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    “MI LASCIO MORIRE IN DIRETTA FACEBOOK”. MA IL SOCIAL LO BLOCCA – L’ODISSEA DEL 57ENNE ALAIN COCQ, AFFETTO DA UNA MALATTIA DEGENERATIVA INCURABILE: HA INIZIATO IL DIGIUNO VISTO CHE LA LEGGE SUL FINE VITA IN VIGORE IN FRANCIA GLI IMPEDISCE DI "PARTIRE SUBITO IN PACE" E HA DECISO DI CONDIVIDERE SUL SOCIAL DI ZUCKERBERG GLI ULTIMI MOMENTI DI SOFFERENZA –FACEBOOK FERMA LA DIRETTA: “LE NOSTRE REGOLE NON CONSENTONO IL LIVE STREAMING DI TENTATIVI DI SUICIDIO”


     
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    Stefano Montefiori per corriere.it

     

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    «Voglio mostrare ai francesi che cos’è l’agonia alla quale mi costringe la legge», dice Alain Cocq, 57 anni, da 34 affetto da una malattia degenerativa incurabile. Militante «per il diritto a una morte con dignità», Cocq ha annunciato questa notte su Facebook che non si nutrirà e curerà più e si lascerà morire.

     

    Immobilizzato e dolorante nel letto della sua casa di Digione, vuole porre fine alle sue sofferenze davanti alla videocamera collegata sul social network, un ultimo gesto politico per denunciare l’inadeguatezza della legge Claeys-Leonetti che dal 2016 regola il fine vita.

     

    Facebook ha però deciso di bloccare la diretta streaming: «Pur rispettando la decisione di voler portare all'attenzione questa complessa questione, sulla base della consulenza di esperti abbiamo adottato misure per impedire il live sull'account di Alain poiché le nostre regole non consentono la rappresentazione di tentativi di suicidio», ha detto un portavoce dell'azienda citato da Le Parisien.

     

    Il messaggio

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    Cocq si era rivolto ai suoi molti amici online: «Il cammino della liberazione è cominciato e, credetemi, ne sono felice. I giorni che mi aspettano non saranno facili ma comunque poca cosa rispetto alla sofferenza che ho patito finora. Sono cattolico, questo non è un suicidio. Mi trovo nella condizione di un paziente che può arrestare le sue cure».

     

    La malattia

    Cocq è affetto da una malattia molto rara, che non ha un nome. Lui la chiama «la piovra». Secondo lui solo altre due persone al mondo ne sono state colpite, e sono decedute.

     

    Le pareti delle arterie di incollano e provocano un’ischemia, cioè un’insufficiente circolazione del sangue in un tessuto o organo. Ha scoperto di esserne affetto a 23 anni, quando è caduto dalle scale e si è rotto il ginocchio: durante l’operazione i chirurghi si sono accorti che non c’era sangue. «Ho già subito nove operazioni in quattro anni, poco a poco tutti gli organi vitali vengono toccati. Ogni due o tre secondi sento come delle scariche elettriche, e sono già al massimo della morfina per attenuare il dolore. Sono alimentato con una sonda nello stomaco. Questa non è una vita degna. Se è per guardare il soffitto come un idiota, preferisco finirla qui».

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    Il no di Macron

    Nei giorni scorsi Alain Cocq ha avuto un colloquio in videoconferenza con un consigliere dell’Eliseo, al quale ha esposto la sua situazione chiedendo l’intervento del presidente perché «un medico mi aiuti con un barbiturico a titolo compassionevole e mi faccia partire subito, in pace». La risposta di Macron però è stata negativa: «Il suo desiderio è quello di sollecitare un aiuto attivo a morire che oggi non è permesso nel nostro Paese. Io non sono al di sopra della legge, e quindi non sono in grado di accogliere favorevolmente la sua domanda».

     

    L’addio

    Alain Cocq ha avvicinato il bicchiere di plastica alla videocamera: «Ecco amici, un ultimo bicchiere alla vostra salute. Così è la vita. Arrivederci». Senza alimentazione né terapie la morte — con o sensa diretta streaming — potrebbe sopraggiungere entro qualche giorno.

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