VIENI AVANTI, VOGLINO - PARLA LO STORICO DIRIGENTE RAI CHE HA SCOPERTO FAZIO, CHIAMBRETTI, GRILLO, LITTIZZETTO, VERDONE, CROZZA: “ERO SOLO UN RACIMOLATORE DI CASI UMANI. I MIEI RAGAZZI ORA SONO TUTTI MILIARDARI E HANNO PERSO LO SLANCIO”

BRUNO VOGLINO 8BRUNO VOGLINO 8

Alessandra Comazzi per “la Stampa”

 

Niente rimpianti, né nostalgie canaglie; ma una sensazione di prorompente vitalità, come lo storico spot del bianco cavallo al galoppo. Questa trasmette con prepotenza Bruno Voglino, un ragazzo di 83 anni torinese d' origine che fu dirigente Rai, inventore di programmi e scopritore di talenti. Ricorda tutto e tutti, ride, parla forte, si diverte, progetta.

 

Ettore Bernabei saluta Bruno Voglino Ettore Bernabei saluta Bruno Voglino

Verdone, Ricci, Grillo, Chiambretti, Iacchetti, Albanese, Finocchiaro, Littizzetto, Fazio, Crozza, Aldo Giovanni e Giacomo, Ficarra e Picone, Cecchi Paone, Faletti, De Antoni-De Fornari, Nuti-Cenci-Benvenuti (i Giancattivi), Troisi-Arena-De Caro (la Smorfia), Paolo Rossi: tutti lanciati da lui, scovati in qualche cabaret, teatrino, compagnia dialettale, tv privata, sede Rai distaccata. Fabio Fazio, in una recente intervista a La Stampa, ha parlato di «una grammatica televisiva e del gusto, del linguaggio, oggi totalmente estinta».

Perché?
«Perché la Rai, la più grande industria culturale del paese, ha rinunciato a fare innovazione. Io non avevo credenziali politiche, ero un cane sciolto, non mi nominavano nemmeno capostruttura. Ma stavo a Roma, la sera prendevo mia moglie e andavo per teatrini a cercare personaggi per la tv. Facevamo programmi nuovi ogni momento, inventare era un obbligo, ci mandavano in onda a scatola chiusa.

VOGLINO FAZIO LITTIZZETTOVOGLINO FAZIO LITTIZZETTO

 

Ora prosperano i venditori di format, i direttori non decidono, non sono interlocutori per le idee, pensano solo ai punti di share. Ma i punti di share uccidono la creatività. Paradossalmente, Mediaset l' ha uccisa di meno. Poi Rai e Mediaset, sono corsi a occupare le frequenze moltiplicando i canalini, e non ci sono più i soldi per fare fiction decenti. Io guardo solo Sky».

Ma come, nemmeno Fazio?
«Sì, solo che ogni tanto mi dimentico. Guardo anche Crozza, poi scappo».

Il catalogo delle sue scoperte è impressionante: prendiamone qualcuno, e vediamo come andò. Maurizio Crozza?
«Lui, la Signoris, Dighero, Pirovano, capitanati da Marcello Cesena, formavano il gruppo dei Broncoviz, che si era fatto le ossa al Teatro della Tosse di Genova. Li ingaggiai per Avanzi .
 

carlo verdonecarlo verdone

Quando cercai per telefono Cesena, credeva che fosse uno scherzo. Da ridere: con Carla ho fatto anche una particina nel suo film La bruttina stagionata : un maniaco sessuale che cerca goffamente di sgattaiolare da un sexy shop con una vagina di plastica sotto l' impermeabile d' ordinanza».

Carlo Verdone?
«A Roma c' erano due teatri collegati, l' Alberico e l' Alberichino. Parliamo di cose off-off, come a Broadway. Vado all'Alberichino e vedo una bara in scena. Verdone entrava e usciva per rendere omaggio al caro estinto, cambiando ogni volta personaggio, e il povero morto diventava sempre più "fijo de na mignotta"».

Fabio Fazio?
«Lui fa parte di una messe ricchissima nata da una serie di provini che facemmo, Guido Sacerdote e io, nelle sedi Rai d' Italia. L' allora direttore di Raiuno, Emmanuele Milano, mi aveva spedito a cercare volti nuovi per contrastare Berlusconi che portava tutti a Mediaset.

VOGLINO PIERO CHIAMBRETTIVOGLINO PIERO CHIAMBRETTI

 

GRILLO BAUDOGRILLO BAUDO

A Genova, arrivò Fazio che non aveva ancora 18 anni.
Faceva le imitazioni, interpretando mentalità, stile e versante culturale dell' imitato, decrittava il personaggio. Come adesso fa Crozza».

Paolo Rossi?
«Stessa occasione, provini Rai. Si presentò con uno sketch in cui una signora vestita d' azzurro arriva in una malga per trasformarla in un albergo diffuso: peccato che era la Madonna».

Luciana Littizzetto?
«Teatro Romano di Aosta, premio di cabaret. Questa ragazza fa un monologo molto divertente sul suo fidanzato grossista di uova, e lei mangia solo uova, s' ingozza di uova. La porto alla Tv delle ragazze , ma con Serena Dandini non si trova bene, arriva a Cielito lindo con Minchia Sabri ed esplode».

I Giancattivi?
«Ero molto attratto da chi non voleva fare tv. Perché chi vuole andare in tv a tutti i costi, ha la tv come unico riferimento culturale, senza ispirazione. I Giancattivi, invece, Athina Cenci, Nuti e Benvenuti, mi guardavano con sospetto, quando li stanai e proposi Non stop : mi ero ispirato all' Orlando furioso di Ronconi, e ci sono voluti due anni di ricerca. Ma debuttarono loro, e Verdone, Beruschi, Calà, Messeri, Troisi con la Smorfia».

Beppe Grillo?
«Lui me lo segnalò Pippo Baudo, professionista intelligente, attentissimo, scrupoloso. Prima di lanciarlo con Fantastico , voleva vedere come andava: così gli affidai un segmento di Non stop , Les Chocolat' s, era straordinario. Io gli chiedo: chi ti aiuta a scrivere 'sti testi? E lui mi parla di un ragazzo di Alassio, che faceva l' insegnante: era Antonio Ricci».

Piero Chiambretti?
«È stato il genio più puro, quello che in modo più cristallino ha rappresentato la rivoluzione della Raitre di Guglielmi. Poi il tempo passa per tutti».

Peggiorati?
«La tv conosce solo un tempo: il presente. La tv è monotona. La devi reinventare continuamente. Ma quei ragazzi hanno perso lo slancio, son diventati tutti miliardari».
 

GRILLO E BAUDOGRILLO E BAUDOBruno Voglino Bruno Voglino BRUNO VOGLINO 9BRUNO VOGLINO 9

E lei?
«Io no. Io ero solo un racimolatore di casi umani».

 

Mario Maffucci e Bruno Voglino Mario Maffucci e Bruno Voglino