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1. CI SIAMO. OGGI ARRIVA VASCO ROSSI E QUEL POCO DI CINEMA CHE È RIMASTO DA VEDERE VERRÀ TOTALMENTE TRAVOLTO. PECCATO. AL LIDO, IERI SERA A MEZZANOTTE, CALMA PIATTA. GIRAVANO SOLO QUATTRO CINÉPHILES SFIGATI. NEMMENO UN BARETTO APERTO. PECCATO 2. TOTOFESTIVAL. VINCE SOKUROV, VINCE EGOYAN. CAPIRAI. MAGARI FINIRÀ COSÌ. DU’ PALLE

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Marco Giusti per Dagospia

 

Venezia. Ci siamo. Oggi arriva Vasco e quel poco cinema che è rimasto da vedere verrà totalmente travolto. Peccato. Ieri sera a mezzanotte calma piatta. Sembrava di essere a Roma a Piazza Bologna il 2 novembre. Giravano solo quattro cinéphiles sfigati. Nemmeno un baretto aperto. Peccato. Prima qualcuno aveva tentato un totofestival. Vince Sokurov, vince Egoyan. Capirai. Magari finirà così. Du’ palle.

 

Nella giornata si erano visti, in ordine, il film venezuelano col dentista pipparolo innamorato di un ragazzetto dai labbroni, il film messicano coi due nani lottatori di wrestling e due vecchie mignotte pericolose, l’unico film cinese in concorso, dal titolo estremo, Behemot, opera prima di Zhao Liang, che abbinava versi danteschi al viaggio dentro una terribile miniera mongola.

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Dopo i primi dieci minuti i critici dormivamo alla grande, ma c’è già chi ha urlato al capolavoro. Per fortuna il film dei gemelli De Serio, il rigorississimo I ricordi del fiume, cronaca di uno sgombro epocale di un campo Rom e profughi vari a Torino, rimetteva le cose a posto, malgrado i 140 minuti.

 

Tra le star in arrivo ieri: Serena Grandi, Umberto Smaila, Daniela Poggi, Rita Rusic, Anna Falchi, Roberto Cotroneo, Michael Cunningham e altre decine di autori Bompiani. Laurie Anderson camminava per la strada tranquilla. All’Excelsior non c’era proprio nessuno. Faccio un’intervista a Stacy Martin, bellissima eroina di Nynphomaniac e parte lo spurgo di una fogna con rumore e odore orrendi. Per fortuna oggi, oltre a Vasco, arriveranno anche Elio, Walter Veltroni, Roberto Bolle, Silvio Soldini, Cristiana Capotondi e Giorgio Diritti per il film corale sull’Expo.

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Da evitare accuratamente. Il film venezuelano, Desde allà, opera prima di Lorenzo Vigas, che lo ha scritto con Guillermo Arriaga, prodotto da Edgar Ramirez, il protagonista di Carlos, e Gabriele Ripstein non è male. Ha belle inquadrature, una composizione di racconto rigorosa. Due buoni attori, il cileno Alfredo Castro nel ruolo di un dentista, anzi di un odontotecnico, che adesca i ragazzetti, li fa spogliare, ma si limita a masturbarsi, e il notevole Luis Silva, nel ruolo di un ragazzetto che prima fa l’etero, poi finisce con l’innamorarsi perdutamente del dentista.

 

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Ma il dentista ha un blocco, non vuole saperne di fare sesso. Poi il ragazzo si scopre più frocio di lui e si innamora del dentista. Fino a conseguenze pesanti. Ben scritto e ben girato, strutturato dentro inquadrature perfette per un debuttante. Alfredo Castro toniservilleggia molto, ma potrebbe anche vincere un premio.

 

lorenzo vigas  lorenzo vigas

Come il film, sicuramente per la miglior opera prima. Magari se la batte con Childhood of a Leader. O con lo stesso Behemot di Zhao Liang, che racconta i disastri di una miniera, nella zona più inquinata della Cina, come facessero parte dell’inferno-purgatorio-paradiso danteschi. Se l’Inferno è il cuore della miniera, ripresa magnificamente, il purgatorio è il luogo dove i minatori malati cercano di curarsi. Il paradiso, invece, è rappresentato da una città modello completamente vuota.

 

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Dice il mio amico Tatti Sanguineti, che di zone a rischio se ne intende, visto che è di Savona, che Behemot è un gran film. Personalmente l’ho trovato un po’ troppo artisticoide, costruito già per gli occidentali. Meglio la grande costruzione visiva dei gemelli De Serio per I ricordi del fiume, gli unici a tentare qualcosa che non è videoarte, magari non è quel che qui si pensa sia il cinema, ma è sempre fortemente costruzione poetica e politica. Ma oggi gli occhi saranno tutti per Vasco.