big untitled project

WOODY, UN TUTTOFARE SERIALE - WOODY ALLEN REALIZZA PER LA PRIMA VOLTA UNA SERIE TV: “UNTITLED PROJECT” (ANCORA SENZA TITOLO) COMMISSIONATO DA AMAZON VIDEO, E’ AMBIENTATA NELLA NEW YORK DEGLI ANNI ’60. LA SERIE SARA’ DIVISA IN 7/8 EPISODI E DURA SEI ORE E MEZZA

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Silvia Bizio per “la Repubblica

 

UNTITLED PROJECT 2016UNTITLED PROJECT 2016

Woody Allen affronta per la prima volta la televisione seriale, come sceneggiatore, regista e attore: il suo “Untitled Project” (ancora senza titolo), commissionatogli da Amazon Video, è quasi pronto. A Cannes nel frattempo ha presentato il suo nuovo Cafe Society, con Jesse Eisenberg e Kristen Stewart. Come fa a lavorare tanto? «Non ho altro da fare », glissa lui durante il nostro incontro sul set della miniserie a New York. Differenza tra cinema e tv? «Mica tanta», risponde.

 

«Sono la stessa identica cosa: questa miniserie è proprio come un film, ma di sei ore e mezza invece che due, e divisa in capitoli. Sto cercando di fare in fretta per potermi dedicare al mio film estivo». Film estivo? Già, Allen gira un film e mezzo ogni anno, da oramai oltre 40 anni.

 

Se Cafe Society è ambientato a Hollywood negli anni 30 - è la storia di un aspirante sceneggiatore (Eisenberg) che sogna il successo nel mondo del cinema, s’innamora e si ritrova travolto nell’eccitante “cafe society” che definiva lo spirito dell’epoca - la miniserie di Woody Allen per Amazon è ambientata negli anni 60 e nella sua New York. Di più non è dato sapere.

UNTITLED  PROJECT 3UNTITLED PROJECT 3

 

La scena a cui assistiamo ha per protagonisti Rachel Brosnahan e Joe Magaro che escono da una macchina in un incrocio di Manhattan ed entrano in un portone. «Io sono Alan, un giovane nel 1969», spiega il debuttante Magaro. «Non un hippie, ma uno studente appena uscito dalla facoltà di Economia, un nerd ante litteram, praticamente un pesce fuor d’acqua!

 

Siamo al culmine degli anni 60, un sacco di cose stanno succedendo e Alan, pur nel suo essere così quadrato, è molto intrigato dalle idee di cambiamento e dalle parole rivoluzionarie. I suoi genitori sono amici della famiglia del personaggio interpretato da Woody».

 

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La moglie di Allen nella serie è interpretata dalla grande attrice teatrale Elaine May. Nel cast anche la cantante Miley Cyrus. Perché gli anni 60? «La storia nella mia testa doveva per forza essere ambientata nel momento di maggior turbolenza sociale in America», risponde il regista. «Un periodo eccitante e iperattivo che ricordo con emozione.

 

Con le manifestazioni contro la guerra in Vietnam e tutta quell’atmosfera di cui avevo bisogno allora come adesso per questo racconto. La storia di questa serie prende mosse e respiro da quell’epoca vibrante, così come Cafe Society vive delle vibrazioni della Hollywood anni Trenta», continua Allen.

 

CAFE SOCIETYCAFE SOCIETY

«È vero che la grande Storia informa le mie storie, e per me i decenni hanno un significato particolare, come ad esempio gli anni 20 a Parigi per Midnight in Paris o i 2000 per To Rome with love, che è forse il mio film più contemporaneo».

 

E continua: «Mettiamo che ritorni agli anni 60 e accendi la televisione: non vedresti che dimostrazioni e sommosse nei campus universitari e pestaggi degli studenti da parte della polizia e insomma non potresti sfuggire da questa atmosfera carica di politica e di voglia di cambiamento. Questa è stata la scintilla iniziale che ha fatto partire il progetto.

 

CAFE SOCIETY 3CAFE SOCIETY 3

La Amazon mi ha chiesto una serie di sei/otto episodi con la promessa di darmi carta bianca in qualsiasi aspetto. E hanno mantenuto la parola. Hanno accolto i miei copioni senza battere ciglio, la scelta degli attori, le mie divagazioni storico-sociologiche. Fare televisione è stato un piacere. Magari lo farò di nuovo».

 

Va ricordato che Woody Allen cominciò in televisione, giovanissimo, come cabarettista e soprattutto come sceneggiatore di talk show, prima di passare al cinema. Com’è cambiata la televisione da allora? «Il giorno e la notte», risponde. «Quando ero giovane io la televisione era rigorosamente governata dagli sponsor, fossero quelli di un sapone o di una marca di automobili: tutto doveva rientrare in quei parametri.

CAFE SOCIETY DI WOODY ALLENCAFÉ SOCIETY DI WOODY ALLEN

 

Non potevamo per esempio inquadrare il grattacielo Chrysler perché lo sponsor di quel programma era la Ford! Oggi la tv è come il cinema, ci sono serie tv che sono addirittura migliori del miglior cinema. È un medium maturato in maniera stupenda».