stabilimento leonardo di grottaglie
La guardia di finanza di Brindisi ha sequestrato nello stabilimento di Grottaglie (Taranto) di Leonardo numerosi componenti in metallo destinati alla produzione delle sezioni numero 44 e 46 delle fusoliere del Boeing 787.
I componenti sono stati prodotti dalle società Processi Speciali e Manifacturing Process Specification su commissione di Leonardo che è parte lesa nel procedimento. Il sequestro è stato disposto perché - secondo le indagini - i componenti sono stati prodotti usando metalli (titanio e alluminio) difformi per qualità e provenienza da quelli prescritti dal committente e, comunque, in violazione delle relative specifiche tecniche.
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Il titanio di «grado 2»
La Processi Speciali e Mps, operanti a Grottaglie, avrebbero «stabilmente» utilizzato «componentistica strutturale in metallo acquistando il materiale grezzo da fornitori non certificati da Leonardo» e usato «titanio di grado 2» invece che la «lega di titanio» prescritta dal committente.
stabilimento leonardo di grottaglie 1
Il titanio di grado 2 - è scritto nel decreto di sequestro - «ha proprietà meccaniche e di resistenza strutturale largamente inferiori a quelle della citata lega». Secondo l’ipotesi dei pm, sarebbe stata prodotta con «titanio 2» anche la struttura pavimento passeggeri del 787.
stabilimento leonardo di grottaglie 2
Nel mirino le forniture 2016-2021
Le forniture non conformi sarebbero state prodotte dal 2016 fino al gennaio 2021. Gli «alert» sono partiti da personale interno alla Mps. È stata segnalata, oltre alla questione delle sezioni della fusoliera del Boeing 787, la non conformità di un numero complessivo di componenti in alluminio pari a 4.193 unità, tutti prodotti da Mps e consegnati a Leonardo a partire dal 9 gennaio del 2019 e sino al 26 gennaio del 2021.
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È stata segnalata in particolare, a quanto si legge nel decreto di sequestro probatorio, la non conformità «di quattro diverse tipologie di componentistica prodotta in alluminio»: lo «sliding housing» per un totale di 4099 pezzi, due tipologie di «machined part Ca’ per complessivi 55 pezzi e, infine, 39 pezzi di Splice». Otto le persone indagate, a vario titolo, per associazione per delinquere finalizzata alla frode in commercio e attentato alla sicurezza dei trasporti aerei. Tra questi gli imprenditori Vincenzo Ingrosso e i figli Antonio, Alberto e Andrea, manager delle due società coinvolte.
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