo, Bowie era anche un uomo di famiglia. Nella fase finale della sua vita, si stabilì con Iman e la loro figlia a New York. Un periodo di monogamia e soddisfazione, che sembra essere la prova che tutti quegli anni di capriole sessuali e irrefrenabili sconsideratezze, così apparentemente liberatorie, erano in realtà una ricerca per la pace interiore che riuscì finalmente a trovare tra le braccia di una donna amorevole. O forse no. Il bello è che non lo sapremo mai. Tanto vasto e profondo è il misterioso enigma che è riuscito a creare intorno a sé questo personaggio instabile e tuttavia irresistibile.
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