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    UOMINI CHE ODIANO LE DONNE – UN INFERMIERE HA UCCISO LA COMPAGNA, UNA LAUREANDA IN MEDICINA DI 27 ANNI. È SUCCESSO IN UN PAESINO A VENTI MINUTI DA MESSINA, FURCI SICULO, DOVE I DUE ERANO ANDATI A CONVIVERE – È STATO LUI A CHIAMARE I CARABINIERI MENTRE CERCAVA DI TAGLIARSI LE VENE…


     
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    Felice Cavallaro per www.corriere.it

     

    LORENA QUARANTA LORENA QUARANTA

    Una ragazza di 27 anni è stata uccisa dal compagno a Furci Siculo, un paesino a venti minuti da Messina. Antonio De Pace, giovane infermiere calabrese al primo anno di Odontoiatria, ha strangolato la fidanzata, Lorena Quaranta, prossima alla laurea in Medicina.

     

    La fuga da Favara

    La ragazza era originaria di Favara, in provincia di Agrigento, e avrebbe lasciato il suo paese dopo la rottura di un precedente fidanzamento con un commerciante, decisa a proseguire gli studi ormai quasi al traguardo della laurea prevista per luglio. Aveva conosciuto l’infermiere iscritto all’università fra i corridoi del policlinico dove si esercitava per il tirocinio degli ultimi mesi. Un amore intenso, con qualche puntata in Calabria, a casa di Antonio, a Vibo Valentia. Poi la decisione di convivere. Cercando una casa a basso costo. Trovata fuori Messina. Sulla collinetta di Furci.

     

    Invisibili per i vicini

    FEMMINICIDIO FEMMINICIDIO

    Un appartamento con vista sulla costa calabrese nella palazzina di via delle Mimose dove adesso arrivano i carabinieri sotto gli occhi disperati delle vicine. Tutte incredule ricordando la coppia, l’allegria e la spensieratezza, quando il padre delle ragazze, a sua volta morto la settimana scorsa in ospedale, aveva affittato per l’inverno l’alloggio: «Mai un problema, silenziosi, educati. Ma anche se tutti giovani, non ci frequentavamo. Ci si incontrava raramente. Sono appartamenti su due livelli. Noi entriamo da un portoncino, loro da quello del piano di sopra...».

     

    Le reazioni

    ANTONIO DE PACE CON LORENA QUARANTA ANTONIO DE PACE CON LORENA QUARANTA

    I due ragazzi erano «sconosciuti» anche al sindaco di questo paesino adesso a lutto, Matteo Francilia: «Non erano registrati come residenti, ma è come se fosse morta una nostra figlia e questo vorrei dire ai genitori di Lorena, agli amici di Favara. La nostra comunità è da sempre in prima linea nel contrasto alla violenza di genere, abbiamo anche istituito un centro di ascolto. Chi si macchia di simili gesti deve marcire in galera». Secondo il rettore dell’università di Messina, Salvatore Cuzzocrea, la tragedia si lega alla «condizione emergenziale che stiamo vivendo», nella quale «esperti di settore avevano sottolineato il rischio che la convivenza forzata potesse acuire i conflitti familiari».

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    Tentato suicidio

    Di certo c’è solo che Lorena si è spenta senza che nessuno l’abbia potuta aiutare. Nessuno avrebbe sentito niente. Il fidanzato, davanti al corpo senza vita della ragazza, con un coltello ha cominciato a tagliarsi le vene mentre chiamava i carabinieri che lo hanno salvato — e arrestato.

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