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Stefano Mancini per “La Stampa”
«Meglio un ritiro così che un secondo posto come a Miami». Charles Leclerc non ha dubbi: nel Gran premio di Spagna è stato il più veloce in pista, che si trattasse di spingere in qualifica o di gestire il passo gara. Ed è pronto a giocare la rivincita sulle strade di casa sua, Montecarlo.
Ma dietro all'ottimismo, c'è un bicchiere mezzo vuoto che va analizzato. La Ferrari ha emesso il bollettino sulle condizioni della power unit che si è rotta al Montmelò: «Abbiamo riscontrato che turbo ed MGU-H (una componente dell'ibrido, ndr) sono danneggiati e non riparabili. Tuttavia, avendo analizzato nei dettagli il guasto e le sue cause, possiamo dire che non è figlio di vizi progettuali o di problemi di affidabilità specifici, né di queste due componenti né di altri elementi della power unit».
Un guasto occasionale, le cui cause non vengono rivelate, che ha colpito il migliore nel momento peggiore, quando era in testa. «Così fa particolarmente male», ha commentato il pilota. Avere la certezza di essere competitivi è una sensazione positiva, però questo è un campionato che si sta giocando sul filo di pochi punti come nel 2021, e la Ferrari ne ha persi tanti.
Lo ha capito Verstappen, che domenica ha affrontato Russell giocando di fioretto là dove una volta avrebbe risolto il duello con una sportellata, ed ha poi sorpassato l'avversario al pit stop, come si faceva nella vecchia F1. La differenza di rendimento tra Max e Charles è in un dato: il pilota olandese ha totalizzato una pole position e quattro vittorie, Leclerc ha fatto l'opposto, quattro pole e due successi.
Verstappen ha l'esperienza del campione del mondo, mentre il pilota della Ferrari ha l'irruenza dello sfidante.
Poi c'è il problema di Sainz che non riesce a guidare la SF-75 perché non si adatta al suo stile di guida. I suoi errori aumentano. Domenica avrebbe dovuto difendere la posizione della Ferrari invece di smarrirsi in una serie di pasticci, dalla partenza al testacoda di curva 4. Ne va del Mondiale dei costruttori, che ora vede la Red Bull in vantaggio di 26 punti. Lo scenario intanto evolve e si complica.
La Mercedes si è avvicinata al punto da esaltare Hamilton («senza l'incidente al via avrei lottato per la vittoria», proclama il sette volte campione). Entusiasmo forse eccessivo, visti i distacchi medi dai migliori ancora nell'ordine dei sette decimi a giro. La questione è un'altra: la Mercedes può inserirsi occasionalmente tra Ferrari e Red Bull, diventando così arbitra del campionato. Stavolta è stato Russell con il suo terzo posto a togliere punti a Sainz, che ha chiuso in quarta posizione. La partita riprende a Montecarlo nel fine settimana. La Ferrari non può più sbagliare.
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